mercoledì 29 luglio 2020

#MustToWatch: La fantastica signora Maisel

Non sempre riesco a terminare tutti i libri che inizio, sono umana anch’io e alcuni mi fanno sentire totalmente in gabbia. A volte il motivo è semplice: la caratterizzazione ormai passata dei personaggi.

Non che io sia una scrittrice esperta, né voglio passare per quella che sa tutto, ma proprio non posso più tollerare una storia ambientata nei nostri tempi dove la donna viene descritta ingenua, acqua e sapone, che pensa solo allo studio o al lavoro, quasi asessuata ai livelli di una Madonna. Incontra per puro caso l’uomo stupendo, stronzo, amante del sesso, arrogante. I due si innamorano perdutamente dal primo istante, battibeccano per qualsiasi cosa e poi danno inizio alla loro storia d’amore. E al completare il tutto c’è la donna rivale: la svampita, l’aperta sessualmente, quella che ricerca nell’uomo stronzo solo la stabilità economica, perché parliamoci chiaramente: l’uomo stronzo di questi romanzetti è sempre ricco di famiglia. Mi viene il voltastomaco.

Non starò qui a fare i nomi di questi romanzi, perché sono dell’idea che: “Se non hai nulla di carino da dire, taci.”, ma davvero sentiamo ancora il bisogno di mandare avanti queste storie?

Mi sono innamorata di una serie tv Amazon: “La fantastica signora Maisel” ("Marvelous Mrs. Maisel” è il suo titolo originale). L'ho iniziata per un unico motivo: la creatrice è Amy Sherman-Palladino, che quasi venero solo per aver dato vita a "Una mamma per amica" ("Gilmore’s Girls").

Ambientata nella New York di fine anni cinquanta, conosciamo il personaggio di Miriam (Midge) Maisel - interpretata da Rachel Brosnahan - che nell’arco di una sola puntata è costretta a cambiare totalmente la sua vita: viene lasciata dal marito e, in preda ad una sbronza colossale, inizia la sua carriera nella stand-up comedy.

Midge ha un carattere forte e grazie al suo carisma e alla sua comicità non si dà mai per vinta. Suo marito Joel – interpretato da Micheal Zegen - capisce presto l’errore, tenta di riconquistarla, ma lei rifiuta perché: “Te ne sei andato.
La forza di Midge sta proprio nel rendersi conto che l’amore non basta. Due persone possono essere innamorate, come lo saranno sempre lei e Joel, ma ciò non vuol dire che debbano per forza stare insieme.
Anche il personaggio di Joel viene descritto andando oltre gli schemi maschili: sì, ha tradito la moglie, ma si è pentito, cerca di riconquistarla e anche se non ci riesce, sostiene la sua carriera con ammirazione e devozione.
Siamo a inizio anni sessanta quando Midge decide di seguire Shy Baldwin (Leroy McClain) in tour aprendo i suoi concerti. Ha il pieno appoggio del marito, che deciderà di raggiungerla durante una delle tappe.

Midge non è la sola nel cammino verso la fama: accanto a lei c’è la sua amica e manager Susie Myerson – Alex Borstein - dal carattere e dall'aspetto completamente diversi dalla comica. Il rapporto tra le due è speculare: i punti di forza di una, sono le insicurezze dell’altra.

Il tutto viene condito da una comicità fresca e pungente, che fa ridere ma anche riflettere su come sia migliorata la situazione della donna negli ultimi settant’anni. Altri personaggi, quali Abe e Rose Weissman – rispettivamente Tony Shalhoub e Marin Hinkle - sono più tradizionalisti, ma mai banali.

È questa una delle armi vincenti della Palladino: creare personaggi fortemente ancorati a vecchie idee (come Emily e Richard Gilmore), ma che non risultano passati.

Rose, la madre di Midge, non s’interessa alla carriera della figlia, la sminuisce, pensa alle apparenze e crede che una donna abbia come unico compito quello di trovare marito. Eppure, è lei che tiene in mano le redini della casa, che sprona il marito e che per un periodo di tempo ha il coraggio di lasciare tutto per vivere da sola a Parigi.

Abe a volte si comporta da padre-padrone, decidendo per la moglie e la figlia, eppure le lascia libere, non si impone e perdona sempre, a suo modo. Si avvicina alle correnti giovanili degli anni sessanta, ritrovando uno spirito combattivo che pensava di aver perduto.


La semplicità non è sinonimo di normalità, o mediocrità. Si può essere in grado di scrivere personaggi dall’animo antico, in chiave moderna, bisogna solo lasciare andare vecchie convinzioni.
Come ci insegnano Midge e Susie, una donna può tutto: basta che cammini “A tette in su!

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