mercoledì 22 novembre 2023

#Cinema&SerieTv: Thanksgiving - Recensione

In occasione del giorno del Ringraziamento, festa totalmente americana che celebra l’incursione degli inglesi nei territori che fino a quel momento avevano posseduto, il 16 novembre è arrivato nelle sale italiane un nuovo horror firmato Eli Roth. Il “Thanksgiving” non è mai stato più truculento e sanguinolento di quanto è in questa pellicola, ma le promesse del suo regista non sono state per niente disattese. Lo potete vedere al cinema proprio in questi giorni.

Questa pellicola nasce da uno di quei fake trailer che Roth realizzò per il film “Grindhouse” del 2007, firmato da Robert Rodriguez e Quentin Tarantino. L’idea era quella di far sì che nessuno, una volta uscito dalla sala, avrebbe potuto pensare o dire: era meglio il trailer.

Durante le svendite tanto attese del Black Friday, è scoppiata la tragedia: uno dei maggiori negozi della città di Plymouth venne preso d’assalto causando tantissime vittime nel tentativo di poter prendere i prodotti con il maggior sconto possibile. A un anno di distanza dall’evento, un serial killer inizia a perseguitare e uccidere chiunque fosse stato ritenuto anche solo vagamente responsabile di quegli eventi tanto atroci.

Per la legge il tutto era stato archiviato come una tragedia, ma per chi ha perso amici e parenti tutto ciò era molto di più. I primi responsabili vengono individuati nei proprietari del negozio che, anche quest’anno, non accettano l’idea di restare chiusi durante la festa, ma al contrario propongono nuovi e ulteriori ribassi ai prezzi. Inizia, così, un
efferata caccia all’uomo nel nome di John Carver, il colone che ha fondato la città oggetto di tali eventi.

Eli Roth, dopo il suo “Green Inferno” e la saga di “The Hostel” propone un nuovo slasher pronto a far saltare sulla poltrona il suo pubblico. Il suo obiettivo è fin dalle prime scene ben chiaro: già dall’assalto al negozio tutte le morti sono ben congeniate e orchestrate. Si vuol potare in scena l’estremo spettro del “vietato ai minori di diciotto anni” e ciò gli ha permesso di creare una pellicola spietata con morti incredibilmente soddisfacenti. Confessiamo che è stato dannatamente appagante e divertente poter vedere questo film.

Ogni scena gore è migliore della precedente e la satira al consumismo americano è palpabile omicidio dopo omicidio. Non importa capire per primi chi sia l’assassino, il costrutto scenico conferisce all’intera narrazione la grande capacità di mantenere la suspance ben attiva. Si salta sulla poltrona perché si riesce ad abbattere i soliti cliché e i soliti movimenti di camera che servono solo da distraente per lo spettatore prima di mostrargli l’orrore.

“Thanksgiving” è grottesco, geniale, divertente e truce. La scena viene ben rivestita da tutti i suoi interpreti e ogni singolo personaggio calza a pennello, persino l’assassino.

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