mercoledì 20 settembre 2023

#Racconti: Il senso più profondo dell'insignificante

Nelle ultime settimane di agosto Frè ha avuto a che fare con le formiche in casa. È andato tutto bene fino a quando non se le è ritrovate anche dentro il suo armadio.     

Peccando inevitabilmente di superbia e credendosi superiore alle altre vite, ha ceduto al sadismo e all
’insicurezza della vendetta.

Tornata in sé ha trovato il suo perdono creando un’ode alla loro troppo avventata e del tutto inopportuna impresa.

Mentre fuori si patisce il caldo, accentuato maggiormente dalla fatica del lavoro, all’interno lo stesso sforzo è ripagato dal fresco dell’umidità, in un’aria che non è per tutti, ma che è destinata al proliferare solo di alcune forme di vita. Piccole, all’apparenza insignificanti ma con un alto potenziale per l’equilibrio dell’intero ecosistema. Creature che sono destinate a essere lasciate in pace persino dai più alti esseri umani, un privilegio che le rende nobili dell’animo, entro certe regole non scritte di confini non edificati.

Le piccole creature laboriose trascorrono le giornate sostenendosi l’un l’altra, cercando cibo, curando e proteggendo chi verrà ma soprattutto colei che le genera. In questa società matriarcale nessuna è lasciata indietro, ognuna viene onorata perché tutte sono pronte a dare la propria vita in cambio al bene di tutte.

È per questo che si mettono in maggiore risalto quelle più coraggiose le stesse che sanno di avere una percentuale così elevata di morire in giovane età, che sembra quasi siano state create per essere un tramite, un esempio tra il Piccolo e il Grande Mondo i quali interagiscono osservandosi.

Come ogni anima destinata a morire su un fronte, queste piccole e coraggiose guerriere portano sulla loro quasi insignificante ma tanta valorosa forma, il peso dell’odio e della vendetta altrui, forse l’unico masso che non riusciranno mai a sollevare e a trasportare via.
Attratte dai nuovi odori, nuovi sapori e nuove strade che espandono le già molteplici calcate delle loro antenate, queste meravigliose creature silenziose, sanno che la vita non ha alcun senso se ci si accontenta di quel che già si ha e che si vive davvero solo se si espandono i propri confini. Chissà se nel loro animo più intimo sanno sul serio che la morte è un alto rischio conseguenziale a cotanta superbia. Chissà se hanno una loro versione dell’Ulisse, o se cieche d’ignoranza e assetate di testardaggine, a loro dopotutto non importa. Forse in loro c’è la consapevolezza che la morte non esiste e che dopotutto la vita va messa sempre e comunque al servizio degli altri, tanto che va bene sacrificarsi per il bene comune.

E in effetti è proprio così che funziona il principio della vita: solo uno, tra milioni che muoiono, riesce nell’impresa e basta quell’uno a essere ricordato in eterno, mentre le altre infinite anime che affollano tutti i mondi conosciuti e non vengono dimenticate, come se non fossero mai esistite. Eppure la loro ultima immolazione è di certo servita per dare la forza a quell’unica entità che, osservando le strade battute e mancate, ha optato per un altro percorso, fregiandosi così di eterna gloria.

Sarà lei a preparare un nuovo Regno, lei la vera capostipite di tutte le generazioni che verranno, lei che forse non sarà amata e onorata a dovere, non quanto la nuova Regina.

I grandi occhi, però, cercheranno sempre di evitare ciò, con l
’aiuto fedele delle armi di distruzione naturali e chimiche. Ma per quanto intelletto possano possedere, nulla sarà veramente in grado di fermare la caparbietà di chi vive senza una propria identità, specchio degli altri e coscienza dell’essere parte mobile di un unico, infinito, corpo.

In questa battaglia ignorata e celata, tutto è equilibrio e certi confini non possono essere superati, se ledono la vita e il benessere di chi vive in superficie. C’è tanto da rispettare, c’è tanto da imparare e nel campo di battaglia, tra mura, pavimenti, armadi e persino computer, l’umana mette la parola fine alle piccole temerarie, senza mancare loro di rispetto e reciproca sorellanza perché anche l’umana sa che fanno tutti parte dello stesso essere.

Ode e onore a chi riuscirà nella propria impresa priva di Ego.

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