lunedì 13 novembre 2023

#Mitologia: Aett di Heimdall - Prima Parte

Come accennato nell’articolo dedicato all’alfabeto runico, nell’antichità il linguaggio delle Rune era utilizzato per ogni aspetto della vita: giuridico, commerciale, burocratico… e anche divinatorio.


Proprio come succede con l’astrologia, l’ordine dei simboli non è casuale ma scoprendo il loro significato ci si accorge di come il tutto stia a significare il Viaggio della Vita.

Le ventiquattro rune vengono divise in tre gruppi da otto, chiamati Aett, ognuno dei quali dedicato a un dio. Abbiamo così l’Aett di Freya, di Heimdall e di Tyr.

Oggi ci concentriamo sul secondo che prende il nome dal dio omonimo, guardiano del regno degli Asi e dei Vani e sorvegliante del ponte Bifrǫst, che collega i due regni con quello dei terrestri.

Questo Aett, quindi, prende in considerazione tutte le grandi prove della nostra vita. Ci ricorda che non dovremmo vittimizzarci, ma anzi, ogni evento che affrontiamo – positivo o negativo che sia – è per noi uno strumento di crescita personale, un modo per affrontare il nostro interno ed elevarci spiritualmente.

Oggi parleremo delle prime quattro rune presenti.

Hagalaz


La prima runa va dal 28 ottobre al 12 novembre e, come suggerisce il periodo, essa ci mette in contatto con la morte. La natura stessa ingiallisce, marcisce, gli alberi cominciano a spogliarsi e tutto sembra perduto.
Riscaldamento climatico a parte, anche noi umani preferiamo rimanere a casa perché attratti dal calore domestico che ci ripara dal freddo e dal buio che prendono il sopravvento sulla nostra quotidianità.
Hagalaz non presenta una posizione dritta o al rovescio, in quanto il tema che affronta è esso stesso duplice nella sua profondità: la morte può sembrare la fine di tutto, ma proprio come sulla Terra vediamo risorgere la natura con la primavera, il sole con l’arrivo dell’inverno che allunga le giornate, così le nostre anime risorgeranno a nuova vita.
La perdita di un caro è certamente un dolore straziante, ma Hagalaz ci ricorda che nessuno muore davvero, il suo vivere è solo un passaggio dal piano fisico al piano spirituale.

Nauthiz 

La seconda Runa va dal 13 al 27 novembre e ci mette in contatto con il senso del dolore. Quando lo proviamo siamo soliti fuggirgli, non addentrarci dentro per paura di soffrire. Ma come insegnano i miti fin dall’alba dei tempi e la psicologia in epoca più recente, qualsiasi negazione ci possiede.
Ignorare lo stare male non farà altro che aumentare le nostre sofferenze, anche se non lo diamo a vedere, anche se fingiamo così bene da mentire prima di tutto a noi stessi.
Nauthiz forse è la Runa delle prove più difficili, perché ci sprona a uscire nel buio, preda di qualsiasi mostro o belva nascosto nella notte. Ma è proprio con lei che capiamo che tutto vive al nostro interno e che il mondo esterno è solo un riflesso di quanto giace in noi.
Così, nella sua posizione capovolta, possiamo ricordarci che è inutile incolpare il mondo materiale se stiamo soffrendo, è solo uno spreco di energie che ci atterrisce sempre più. L’unica chiave per la redenzione la custodiamo gelosamente noi.

Isa


La terza Runa va dal 28 novembre al 12 dicembre e proprio come suggerisce il periodo è quello più oscuro, ma che allo stesso tempo porta con sé le prime speranze di luce.
Isa, che ricorda la nostra I maiuscola, non ha una posizione ombra perché ci invita a rimanere nella sua stessa posizione: fermi, eretti, fissi su di un punto.
Quando cominciamo a capire che l’esterno riflette il nostro interno, viene spontaneo, quasi automatico, passare molto tempo a meditare perché si è consapevoli che cambiare la nostra mente è l’unica via per cambiare vita.
Isa ha con sé proprio questo insegnamento: osservare in silenzio. Siamo noi a decidere come prendere la vita, siamo noi a decidere se vogliamo dare più valore al buio o alla luce.
Isa ci aiuta a mettere da parte l’impulsività, soprattutto in quei momenti in cui le nostre decisioni devono essere ben ponderate.

Jera

La quarta Runa va dal 13 al 27 dicembre, quando nel nostro mondo cattolico festeggiamo Santa Lucia e Natale. Non è un caso, ovviamente. Dopo il grande buio, Jera è la prima, fioca, luce che ci indica la presenza di Dio e la Sua promessa di rinascita.

Anche lei non ha una posizione dritta o al rovescio, a testimonianza che la vita è un continuo ciclo, dove nulla si distrugge e nulla si crea, ma tutto si trasforma.
Così ogni caduta è solo un motivo per cui rialzarsi e ogni strada ha i suoi punti di inciampo. Ma come da bambini ci viene insegnato che stare male aumenta le nostre difese immunitarie, che cadere dalla bicicletta è un ottimo modo per imparare l’equilibrio, così fa la vita con i suoi momenti no.
È in quei giorni che impariamo la saggezza e il vero stare nel mondo: sempre a disposizione del prossimo.

Tra due settimane affronteremo la seconda parte di questo Aett.

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