sabato 12 dicembre 2020

#Pensieri: The Sims e il complesso del dio

Mi sono sempre chiesta se “The Sims” potesse favorire o meno il complesso del dio, una sorta di delirio di onnipotenza, nei giocatori. È largamente diffusa l’idea che i videogiochi possano incitare qualsiasi tipo di comportamento anticonvenzionale, senza comprendere che un soggetto (non disturbato in precedenza) dopo aver giocato per un numero non esagerato di ore, può tranquillamente vivere la propria vita, senza che possa uscire di casa per commettere una strage. 
È stato studiato anche il fatto che videogiochi violenti possano avere una funzione di catarsi e il caso di "The Sims" non è diverso. Trattandosi di un gioco di simulazione, il giocatore si trova a costruire il mondo dei suoi personaggi, proprio come una divinità che prepara la “terra” su cui cammineranno le sue creazioni. 

Dalla costruzione di un intero e proprio quartiere a quello delle case, dei luoghi di comune interesse (locali notturni, biblioteche, palestre, ecc), alla fondazione di una vera e propria stirpe da seguire, il futuro dei personaggi è nelle nostre mani. Solitamente si parte dalla creazione di sim dalle caratteristiche fisiche più varie, scegliendo anche quali saranno i suoi desideri e le sue aspirazioni di vita. Certo, quando si installa il gioco per la prima volta in assoluto, si tende sempre a creare un personaggio perfetto, solitamente con un carattere aperto e solare, con ambizioni che possono variare dalla famiglia al successo, dal ladro all’accumulatore seriale. Si segue poi la vita del personaggio, curando i suoi bisogni primari (dormire, mangiare, lavarsi, parlare con qualcuno) e guidandolo nella sua carriera lavorativa. Dalla gavetta, i nostri personaggi seguiranno la strada del successo, se decidiamo che la compiano, altrimenti la nostra “creatura” rimarrà nella mediocrità. 
Nel gioco vi è anche la possibilità di imporre il libero arbitrio (vi ricorda qualcosa?): se stiamo seguendo un sim diverso da quello che abbiamo creato, gli altri andranno avanti con la loro vita, crescendo e curando da soli i propri bisogni, fermorestando che si può rimuovere o prendere comunque il controllo in qualsiasi momento del gioco. In un susseguirsi di giorni e notti, stagioni e “anni”, guidiamo i nostri personaggi dalla fase neonatale a quella geriatrica, come se fossimo proprio delle divinità che prendono le scelte per le loro pedine.

Ma arriviamo alla parte più divertente e forse anche quella più curiosa del gioco, a quel lato a cui neanche un dio può sottrarsi: la morte.

Ok, lo ammetto, detta così non suona affatto bene, ma se i creatori di The Sims ci hanno messo tanto impegno, un motivo ci sarà. Sin dalla sua creazione, i giocatori hanno tentato di “torturare” i loro personaggi nelle maniere più strane. Avanti, chi non ha mai tolto la scaletta dalla piscina al personaggio nei primi anni del gioco, quando ancora non bastava raggiungere il bordo e scavalcare? Consideriamolo come uno stile di “gioco anormale” che è, però, dato dall’amore dei giocatori per le morti creative. Gli ideatori del gioco non potevano rimanere indifferenti davanti a questo cambio di rotta e di conseguenza hanno inserito modi sempre nuovi per tormentare i personaggi. Il creatore di The Sims, Will Wright disse che “la volontà di fare del male ai personaggi fosse una semplice azione catartica”, non ritrovando alcun collegamento con atti di violenza una volta spento il pc. La tortura dei nostri sim e la loro successiva morte sono nelle nostre mani, il tutto rimandato alla nostra curiosità, cercando di capire fino a che punto il gioco ci permette di farlo. The sims permette a tutti i giocatori di andare controcorrente.

Alle idee più stravaganti e “sadiche” dei giocatori mette fine una figura spettrale, vestita di nero: il Tristo Mietitore. Sarà lui a portarsi via il sim che abbiamo deciso di torturare. Non solo, però: il mietitore verrà a prendersi anche un personaggi con il liberto arbitrio, sia che questa muoia di vecchiaia, che si metta ad armeggiare con oggetti elettrici senza averne l’esperienza giusta e ne rimanga folgorato o, come mi è successo l’altro giorno per la prima volta, che un sim muoia dalle risate… letteralmente!

Forse no, nel giocare a The Sims non c'è un vero e proprio complesso del dio, quanto un bisogno, a volte, di andare controcorrente senza che qualcuno possa condannare le nostre scelte.

Vi lascio il link, nel caso qualcuno voglia provare il gioco: The Sims 4

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