lunedì 18 settembre 2023

#MustToRead: Anna dai capelli rossi - Prima Parte

Non prendiamoci in giro: non leggere significa non sviluppare le proprie idee e rimanere in uno stallo non aiuta a crescere.
Siamo un Paese che fatica a raggiungere la soglia di un libro letto al mese, quindi a noi personalmente non sorprende vedere come gli italiani stiano diventando sempre più silenziosi e soggiogati dal pensiero di massa.


Nelle ultime settimane, poi, sono numerosi i meme che prendono in giro il fatto che una volta siamo tutte Barbie, un’altra tutte Mercoledì, altre ancora tutti un noto personaggio del mondo cinematografico o delle serie tv, che ci viene spontanea una domanda: come mai per far conoscere una storia è ormai necessario che ci sia la sua trasposizione video? Quando abbiamo cominciato a essere così pigri intellettualmente?

Chi sta scrivendo ha conosciuto “Anna dai capelli rossi” da bambina, per la nota serie anime trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980, in replica praticamente ogni anno. Da appassionata lettrice, non ha esitato a leggerlo (i primi due volumi) nella biblioteca della sua scuola elementare, facendolo diventare una vera e propria ossessione come successo per “Piccole donne” della Alcott.

Eppure, è davvero disarmante vedere come ancora oggi questi grandi classici siano conosciuti solo ed esclusivamente per le serie tv o i film che ne sono stati fatti i quali, per quanto possano essere ben fatti, fanno perdere del tutto quella voglia di pensare e di andare oltre che solo i libri possono dare.

Ecco perché da oggi vogliamo parlarvi dei volumi di Anna, sperando possano essere finalmente scoperti.
 
 
Sono tanti i titoli con cui è riconosciuta la storia della piccola orfanella Anna: “Anna da Green Gables”, “Anna dei tetti verdi”, “Anna dai verdi abbaini”, e il più celebre, almeno in Italia, “Anna dai capelli rossi” che abbiamo utilizzato come titolo di questo articolo.


La storia nasce dalla mente di Lucy Maud Montgomery che ritrova quasi a sorpresa un suo vecchio appunto su di una bambina che per errore viene data in adozione a una coppia, dopo che questa aveva scelto un maschio. 
Il punto di partenza è affascinante e, ritoccandolo di poco, la Montgomery fa nascere la gioiosa Anna, di cui sembra sua musa ispiratrice la modella, attrice e ballerina dell’epoca Evelyn Nesbit.

Essendo l’autrice canadese, va da sé che Anna dalla Nuova Scozia approda all’isola del Principe Edoardo, e da qui percorriamo tutta la sua vita nel Canada, con molti riferimenti ironici agli Stati Uniti.

La prima parte viene pubblicata nel 1908 e diviene subito un gran successo, soprattutto per il pubblico di ragazzi.


Anna da Green Gables, I volume

“«Voglio dirle una cosa» disse Anna con il tono di chi sta facendo una confidenza «ho deciso di godermi questo viaggio. Negli anni ho imparato che si può trarre del buono da quasi tutte le situazioni, basta mettersi d’impegno. Certo, bisogna davvero impegnarsi. Per esempio finché non arriviamo eviterò di pensare che devo tornare all’orfanotrofio. Pensero soltanto al viaggio. Oh, quella laggiù è una rosa selvatica che è sbocciata in anticipo! Non è adorabile? Crede che sia felice di essere una rosa? Non sarebbe bello se le rose potessero parlare? Sono sicura che racconterebbero storie meravigliose. E il rosa non è il colore più delizioso del mondo? Mi piace tanto, però non posso indossarlo. Chi ha i capelli rossi non può vestirsi di rosa, non può neanche immaginare di farlo.»”

Anna Shirley è una bambina minuta, dai capelli rossi e un mare di lentiggini sulla sua faccia. I suoi genitori – entrambi insegnanti – muoiono di febbre tifoide quando lei ha appena un anno e, non avendo nessun altro parente, viene prima affidata alla signora Thomas e al marito alcolizzato fino all’età di otto anni. Crescendo Anna si deve prendere cura degli altri figli eppure non è considerata minimamente parte integrante della loro famiglia.

Per le enormi difficoltà a cui la vita l’ha fin da subito abituata, sviluppa una grande immaginazione che le dà sia la forza di andare avanti, sia un carattere carismatico che è facile volerle rimanere accanto.     
Questo precario equilibrio, però, viene a mancare quando il signor Thomas, addormentandosi ubriaco sui binari di una ferrovia, viene investito da un treno di passaggio. A questo punto Anna deve fare le valigie e partire alla volta di un’altra famiglia: gli Hammond.


