martedì 22 dicembre 2020

#Intervista a Talkingtomybody: Sara Busi

Noi di 4Muses, in questo spazio, cerchiamo di trattare i più diversi argomenti che riguardano la nostra società e la nostra cultura; ma è ovvio che ne siano alcuni che sono più strettamente connesse a chi siamo e a come viviamo e che, quindi, in un modo o nell'altro hanno una rilevanza maggiore. Tra questi vi è, quasi senza alcun dubbio, il discorso sui disturbi alimentari e sulla conseguente cura di mente e corpo. Ne avevamo già parlato quando avevamo fatto un'analisi della canzone di Melanie Martinez "Orange Juice" e oggi torniamo a farlo portando la testimonianza di: Sara Busi, meglio nota come Talkingtomybody.

Abbiamo scoperto il suo profilo un po' per caso, scorrendo tra i reels di Instagram, e siamo rimaste immediatamente colpite dalla sua storia. Il 28 novembre del 2019 lei si è sottoposta all'intervento di bypass gastrico. Un argomento che ci è parso quasi provvidenziale visto il percorso che sta iniziando una di noi 4. 
Questo intervento le ha permesso di perdere un bel po' di chili, ma non ci vogliamo soffermare su ciò, quanto più sulla forza che questa donna riesce a trasmettere nelle sue storie attraverso anche le sue parole. Proprio perchè voglio mostrarvi lei in tutta la sua interezza e forza vi lasciamo alle sue parole sperando che possano ispirarvi e possano esservi d'aiuto come lo sono state per noi. 

D. Ciao, Sara. Iniziamo questa intervista. Descriviti in 3 aggettivi per chi non ti dovesse conoscere. 

Impulsiva 
Chiassosa 
Affidabile 
Non mi sono venduta molto bene con questi tre aggettivi… ma la verità, per me, conta più di qualsiasi altra cosa. 

D. La prima domanda che vorremmo porti è: cosa ti ha spinta a iniziare il percorso medico che ha portato poi all’intervento di bypass gastrico? 

L’immagine riflessa nello specchio non rispecchiava più la percezione che avevo del mio corpo. 
I miei 133kg erano la mia armatura, attraverso la psicoterapia ho acquisito nuovi strumenti per difendermi e la mia protezione non mi serviva più. 
Prima di operarmi ho vissuto due anni a Londra, dove pesare 133kg non è mai stato un problema a livello sociale e lavorativo, al contrario che in Italia. 
Questa tranquillità assoluta ha portato in me un grande bisogno di riflessione e infine a una voglia irrefrenabile di cambiamento. 

D. Cosa diresti alla te stessa di un anno fa? 

Sara, vai avanti come un treno come stai facendo. Ignora chi cerca di frenare il tuo cambiamento riversando su di te le sue insicurezze. 
Respira e piangi quanto vuoi. 

Link alla foto
D. Cosa cerchi di dire alle tue fan che magari sono interessate a intraprendere un percorso simile al tuo? 

Non chiedete pareri medici a sconosciuti su internet. Il vostro medico di base è a vostra disposizione per qualsiasi domanda e per aiutarvi a capire come muovere i primi passi. 
Senza psicoterapia il mio percorso non sarebbe stato lo stesso, probabilmente ora sarei persa. Lo consiglio sopra ogni cosa. 
Avere qualcuno di competente che ti guidi in questo percorso è fondamentale, perdere tanti chili in così poco tempo non è da sottovalutare. 
Dopo un anno, io stessa non so ancora quanto spazio occupi il mio corpo. 
In più c’è anche da prendere in considerazione che ci si potrebbe arrabbiare con la società, come è successo a me. 
Perdere 63kg mi ha resa ‘’valida’’ agli occhi di molti, venendo ricoperta di attenzioni da persone che non mi avrebbero nemmeno guardata quando pesavo 133kg. 
Questo ha causato in me molta rabbia, che va gestita e non repressa.

D. Vorremmo che ci parlassi un po’ del tuo profilo Instagram, della tua vetrina e del modo con cui ti approcci al momento in cui pubblichi un post. 

Il mio profilo Instagram è nato come ‘diario di bordo’, l’ho aperto per documentare il mio percorso, poi si è evoluto in ‘diario dei segreti’, sto sorridendo mentre lo scrivo, però è vero, condivido molte riflessioni intime sulla relazione, che man mano cambia, con il mio corpo e la società. 
Per me è davvero importante apparire al 100% reale, infatti le mie foto oltre a qualche modifica ai colori sono vere. Non cancello brufoli, smagliature e cellulite. 
Lo faccio perché io stessa ho sempre creduto di essere sbagliata comparando il mio corpo con quello di sconosciute su Instagram, per poi scoprire che era tutto finto. La loro ‘’perfezione’’ era solo frutto di filtri e modifiche. Sono stanca di essere presa in giro, la finzione non mi piace. 
Vorrei che una ragazza di 13 anni che sta imparando a scoprire il suo corpo si sentisse bene vedendo che esiste qualcuno che le assomiglia, perché sappiamo tutti quanto si è fragili a quell’età e io non voglio in nessun modo contribuire a questo circo che è diventato Instagram. 
La pubblicazione dei miei post avviene dopo un processo di riflessione su un argomento. 
Alcune notti sono particolarmente pensierosa e scrivo molto. Una volta che il copy è pronto creo un immagine da abbinarci per enfatizzare il senso dei miei pensieri. Poi non ci penso su troppo prima di pubblicare. Se mi piace premo invio. 

