lunedì 7 dicembre 2020

#Intervista: Satira e Web, una chiacchierata con Video Fake tv

Noi di 4Muses vi abbiamo già parlato del politically correct e di come questo flusso di coscienza a volte sia così tanto esaltato da sfociare nell’assurdo. A volte per dire qualcosa bisogna essere “nudi e crudi”. Le parole hanno certamente un loro peso, proprio per questo bisogna essere consapevoli dell’uso che se ne fa.
 
Masini, ad esempio, a inizio anni Novanta, ci ha insegnato che a volte un “Vaffanculo” ha più forza di un “Potresti smetterla, per favore?”. Forse è proprio per essere entrato a pieno regime nella nostra quotidianità che è stato sdoganato come insulto.

Il 7 gennaio 2015 “siamo stati tutti Charlie Hebdo”, il popolo si è unito nel sacrosanto diritto alla satira. Nel 2020, improvvisamente, non si può più parlare di niente. Qualsiasi affermazione può essere presa come un insulto, o travisata.

In un mondo dominato dalla morale dell’antibullismo, ma dove il web non manca di linciare nella propria community qualsiasi persona, per qualsiasi errore, quanto è difficile fare della satira gestendo una pagina da oltre duecentomila follower? Lo abbiamo chiesto al team di Video Fake TV.
 
Quanti siete? È difficile gestire tante menti diverse, o state quasi sempre sulla stessa lunghezza d’onda?

Siamo in sei. Ormai i meccanismi e l’intesa tra noi sono talmente collaudati, che viaggiamo più o meno sulla stessa lunghezza d’onda. È chiaro che a volte possono esserci divergenze d’opinione su un video, o su un particolare di un video, ma la soluzione si trova praticamente subito. Ci confrontiamo in maniera civile, senza insulti, e si risolve tutto.
 
Come nasce l’idea per un video? Prendete spunto dall’attualità, o vi ispira altro?

Entrambe le cose. L’attualità è chiaramente importante, è uno dei temi principali da cui si attinge e si trae ispirazione, ma andiamo anche su altro. Altro significa qualsiasi tipo d’idea che possa venire. Ad esempio: video a tema musicale con canzoni fatte cantare da personaggi improbabili che però creano quell’effetto comico, esilarante e che va per la maggiore.
 
Quanto è difficile fare della satira nel periodo del politically correct?

Difficile, c’è poco da dire. È difficile cercare di stare in certi limiti. I confini sono labili, non ben definiti, quindi a volte basta veramente una sciocchezza, a far sorgere un’ingiustificata e immotivata indignazione popolare. Quindi sì, è arduo. Viviamo in tempi complessi, dove bisogna considerare ogni minimo particolare prima di pubblicare un video.
 
Il politically correct, oltre a limitare molto nell’ironia, sta minando anche la creatività. Basta raccontare una storia dal punto di vista maschile per suscitare l’ira delle femministe, ad esempio. Pensate anche a questo quando vagliate le idee per un video, o siete più impulsivi?

Non ci possiamo permettere di essere impulsivi, bisogna valutare tutto. Ecco perché ci si confronta su ogni video, e ogni video viene vagliato da tutti nella chat che abbiamo. Basta una perplessità di un singolo per esaminare la questione e decidere cosa fare. Forse siamo fin troppo riflessivi.
 
Spesso i commenti di haters o persone indignate possono rovinare il messaggio che volevate lanciare. Come li gestite? Rispondete o lasciate correre?

All’inizio rispondevamo ma, da quando la pagina è diventata così grande, abbiamo smesso. Se la critica è costruttiva, leggiamo e ne prendiamo atto. Se invece viene dall’odiatore di turno, è inutile ragionarci su. Non solo non merita risposta, ma viene direttamente bannato.
 
Vi è mai capitato di ricevere risposta da un personaggio famoso su cui avete fatto un video? Se sì, come ha reagito?

Casi particolari non ce ne sono stati. Le reazioni su Instagram sono sempre positive, alcuni repostano, altri commentano entusiasti.
 
Siamo curiose, potete farci qualche nome?

Sono così tanti che alcuni verrebbero dimenticati sicuramente, quindi forse è meglio non farli.

Ringraziamo i ragazzi di per aver risposto alle nostre domande. Vi lasciamo il link, nel caso manchi ancora il vostro like sulla pagina Video Fake TV

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