A meno di dieci anni Anna diventa una vera e propria balia degli otto bambini, tutti più piccoli di lei (sono presenti ben tre coppie di gemelli); la casa in cui vivono è una vera e propria baracca e Anna si districa tra la vita infantile e quella adulta, venendo a conoscenza di un mondo che non dovrebbe appartenerle.
Ancora, però, è la sua immaginazione a salvarla dal baratro ed è grazie a essa se riesce a vedere il mondo da un altro punto di vista. Si concentra sul presente, sul bello, sui fiori che sbocciano, il sole estivo che scalda la pelle e la bianca neve invernale che ricopre tutto come una madre protettiva.
Anche questo scenario, però, finisce dopo due anni per la morte del signor Hammond. Ora Anna passa all’orfanotrofio Hopetown.

“La ragazzina l’aveva guardato fin da quando l’aveva visto passare e anche adesso aveva gli occhi fissi su di lui. Matthew invece non la stava guardando affatto, ma anche se l’avesse fatto non avrebbe notato veramente il suo aspetto. Un osservatore comune invece avrebbe visto questo: una bambina di circa 11 anni, con indosso un abitino di flanella tra il giallastro e il grigio, molto corto, molto stretto e molto brutto. Sulla testa aveva un berretto alla marinara color marrone sbiadito e lungo la schiena le scendevano due trecce folte di un rosso acceso. Il visetto della bambina era pallido, smagrito e coperto di lentiggini, la bocca era grande e così anche gli occhi, che a seconda della luce sembravano verdi oppure grigi.”

Dopo soli quattro mesi, dove Anna ha stretto numerose amicizie ma altrettante inimicizie a causa della spiccata fantasia, viene portata a un paesino rurale nell’isola del Principe Edoardo chiamato Avonlea. Ad accoglierla alla stazione, con un forte ritardo, è il timido e silenzioso Matthew Cuthbert. Anna è fin da subito entusiasta di vedere la sua nuova casa, non sa assolutamente quello che la aspetterà e anche se le sue esperienze precedenti non sono granché positive, rimane lo stesso incantata da ogni albero, lago e campo che vede, tanto da dare loro nomi di sua fantasia, sempre dal significato romantico e poetico. Persino uno stagno, nella mente di Anna, diventa un “Lago dalle Acque Lucenti”. Ribattezza ogni punto, fino all’arrivo a Green Gables: la fattoria dove andrà a vivere.


Qui si imbatte nell’austera Marilla, sorella di Matthew, che, rimanendo impassibile alla vista della piccola, ricorda al fratello che loro avevano deciso di prendere un maschio per aiutarlo nel lavoro dei campi, data ormai la loro età.
Marilla è decisa a riportarla indietro, ma le basta un giorno in compagnia della piccola per farle cambiare totalmente idea, anche se i due caratteri non riescono a prendersi del tutto. Anna è molto sensibile, a tratti sembra superficiale e mai del tutto ancorata a quella che è la realtà dei fatti. Marilla, invece, è severa, chiusa, con poche fantasticherie e non riesce a dimostrare i suoi sentimenti.

In pochi giorni Anna fa la conoscenza di Diana, sua coetanea e vicina che diventa all’istante la sua migliore amica. Le due bambine diventano inseparabili e all’inizio della scuola è proprio questa forte unione a far accettare Anna a – più o meno – tutte le femmine della classe, divenendo presto la loro leader.

“Gilbert si sporse dal suo banco, afferrò l’estremità di una delle lunghe trecce rosse di Anna, la tirò su e in un sussurro maligno disse: «Che pel di carota!»
A quel punto Anna gli rivolse uno sguardo assassino! E non si limitò a questo. Balzò in piedi tra i frantumi delle sue allegre fantasie e lanciò un’altra occhiata indignata a Gilbert. La scintilla di furia che aveva negli occhi era a malapena mitigata dalle lacrime di rabbia.
«Sei un ragazzino perfido e odioso!» esclamò furibonda. «Come ti sei permesso?»
Dopodiché si udì un sonoro Crack! Anna aveva sbattuto la sua lavagnetta sulla testa di Gilbert con una forza tale da spaccarla di netto in due: la lavagnetta, non la testa, ovviamente.”

Anche tra i maschi Anna sembra avere il suo successo, anche se le due fazioni sono ben divise e interagiscono poco. Solo Gilbert, il ragazzo più bravo della scuola, tenta un approccio troppo permissivo con lei, definendola “pel di carota”; Anna, che soffre terribilmente per il suo colore di capelli, reagisce rompendogli la lavagnetta in testa e gli giura odio eterno.

