venerdì 20 gennaio 2023

#Mitologia: Odino

Dopo aver trattato le origini del mito di Thor, non possiamo non trattare quelle del padre di tutti gli dei della mitologia norrena. Nato dal figlio del primo uomo Borr e da Bestla, figlia del gigante primordiale Bölþorn; Odino è la personificazione di tutto ciò che veniva considerato sacro. Le fonti principali per poter delineare la sua figura risalgono principalmente alle antichità scandinave compilate in lingua norrena nell’Edda.

Nei testi norreni è indicato come il principale rappresentante della classe di divinità dette Asi ed è associato alla Sapienza e alla visione del sacro. La sua saggezza è proverbiale ed è il primo conoscitore di tutte le arti e in seguito tutti gli uomini le appresero da lui. La sua Sapienza è data dall’unione della conoscenza di tutte le cose, dalla magia e della poesia allo stesso tempo. Non solo conosce i misteri dei Nove Mondi, ovvero di tutto il cosmo norreno, e l’ordine delle loro stirpi, ma anche il destino degli uomini e il fato stesso dell’universo. Uno dei suoi piaceri è proprio quello di disputare con creature antiche e sapienti. Sotto le mentite spoglie di Gágnraðr (stanco del cammino) si giocò la vita sfidando a una gara di sapienza il possente gigante Vafþrúðnir. L’erudizione del gigante era nota in tutti i Nove Mondi e Odino lo trainò in inganno per portarlo alla sconfitta chiedendogli cosa il padre degli Dei avesse sussurrato a Baldr prima che questi fosse posto sulla pira.
La sua sete di saggezza lo spinse a scambiare il suo occhio per bere dalla fonte di Mimir, il gigante rinomato per la sua saggezza, la cui testa appartiene al Padre degli Dei. Per apprendere l'arte delle rune e il loro potere, rimase appeso per nove giorni e per nove notti all'albero Yggdrasill.

Illustrazione di Christopher Steininger
Insieme ai suoi fratelli, Vili e , Odino fece a pezzi il progenitore dei giganti, Ymir, e con il suo corpo costruì il mondo: la terra fu fatta con la carne del gigante, il mare con il suo sangue, dal suo cranio venne tirata fuori la volta celeste, dalle ossa le montagne. Con le sue sopracciglia si recintò Asgard e dal suo cervello furono tirate fuori le nuvole. Dopo aver creato il mondo, Odino notò due tronchi in riva al mare e li rese un uomo e una donna. Diede loro lo spirito della vita, Vili la saggezza e il movimento, mentre i cinque sensi vennero da Vè. Presero il nome di Askr e Embla. Da loro discende tutta la razza umana.

Fonte
Odino ebbe diversi figli, sia con delle divinità che con delle gigantesse. Con la dea della terra Jord ebbe due figli: Meili (l'adorabile) e Thor. Del primo non si sa praticamente nulla, se non il significato del suo nome. Thor, invece, è il preferito, molto simile a lui per temperamento bellicoso. Con la dea Frigg ebbe Hermod (il coraggioso), Hodr (destinato a uccidere il fratello), Baldr (dio bellissimo e amato da tutti, morto per mano di Hodr).
Si sa molto poco dei figli avuti con il popolo di Jotunn (dei giganti). Con la gigantessa Gridr ebbe Vidarr, che vive con sua madre fino alla fine dei tempi, il Ragnarok. Con la Rindr ebbe Vali, nato unicamente per uccidere Hodr per vendicare la morte di Baldr. Con Gunnlod ebbe Bragi, il dio della poesia. Proprio durante il Ragnarok il Dio perde la propria vita.

Nonostante nell’immaginario comune Odino sia spesso considerato la divinità principale del pantheon norreno, la sua preminenza è databile ai secoli successivi del politeismo del Nord Europa. Gli studiosi ipotizzano che il suo culto provenga dalla Danimarca da dove intorno al IV secolo si sia diffuso nella penisola scandinava, più in Svezia che in Norvegia. Totalmente assenti sono le sue tracce in Islanda dove erano particolarmente devoti a Thor e a Freja. Odino fu comunque particolarmente venerato in epoca vichinga, nonostante i guerrieri fossero comunque votati alla potenza di Thor.

L’epopea
In uno dei suoi innumerevoli viaggi, Odino giunse alle radici di Yggdrasil, dove trovò i Fati: Urd (Fato), Verdandi (Essere) e Skuld (Necessità). Il padre degli dei chiese loro di insegnargli qualcosa, ma essi scossero il capo. Per nulla intenzionato ad arrendersi, si fermò a pensare davanti a una fonte, dove giaceva la testa del saggio Mimir. Chiese ai Fati di poter bere da quella fonte ed essi scossero nuovamente il capo, perché serviva un tributo. Odino si cavò un occhio e prese un sorso. Facendo ritorno ad Asgard, tutti lo considerarono il più saggio tra le divinità, ma il peso di tante profezie lo schiacciava. Affidò quindi il compito di indagare al suo fedele messaggero Hermod che arrivò al polo nord per parlare con lo stregone Rossthiof. Quest'ultimo non era molto propenso all'aiuto, ma Hermod sfruttò il potere di Odino per incatenarlo. Cantilenando un incantesimo, Rossthiof gli mostrò delle immagini inquietanti: una donna bellissima teneva tra le braccia un bambino lucente. Il sangue cominciò a piovere dal cielo e la donna urlò in preda al terrore. Prima di scomparire, comparve un ragazzo armato di arco e frecce. 

“Uno dei figli di Odino verrò ucciso e la sua morte provocherà molto dolore. Solo uno potrà vendicarne la morte, il figlio che nascerà dall'unione con Rindr, la principessa del popolo dei ruteni”.

A Odino non restò che attendere la nascita di questa principessa. Quando nacque e divenne adulta, Rindr non accettò le avance di Odino che, infuriato, la rese in uno stato simile alla morte. Si travestì da curatrice e si offrì di aiutare il re con la figlia. Prendendosi cura di lei, alla fine riuscì nel suo scopo e ad avere un figlio da lei.

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