sabato 11 luglio 2020

#Libri: Come il mare in un bicchiere

Ho sempre pensato che un autore, per essere davvero bravo, debba essere in grado di lanciare un messaggio con le proprie parole: che sia sull’importanza delle scelte (come l’intera saga di Harry Potter) o sull’importanza di non rimanere passivi alla vita e alle sue crudeltà per un mondo più giusto (la saga di Hunger Games).

Ci sono, poi, libri che con poche pagine riescono a farci riflettere sulla nostra condizione. Quest’ultimo punto, però, non è venuto tanto da un libro, quanto da un evento: il lockdown in seguito al covid. Siamo rimasti in casa, in balia di noi stessi. Per la prima volta non c’è stata fretta che potesse tenere, impegno improrogabile: eravamo semplicemente nudi davanti a noi stessi, pregi e difetti. Il nuovo libro di Chiara Gamberale, “Come il mare in un bicchiere” è una anamnesi psicologica su come il lockdown abbia influito su quelle persone prigioniere di loro stesse.
Chiariamo da subito, come fa l’autrice stessa: non è un diario su come Chiara, la protagonista, ha vissuto i mesi chiusa in casa, no. È più un quaderno emotivo. È la lotta interna per riprendere il controllo della vita e delle scelte, dopo averle per settimane (o per anni) demandate ad altri.

Nel libro c’è un elemento che ho trovato particolarmente interessante: il concetto di “Fuori di Testa”. La Gamberale, nel suo libro, ammette di non aver mai sopportato quella definizione e, dopo aver letto il suo libro, anche io. Chi viene comunemente additato come “fuori di testa” è in realtà vittima di essa. Non è fuori da se stesso, ma imprigionato nella mente. Pensate ad un bicchiere che debba contenere il mare, a quanto quest’ultimo possa sentirsi “chiuso” in esso. Ecco, le mente è un luogo terribile per chi ne è prigioniero.  Quando la vita intorno a noi è troppo frenetica, quando diventa un po’ troppo, alcuni – come Chiara – si rintanano nella loro mente, dentro la testa. Ed ecco che il concetto di “Fuori di Testa” diventa di “Dentro di Testa” per la protagonista e i suoi amici, gli Animali dell’Arca senza Noè.

In questi appunti di vita, forti e duri, l’autrice parla di come riprendersi i propri spazi, di come il lockdown sia diventato un’arma per chi nella vita si è sempre sentito in bisogno di dire di sì, per essere amato o accettato. Ed ecco che la distanza sociale diventa un potere incommensurabile nelle nostre mani: allontaniamo chi ci fa male, invitiamo ad avvicinarsi gli altri. Che i gesti fatti in quarantena saranno un monito per il futuro per proteggerci e dare importanza alle cose che veramente amiamo. Abbiamo bisogno di incontrarci e non si assembrarci, di indossare la mascherina quando l’aria intorno è troppo pericolosa. Ed ecco che lo stare chiusi in casa e le fasi 2 e 3 danni i loro frutti cambiandoci, dove ci buttiamo Là Fuori e smettiamo di nasconderci Dentro di Testa.

Queste poche pagine di diario sono un inno ad uscire dal guscio di cui siamo costantemente prigionieri, sia per chi vive dentro di testa che chi no. Nessuno può aprire la porta del nostro essere se non togliamo la chiave dalla toppa. Abbiamo imparato a convivere con noi stessi, è tempo di riaprirci al mondo Là Fuori.
Ultimo ma non per importanza, "Come il mare in un bicchiere" di Chiara Gamberale ha anche un valore aggiunto: il ricavato delle vendite di questo libro verrà devoluto allo spazio d'accoglienza per i bambini e le famiglie di CasaOz in situazione di emergenza Covid-19.

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