Da questo momento, Anna vede in Gilbert il suo più grande nemico e utilizza questo sentimento mettendocela tutta a studiare e batterlo in ogni materia. Se riesce in quelle umanitarie, però, allo stesso modo arranca in quelle scientifiche e ben presto entrambi diventano a pari merito gli studenti più meritevoli di Avonlea e instaurano un ottimo rapporto con l’insegnante Muriel Stacy che Anna vedrà come un esempio da seguire, sia per la sua preparazione, che per il suo ottimo carattere, che per un legame professionale con i genitori biologici.

“«Beh, la signorina Stacy vorrebbe mettere insieme un gruppetto di allievi per prepararli all’esame di ammissione alla Queen’s Academy. Gli farà un’ora di lezione extra tutti i giorni ed è venuta a chiedere a me e a Matthew se tu avevi intenzione di partecipare. Che ne pensi, Anna? Ti andrebbe di studiare alla Queen’s e prendere il diploma di insegnante?»”

Nel primo volume passano ben quattro anni, e arriviamo a un’Anna quindicenne, al suo ultimo anno di scuola. Studia giorno e notte per essere ammessa alla Queen’s Academy: la scuola superiore a Charlottetown, che le servirà per prendere il diploma da insegnante. Anna è terrorizzata dall’idea di non farcela, ma trova costantemente il supporto da Matthew e Marilla che non dubitano neanche un secondo della loro bambina. A esami finiti, Anna e Gilbert risultano primi, ancora una volta a pari merito, tra gli studenti e l’Accademia è alla loro portata.

La rivalità continua, anche se è più smussata dallo sbocciare della loro amicizia. Gilbert, in realtà, prova qualcosa di più, ma Anna non è per niente interessata a quella parte della vita, al contrario, frequentando il corso intensivo che le permette di diplomarsi in un anno invece che due, la ragazza ha ora una nuova aspirazione di vita: iniziare l’Università. Conscia del fatto che è riuscita nelle sue imprese solo per la rivalità con il ragazzo, si impone lo stesso ritmo, in modo tale da vincere la borsa di studio e non gravare economicamente sui fratelli Cuthbert, già provati da un terribile collasso economico.

Anna riesce anche in questo, ma quando scopre che Gilbert non proseguirà gli studi perché non può permetterseli, comincia a dubitare di se stessa: sarà in grado di dare il massimo anche senza la competizione con il suo storico rivale?

“Dopodiché anche Matthew oltrepassò il cancello, con quel suo sorrido timido sul volto. Anna lo conservò nella memoria fino a sera, quando salì nella sua cameretta e rimase a lungo davanti alla finestra aperta a pensare al passato e a sognare il futuro. Fuori la Regina delle Nevi era avvolta dalla luce bianca della luna e le rane cantavano nel terreno paludoso alle spalle di Orchard Slope.”

Nella sua ultima estate prima dell’Università, Anna affronta un tema spinoso con Matthew. Per tutti gli anni passati ad Avonlea lei si è sempre sentita vittima di un pesante macigno: i due fratelli, se potessero tornare indietro, rifarebbero tutto o si impunterebbero maggiormente con l’orfanotrofio per avere il tanto desiderato bambino maschio? Matthew, riluttante a esprimere del tutto i suoi pensieri, sorprende Anna ammettendo che non la cambierebbe neanche per una dozzina di maschi, ammettendole in faccia che è estremamente orgoglioso di lei e di tutto quello che è successo da quando è arrivata.


Purtroppo la notte stessa Matthew muore a causa di un infarto e la situazione finanziaria di Green Gables si aggrava ulteriormente. Anna sa che Marilla, ormai di salute cagionevole anche lei, non può rimanere da sola e la ragazza è così costretta ad abbandonare l’idea dell’Università.

“«Non sapevo che tu e Gilbert Blythe foste così amici da restarvene a chiacchierare per una mezz’ora buona davanti al cancello» disse Marilla sorridendo, ma con il volto serio.
«Non lo siamo infatti. Finora siamo stati ottimi nemici, ma abbiamo deciso che in futuro ha molto più senso provare a essere buoni amici. Siamo rimasti lì per mezz’ora? Mi sono sembrati solo pochi minuti. Ma sai, avevamo cinque anni di conversazioni mancate da recuperare, Marilla.»”

Venuta a sapere la situazione Gilbert, ormai diventato ufficialmente il nuovo insegnante di Avonlea, rinuncia al suo posto per cederlo ad Anna. Per questo gesto di enorme rispetto la ragazza confida al ragazzo il perché lo abbia trattato in modo così astioso e, deposte ufficialmente le armi da guerra, i due sono pronti per iniziare sul serio la loro amicizia.

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