giovedì 14 settembre 2023

#SullaStrada: Tagliacozzo

Una delle nostre mete estive di quest
’anno è stata Tagliacozzo, piccola cittadina situata in Abruzzo, in provincia de L’Aquila.
I romani sanno bene quanto questa sia una meta vacanziera più o meno fissa, complice anche il fatto che è situata ad appena un’ora di macchina da Roma.
Oltre le meraviglie naturali che vanta il suo panorama, Tagliacozzo è una città che non manca di storia, e oggi andiamo a scoprirla.  
 
Tagliacozzo è situata nella parte occidentale della Marsica, vicina al confine tra Abruzzo e Lazio. Il territorio è alle pendici del monte Civita e proprio per la sua posizione, scavata come una specie di culla del monte, sembra derivare il suo nome che è un’unione dei due termini latini “talus” e “cotium” dal significato di: “taglio della roccia”.

La zona è abitata fin dal neolitico, come suggeriscono le tracce ritrovate negli insediamenti in grotte.
La storia, poi, conferma che il popolo italico degli Equi avesse qui una vera e propria indipendenza, che ha provato a resistere persino a Roma fino alla completa sottomissione, avvenuta alla fine della Seconda Guerra Sannitica (326 a.C. -305 a.C.).

Nel periodo carolingio (circa 750-987) a Tagliacozzo viene edificato, in un parco bosco di alloro, il monastero benedettino dei Santi Cosma e Damiano. Da quel momento, nel corso del tempo, tra i monti Aurunzo e Civita si costruiscono le chiese di San Nicola, Sant’Egidio e San Pietro che daranno poi vita a quello che dal 1074 è il vero e proprio centro del comune.


Nell’XI secolo entra ufficialmente nel territorio della contea dei Marsi all’epoca ducato longobardo di Spoleto – al cui comando vi era Berardo dei Berardi. La famiglia Berardi governa il feudo fino al 1173, quando passa in mano alla famiglia nobiliare dei De Ponte.

Il 23 agosto 1268 avviene la battaglia di Tagliacozzo tra Corradino di Svevia e Carlo I d’Angiò; il primo lottava per un impero centrale con l’affermazione degli stati nazionali, il secondo per mantenere il potere temporale del Papa che ai tempi governava quasi tutta l’Italia centrale.
Gli Svevi avevano la certezza della vittoria e sottovalutarono il genio di Alardo di Valèry (consigliere di Carlo I d’Angiò) che con astuzia e grande spirito guerriero, riuscì ad arrivare di nascosto alle truppe straniere, segnando la loro fine.
Tale battaglia è presente anche nella Divina Commedia, nel XXVIII canto dell’Inferno.
A guerra finita è tempo di pensare al territorio, così, grazie a un matrimonio tra una figlia dei De Ponte con un Orsini, il feudo passò alla nota famiglia nobile romana.

Nel 1409 Papa Alessandro V riesce a togliere Tagliacozzo dal Regno di Napoli e lo aggrega allo Stato Pontificio, sotto la guida di Giacomo Orsini. L’anno dopo si apre a Tagliacozzo una delle prime zecche d’Abruzzo, dando il via allo sviluppo della ricchezza in città.
Con l’avvicinarsi della prima metà del Quattrocento, il feudo passa per un breve momento ai Colonna, poi, con la fine ufficiale degli Orsini di Roma, entrarono in suo possesso gli Orsini di Bracciano e, con la guida di Roberto Orsini, Tagliacozzo diviene un vero e proprio centro sfarzoso, con palazzi nobiliari ricchi di opere d’arte.

La sua ricchezza aumenta anche quando il feudo passa alla famiglia Colonna (1497) che continuano l’opera di abbellimento del borgo. Da Federico I (1460-1520) a Marcantonio II (1535-1584) Tagliacozzo continua a fiorire, fino a essere considerata un po la capitale della Marsica, anche se i duchi Colonna sono più propensi a spostarsi verso la vicina Avezzano.
Il Cinquecento segna anche l’arrivo nel borgo di numerose famiglie di fede ebraica che, scappate dalle sofferenze patite sotto il Regno di Napoli, scelgono questo luogo come loro riparo; qui prosperano al punto di prendere Tagliacozzo come loro cognome identificativo.  
Nel corso del Cinqucento e del Seicento nascono a Tagliacozzo due nomi importanti per l’arte e la cultura italiana: il matematico e astronomo Andrea Argoli (1570-1657), e la poetessa Petronilla Paolini Massimi (1663-1726). I natali di Giovanni Capoccio (uno dei tredici condottieri della disfida di Barletta, 1503, contro le truppe francesi) e Gaspare Tagliacozzi, (primo chirurgo estetico italiano) invece, sono incerti.

Sul finire del Settecento Tagliacozzo, con i suoi dodicimila abitanti, continua a essere il comune più popolato della Marsica, ed è anche per questo che dopo l’Unità d’Italia, Francesco II di Borbone non si arrende e manda le sue truppe a cercare di recuperare il Regno delle Due Sicilie, partendo proprio da lì.     
José Borjes, generale mandato dal re, viene intercettato a seguito di alcune spiate proprio a Tagliacozzo, dove viene giustiziato senza processo l’8 dicembre 1861.

Se una parte della popolazione non ha avuto dubbi e ha voluto consegnare il nemico spagnolo, c’è da dire che un’altra parte non ha accolto di buon grado l’arrivo delle truppe garibaldine e questo ha portato a grandi lotte interne.
Ogni guerra, però, ha i suoi vincitori e con buona pace di tutti ogni guerriglia è stata poi smorzata dal tricolore e dall’arrivo dei Savoia.

Il Novecento fa perdere abitanti a Tagliacozzo che si spostano verso Roma, Milano e l’estero sia in cerca di maggiore fortuna, sia a seguito dei terremoti e delle frane che hanno sconvolto l’aerea.

Questo, però, non segna la sua fine, anzi, segna un nuovo inizio della cittadina che diviene tra le mete di villeggiatura preferite nei mesi estivi, quando gli abitanti di Roma (per lo più, ma non solo) cercano un po’ di fresco e tranquillità a Tagliacozzo.


Se fino agli inizi del Duemila era conosciuta maggiormente da chi aveva qui le sue origini, ora che stiamo negli anni venti del XXI secolo, non mancano turisti che hanno un legame affettivo più che biologico (come chi sta scrivendo questo articolo) con il luogo.

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