lunedì 31 ottobre 2022

#Musica: Libera

Nel 2005 Marco Masini pubblica l’album: “Il giardino delle api”, a nostro avviso uno dei più sottovalutati della sua carriera.     
Tutti gli undici brani hanno un testo all’apparenza semplice, ma che se ci si sofferma maggiormente sulle parole e sulla melodia, si nota fin da subito la loro estrema profondità.

Oggi siamo qui per parlarvi della seconda traccia: “Libera”. Il brano è dedicato a una figlia immaginaria, che è pronta a distaccarsi dal padre per iniziare la sua vita indipendente. Non possiamo fare a meno, però, di considerare l’idea che possa essere dedicata a qualsiasi tipo d’amore: fraterno, amicale, romantico… perché arriverà sempre il momento in cui una delle due parti sentirà il bisogno di andare via, e questo non dovrebbe rovinare il sentimento dell’amore.

Attenzione: l’articolo si riferisce a relazioni sane. Se stai vivendo in una relazione tossica, non esitare a chiedere aiuto.

Ti lascerò volare via
come l’ultima freccia del cuore
tu che non hai nessuna idea
dell’amore che provo per te
ma era destino e senza di noi
dovrai difenderti dai dubbi che non hai.

Ascolterò questa bugia
che sei stanca di fare la figlia
che vuoi scalare la realtà
con la smania dei tuoi ventisei
ma cerco il coraggio per dirti di sì
e stringendo il mio arco, io ti lancerò così…

Troppo spesso non facciamo differenza tra ciò che pensiamo e ciò che diciamo. Chi sta scrivendo è la prima ad avere così tanta impulsività da dimenticarsi, a volte, di azionare il filtro bocca-cervello, quindi sappiamo benissimo di cosa stiamo parlando e non c’è giudizio nelle parole che utilizzeremo.
Quando la persona che amiamo ci comunica che ha bisogno di lontananza, di fare qualcosa che potrebbe portarla lontana da noi, anche se l’amore non è messo in discussione, è normalissimo sentire il bisogno di negargli quella scelta; è normalissimo pensare che siano bugie, qualcosa di detto solo per raccontarsela; è anche normalissimo chiedersi perché mai vorrebbe decidere di andare via quando la amiamo così tanto.

Non è più normale, però, quando questi discorsi prendono voce, fuoriescono dalla nostra bocca, cercando di legare la persona a noi. Trovare il coraggio per dire: “”, per tenere la porta aperta in ogni momento della relazione, sempre e comunque è difficile, certo, ma è l’unico comportamento sano.

Fino al centro della vita ti mancherò, mi mancherai
come agli occhi il sale delle lacrime
in quell’alba sconosciuta
che ho visto anch’io nei sogni miei
ma che dovrai raggiungere da sola.

Quando qualcuno va via da noi è normale sentirne la mancanza, non è normale fare in modo che quel sentimento ostacoli la vita dell’uno o dell’altro. Se qualcuno va via fisicamente, non è detto che lo faccia anche spiritualmente. Non parliamo solo di morte, ma anche di qualsiasi rapporto concluso. Non vi neghiamo, infatti, che chi sta scrivendo questo articolo, continua a parlare con le amicizie che ha perso nel passato. Le ricerca durante le meditazioni, pensando ai consigli che avrebbero saputo darle, alle lezioni che ha imparato da loro, in un ricordo che torna in superficie solo per aiutarla. Perché, infatti, smettere di considerare l’enorme ruolo che hanno avuto in noi? Perché non riconoscere che chi siamo è dovuto anche per merito loro?
Nella canzone a parlare è un padre, quindi più difficilmente il rapporto può considerarsi del tutto chiuso, ma quando si sta in amicizia o in amore, si hanno inevitabilmente punti in comune, sogni da realizzare insieme. Perché credere che se uno va via, debba rinunciarvi? Perché non continuare a sperare che possano accadere, anche se si sta su strade diverse?

Ti guiderà la nostra idea
che l’amore è il cemento più duro
per costruire una città
che sia fatta a misura di noi
ma saranno il coraggio e la tua fantasia
o la promessa di un angelo a farti volar via.

Qualsiasi rapporto ben costruito, anche se distante, non smette di vivere in noi. Siamo tutti insegnanti di tutti ed è per questo che quando finisce una qualsiasi relazione, è importante andare avanti con gli insegnamenti appresi, senza scadere in rancori o desideri di vendette.

Ora che stiamo nell’età adulta, che i quaranta sono più vicini dei venti, ci rendiamo conto di come il nostro passato nutra quotidianamente i nostri giorni.
Basta fare un re-watch di una serie televisiva che seguivamo durante il liceo per ricordarci di com’eravamo e di chi avevamo accanto. Basta una canzone uscita nei nostri anni dell’adolescenza, come questa, per esempio, a ricordarci chi ci ha parlato per la prima volta di una passione che coltiviamo ancora adesso.

Insomma, anche se non sentiamo i compagni di classe da quasi quindici anni, loro non smettono mai di fare parte di noi, anche se non avevamo tutto questo bel rapporto.

Fino al centro della vita ti mancherò, mi mancherai
come al cielo il volo delle rondini
in quell’isola incantata
che ho visto anch’io nei sogni miei
ma che dovrai raggiungere da sola

[e allora vola finché puoi]
fammi almeno credere così
[perché così mi aiuterai]
a ritrovare quell’isola con te
e a fare centro dentro me.
E a fare centro dentro me.
E poi ti chiamerai libera.

Fino al centro della vita ti mancherò, mi mancherai
come al vento il gregge delle nuvole [libera]
in quella luna innamorata
che ho visto anch’io nei sogni miei
ma che dovrai raggiungere da sola
[e allora vola finché puoi]
fammi almeno credere che sei
[e che sarai per sempre libera].

Ogni relazione è un legame, ma tale legame non può essere visto come un guinzaglio al collo o delle manette ai polsi. Questo legame è più simile a una linea invisibile di scambio, un continuo, infinito dare/ricevere.

Sarà che nella sua etimologia “relazione” deriva proprio dal verbo latino: “referre”, quindi “riferire”; sarà che vediamo gli altri come uno specchio di noi stessi, a rimandarci la nostra stessa immagine; sarà quello che volete, ma quando si comincia a ragionare così, non possiamo fare a meno di supportare le scelte degli altri, qualsiasi esse siano. Così, anche se qualcuno che amiamo decide di andare via da noi, non possiamo fare altro che essere felici abbia il coraggio di volare da solo, in piena libertà, perché vuol dire che in un modo o nell’altro siamo stati in grado di insegnarglielo.

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