giovedì 1 giugno 2023

#Cinema&SerieTv: Ti giro intorno - Recensione

“Ti giro intorno” è una commedia romantica del 2022, arrivata da poco sulla piattaforma di Netflix. Tratto dall’omonimo romanzo di Sarah Dessen. Un film che ci porta all’interno della vita di Auden (Emma Pasarow), una studentessa modello che non è mai stata in grado di correre un rischio. Ha da sempre vissuto tutta la sua vita con una tale maturità da farla sentire più vicino ai coetanei di sua madre, piuttosto che ai suoi compagni. Per poter cercare di rompere i suoi schemi, decide di passare l’estate con suo padre. L’obiettivo è quello di andare a Colby per poter provare a essere una persona diversa.

Auden non vuole far altro che trovare se stessa in un ambiente sconosciuto, in cui può riuscire a rompere gli schemi che si è prefissata. Andare a vivere con suo padre e la sua nuova moglie è, di fatto, la prima sfida che le si presenta davanti. Un nuovo tetto, dinamiche che conosce fin troppo bene, un padre totalmente assente. La voglia di legare con l’uomo le sarà praticamente impossibile perché lui è totalmente concentrato nella stesura del suo nuovo saggio.

L’estate, così, inizia con la rottura delle prime aspettative che la ragazza si era prefissata. La compagnia iniziale non è delle migliori, ma lentamente si farà strada in nuove amicizie. Il tutto si complica quando incontra Eli (Belmont Cameli): ragazzo che soffre di insonnia e che costituirà il punto di sfida della protagonista.

L’entrata in scena di Eli, infatti, mette realmente in moto la narrazione del film. I due giovani ragazzi, man mano che va avanti la loro conoscenza, fanno emergere i traumi che gravano su entrambi. Lui si sente responsabile per l’incidente automobilistico che gli ha fatto perdere il suo migliore amico; lei si rende conto di non aver superato il divorzio dei suoi genitori, al contrario è stata fin troppo chiusa e responsabilizzata. Il loro vivere notturno è una risposta a ciò che entrambi hanno vissuto. Del resto, la notte nasconde dentro di sé tutti i pensieri che cerchiamo di tacere durante l’arco della giornata. Il silenzio ci spinge a riflettere su ciò che cerchiamo di superare e molto spesso ci mostra quando poco in grado siamo di vivere serenamente. Il sonno della protagonista, infatti, si modifica nel corso della conoscenza con Eli perché ciò le permette di poter espiare il suo passato. L’ascolto e la comunicazione diventano chiave per poter riuscire a risolvere i propri problemi.

La narrazione è un po’ troppo lunga, ci sono dei momenti morti che sarebbe stato più interessante vedere intensificati. Ci sono degli elementi, dei dettagli, che vengono lasciati all’intuito dello spettatore e non sono sapientemente mostrati. Sarebbe stato molto più interessante conoscere e scandagliare più approfonditamente la psicologia dei due personaggi piuttosto che trattarla quasi con superficialità. Auden ed Eli sono elementi in grado di poter dare molto di più dal punto di vista emotivo, invece si preferisce guardare il trauma solo superficialmente senza che questo emerga del tutto.

La trama pecca di originalità e Auden sembra fin troppo qualcosa di già visto. La classica nerd rigidina che non mostra altro che un’assoluta repressione nei riguardi di tutto ciò che è stato fatto dai suoi coetanei. Allo stesso modo Eli è il belloccio da spiaggia che ha deciso di chiudersi fin quando non è arrivata l’anima pia a salvarlo.

Grazie alla sceneggiatura, però, ai personaggi viene data una ventata di verità. Siamo davanti a sogni, timori, dubbi, tutti elementi che segnano profondamente la fine dell’adolescenza e l’inizio delle responsabilità. Auden, per esempio, è decisamente fin troppo autosabotativa: attraverso il suo cinismo riesce sempre a non integrarsi in pieno col gruppo. Il suo modo di fare non le permette di aprirsi e non fa in modo che gli altri possano avvicinarsi realmente a lei. È uno scoglio sul quale le onde si schiantano. Persino all’ultimo riesce ad allontanare Eli, nonostante i tentativi del ragazzo di avvicinarsi ancora e ancora a lei.

Quanto meno non siamo davanti al più classico dei make over al quale le commedie romantiche ci hanno abituato. Non guarderemo la protagonista che si rifà trucco e parrucco per mostrare a tutti la sua nuova personalità, al contrario la crescita resta coerente ed esponenziale. Peccato che la pellicola cerchi il lieto fine a tutti i costi, forzando la mano sul finale.

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