D. Il tuo rapporto con i fan, quanto è complicato e quanto impatta nel percorso fatto finora col tuo corpo? 

Il rapporto con le Ame (è così che chiamo le persone che mi guardano, senza distinzioni di genere!) è stupendo. Sono davvero felice di poter dire che ricevo giornalmente una valanga d’amore. Sono riuscita ad attirare persone estremamente empatiche e ironiche, un po' simili a me, persone che nella vita reale potrebbero essere tranquillamente mie amiche. Penso che non ci sia nulla di più bello! 
Quello che mi ha colpita di più è che rappresento per molti un safe-space, quella persona a cui scrivi quando vuoi un consiglio sapendo che non ti giudicherà mai, sapere di ispirare fiducia è una sensazione impagabile. 

D. Qual è il tuo rapporto con i movimenti Body-Positive? Il fenomeno secondo il tuo punto di vista? 

Quando associano il mio profilo alla Body-Positive cerco sempre di ricordare a tutti che io non mi reputo una Body-Positive advocate. Secondo me, come qualsiasi cosa, va studiata a fondo e io non l’ho mai fatto. Quello di cui parlo io è più self-love e accettazione di se stessi, non conosco niente meglio di me stessa, quindi è giusto che io mi concentri sul raccontare la mia esperienza di vita. 
Il vero Body-Positive è un movimento incredibile, creato per dare voce a tutti i corpi che non hanno alcun tipo di rispetto da parte della società. Penso che sia un movimento con dei fondamenti importanti, ma purtroppo, ultimamente, viene usato a sproposito da persone che magari non si sono nemmeno prese la briga di fare una ricerca e capire di cosa si tratta. Per colpa di queste ultime spesso viene screditato ed è un peccato. 

D. Ad oggi come definiresti il tuo rapporto con il cibo?
 

Il mio rapporto con il cibo è meraviglioso. È la prima volta in 27 anni di vita che sono tranquilla. Lo vedo semplicemente come carburante per far funzionare la mia macchina e non come un amico consolatore. 
Volevo condividere dei video ‘‘what i eat in a day’’ puramente a scopo informativo, visto che su internet non se ne parla molto dell’alimentazione con il bypass gastrico, ma ho ricevuto una marea di messaggi dove mi chiedevano di non condividere quello che mangio e soprattutto le grammature. Mi è dispiaciuto, devo essere sincera… perché io un anno fa, prima dell’operazione, avrei voluto vederlo sia per curiosità che per sapere a grandi linee come sarebbe stato il mio futuro. 
Però capisco che molte persone che mi seguono hanno sofferto o soffrono di disturbi alimentari, lungi da me l’idea di far star male qualcuno. 
Ho quindi trovato un compromesso: 
‘’RICETTINE UNTE, CHE DI UNTO NON HANNO PROPRIO NIENTE’’ e qualche storia dove condivido i miei spuntini (rigorosamente senza grammatura). 
Io amo cucinare, sono una pasticciona, non seguo mai le ricette… mi piace inventare! 
Soprattutto mi rende estremamente felice cucinare per le persone che amo (Giorgia è al primo posto) e non parlare di questa passione sarebbe stata un’omissione di una parte fondamentale del mio carattere. 

D. In passato sul tuo profilo hai parlato della debolezza e della vocina che ogni tanto si inserisce nei tuoi pensieri, come la inquadri? Come la esorcizzi? 

Per me è facile inquadrarla, perché è letteralmente una voce. Se sono stressata o è successo qualcosa di particolarmente pesante da sopportare continuo a ripetere nella mia testa "alzati e vai a mangiare" oppure "devi mangiare", così all’infinito, finche non mi alzo e faccio qualcosa. 
Il saper gestire la mia debolezza lo devo solo alla psicoterapia, o meglio, a Valentina, la mia psicologa. 
Sono in cura da quasi due anni ed è stata la decisione più saggia e sensata della mia vita. Guardo i miei comportamenti e il mondo da una prospettiva diversa. 
Sentirsi dire da qualcuno che ha studiato la mente umana che "hai fatto abbastanza" e che "sei stata fin troppo brava" mi ha fatto tirare un respiro di sollievo. 
Quindi colgo l’occasione per dire a te che stai leggendo, che se ti senti perso non sei solo. Se hai bisogno di aiuto, non ti vergognare a chiederlo. Esistono tanti sportelli gratuiti come i consultori. La tua salute mentale è più importante di qualsiasi altra cosa. 
Ricordati, qualsiasi cosa tu decida di fare, falla perché ti ami e non perché ti odi. 

Ringraziamo vivamente Sara per essersi messa in gioco in nostra compagnia e per essersi raccontata in modo così schietto. 
Vi lasciamo il link del suo profilo Instagram così da andare a spulciare un po' i suoi post e i suoi copy, siamo sicure che vi saranno d'aiuto. 



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