sabato 4 luglio 2020

#Musica: Ci vorrebbe il mare

Così come i libri e le poesie, anche le canzoni raccontano storie che entrano nella nostra vita, penetrano in profondità e parlano a ogni fibra del nostro inconscio. Le canzoni sono la colonna sonora della nostra vita, soprattutto quelle dei nostri artisti preferiti.  
Le ascoltiamo a ripetizione, centinaia di volte durante l’anno e anche se le parole non cambiano, le emozioni sono sempre diverse.       
   
È mia abitudine, fin da bambina, crearmi in testa storie lunghe anni quando ascolto le mie canzoni preferite. Una di queste è diventata una Fan Fiction (clicca qui se vuoi leggere Penny Lane) altre sono ancora in attesa di essere scritte e pubblicate. Una di queste è “Ci vorrebbe il mare”, di Marco Masini.
Pubblicata nel 1990, è a mio avviso la canzone dell’artista toscano più bella; una delle più belle del panorama musicale negli ultimi trent’anni. Parliamoci chiaramente: anche Masini rientra tra gli artisti talentuosi più snobbati in Italia e non a caso è il mio cantante preferito in assoluto. Beh, dai, dopo i Beatles.

A tre anni cantavo già le sue canzoni, ma è stato durante il primo anno del liceo che ho riscoperto la sua musica, cantandola con tutto il fiato che avevo in gola, ma restando quasi ammutolita quando il mio cd “Marco Masini” passava la traccia numero cinque.
Ascoltavo attentamente ogni verso, chiudendo gli occhi, lasciandomi trasportare dalle immagini che si creavano nella mia testa e le emozioni che uscivano fuori dal mio inconscio. Era il 2003 quando realizzai che per me “Ci vorrebbe il mare” è un inno all'amore inconscio, alla crescita personale, all'amare se stessi per amare gli altri.

“Ci vorrebbe il mare che accarezza i piedi mentre si cammina verso un punto che non vedi”

Se consideriamo il mare come il nostro inconscio, come un qualcosa che sappiamo che c’è ma che ancora non abbiamo scoperto del tutto, che custodisce i nostri segreti più profondi, capiamo che l’unico modo che abbiamo per andare verso un punto, un obiettivo, nella nostra vita è affidarci completamente alla nostra parte ombra. Quella che ci controlla, ma che noi non riusciamo a controllare.

“Ci vorrebbe il mare su questo cemento. Ci vorrebbe il sole col suo oro e col suo argento”

Quando la nostra realtà è statica, quando tutto rimane com’è e lo vediamo fermo, immobile, come un qualcosa che non riusciamo a cambiare, ci viene in soccorso il mare, la nostra natura inconscia. È lei che cambia le regole, che mischia le carte sul tavolo. È la parte di noi che ama il rischio e che ci fa mettere in gioco, perché è solo seguendo il nostro flusso di corrente che viviamo.

“E per questo amore figlio di un’estate ci vorrebbe il sale per guarire le ferite dei sorrisi bianchi fra le labbra rosa a contare stelle mentre il cielo si riposa”

Spesso viviamo le nostre relazioni rimanendo a riva. Stiamo sdraiati, accanto alla persona che amiamo, abbiamo l’acqua del mare che ci bagna e guardiamo verso il cielo, ma non siamo completamente immersi in noi stessi e nell’altro. Siamo convinti che per avere qualcosa di bello dobbiamo soffrire. Che per guarire una ferita bisogna gettare del sale, che solo attraverso l’angoscia e l’ansia possiamo ottenere la tranquillità.

“Ci vorrebbe il mare per andarci a fondo ora che mi lasci come un pacco per il mondo. Ci vorrebbe il mare con le sue tempeste che battesse ancora forte sulle tue finestre”

Ma la realtà di una relazione non la si vive stando sulla riva. Si deve prendere per mano l’altra persona, correre verso il mare e lasciarsi andare. Tuffarsi, perlustrare l’inesplorato, vivere ogni tempesta emozionale e riposarsi quando tutto torna alla calma; sempre stando completamente immersi nell’acqua.

“Ci vorrebbe il mare sulla nostra vita che lasciasse fuori come un fiore le tue dita così che il tuo amore potrei cogliere e salvare ma per farlo ancora, giuro, ci vorrebbe il mare.”

L’acqua dà la vita. Tutto nasce dall’acqua, tutto è attraversato dall’acqua. E così tutto nasce ed è attraversato dal nostro inconscio. Quando facciamo amicizia con esso, quando cominciamo a conoscerlo, stringiamo il legame più bello della nostra vita perché è quello con noi stessi. E allo stesso momento diventiamo un tutt’uno con l’universo e con ogni essere vivente. Solo amando noi stessi, possiamo amare la persona che scegliamo di avere accanto.

“Ci vorrebbe un mare dove naufragare come in quelle strane storie di delfini che vanno a riva per morir vicini e non si sa perché. Come vorrei fare ancora, amore mio con te”

Noi moriamo e rinasciamo ogni giorno. Impariamo cose nuove quotidianamente, e cresciamo. Lasciamo indietro le vecchie abitudini, i pensieri che non ci rappresentano più per andare avanti più forti con quello che è il nostro nuovo essere. E la stessa cosa, come in uno specchio, accade nelle nostre relazioni: quando andiamo a fondo in esse, quando le viviamo effettivamente, moriamo e rinasciamo assieme al nostro partner.
Dato che siamo tutti collegati, legati da più fili invisibili, una volta scoperto il nostro mare e il mare delle persone che amiamo, abbiamo compiuto un passo verso la conoscenza e la riscoperta dell’umanità intera.

“Ci vorrebbe il mare dove non c’è amore. Il mare, in questo mondo da rifare. Ci vorrebbe il mare”

Dopo trent'anni dall'uscita di questa canzone, ancora sentiamo il bisogno di cambiare il mondo. Molto è stato fatto dal 1990 ad oggi, e molto ancora dovrà essere fatto. Cerchiamo di non restare più in riva.

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