venerdì 28 ottobre 2022

#Libri: Il naufragio

Non vi mentiremo: “Il naufragio” di Daniel Albizzati è uno di quei libri che vanno letti e riletti più volte nel corso della vita, un po’ come i grandi classici della letteratura.

Esce oggi in tutte le librerie, ma noi abbiamo avuto il privilegio di leggerlo in anteprima grazie alla Fazi Editore e dobbiamo dire di aver fatto l’errore di prendere il suo inizio con molta leggerezza.
A poche ore di lettura – non ci siamo resi conto che eravamo già a più di metà libro – però, tutto è cambiato: abbiamo capito che il naufrago sperduto e spaventato siamo tutti noi, ma procediamo con ordine.

Vadim è un ragazzo nato e cresciuto nella periferia romana. Suo padre è una figura quasi mitologica, che vive nei suoi pensieri in quanto non ha mai potuto conoscerlo davvero, sa solo il necessario: è finito in prigione e lì si è impiccato. Sua madre è morta quando era bambino, e la stessa malattia ha portato via anche la zia.
Vadim è sempre stato solo, e in questa solitudine ha trovato l’appoggio del suo branco fino a quando la vita lo ha costretto a scappare via. In questo viaggio disperato via mare, la nave su cui era un clandestino affonda e lui, affidato alla forza di un container, si ritrova salvo in un’isola sperduta dell’oceano Atlantico.
Attorno a sé c’è solitudine fisica e sporcizia, in quanto la corrente dell’oceano fa fluire lì tutti gli scarti degli umani che vivono nei paesi “civili”. Tutto ciò che può fare è tentare di sopravvivere e avendo trovato tra la spazzatura anche delle penne, comincia a scrivere i suoi pensieri su tutto ciò che trova: buste e pezzi di carta per la maggiore.
Quando riesce ad aprire il container, la sua speranza di trovarci qualcosa di utile svanisce presto: lì ci sono solo libri. Centinaia di libri che non possono servirgli a nulla, in quanto non è neanche in grado di accendersi il fuoco.
Tutto ciò che può fare per scampare alla noia, quindi, è mettersi a leggere.

Vadim, cresciuto in mezzo alla strada, sembra non avere problemi a procurarci il cibo: è spavaldo, si arrampica e il suo istinto di sopravvivenza lo fa trovare in fin dei conti a suo agio nella natura selvaggia. Sistema l’isola dalla spazzatura che si accumula frettolosamente, si arrampica su alberi e palme, cerca di costruire una zattera, e non molla finché non prova ogni tentativo.
Ciò a cui non è abituato, però, è la vera solitudine. Ora è costretto a rimanere solo con se stesso e in breve tempo il passato gli si para davanti come un mostro, con i sensi di colpa che diventano i suoi carcerieri e aguzzini. La lettura è un espediente, un esercizio che lo porta lontano mentalmente da quel posto e che riesce comunque a insegnarli molto.
Grazie alla lettura capisce come accendere un fuoco, riesce a immedesimarsi in altri che stanno vivendo le sue stesse ambasce - Robinson Crusoe è infatti uno dei libri lì presenti – ed è come se cominciasse ad avere molti amici pronti a consigliarlo.

Tra la lettura e la rilettura Vadim cresce mentalmente, matura, ma incrementa anche il suo senso di insofferenza, di angoscia, di paura. Gli attacchi di panico si intensificano, fino a prendere il controllo della sua mente. È proprio quando tutto gli sembra perduto, che trova un piccolo libricino che lo accompagna verso il cammino per la/della Consapevolezza.

Non aggiungeremo altro solo per evitarvi spoiler, ma vi garantiamo che è davvero difficile smetterla di scrivere, perché vorremmo dirvi molto altro.
Inquinamento, comportamenti egoici, l’umanità schizofrenica che è concentrata solo sull’apparire e il divenire, sono tutti argomenti che Albizzati affronta in modo veritiero quanto cruento.
Quando Vadim si rende conto di quello che ha fatto si dice che tanto vale morire, come se non fosse degno di proseguire con la vita, di voler trovare una salvezza.
Lo capiamo perfettamente, essendoci passati così tante volte, – nelle etichette Pensieri, Metafisica e Divina Commedia potete trovare molti articoli in cui ne parliamo – questo condannarci è pericoloso, eppure è come se non sapessimo fare altro.

Il libro/diario è una raccolta di pensieri di Vadim, un susseguirsi delle sue giornate. È diviso in quattro stagioni/capitoli: carne, intelletto, mente e anima che effettivamente ricordano anche le tappe della nostra vita, perché, come diciamo sempre, prima o poi arriva il momento in cui una voce ci sussurra che c’è molto altro oltre ciò che definiamo materia.
Noi siamo certi che riprenderemo in mano il libro tra qualche mese e così faremo per il resto di questa nostra vita. Voi? Siete pronti per conoscere ciò che si cela dietro ogni nostra storia?

“Il naufragio” è disponibile in tutte le librerie a partire da oggi!


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