giovedì 9 novembre 2023

#Personaggi: Alan Moore

Oggi vogliamo parlarvi di un altro grande autore del fumetto americano: Alan Moore. Di origine britannica, nacque a Northampton il 18 novembre del 1953, scoprì il fumetto americano nel 1961 quando iniziò a leggere le storie della cosiddetta “Silver Age”. “Superman” e i Fantastici Quattro vengono annoverati come i suoi primi approcci a questo mondo. Il suo successo, però, lo si deve ad altri titoli. Del resto, è considerato uno di quegli artisti che riuscì a rivoluzionare l’evoluzione del fumetto.

Durante un saltuario periodo di frequentazione di una scuola di fumetto, nel 1969, iniziò le sue prime illustrazioni di carattere per lo più pubblicitario. È necessario, quindi, ricostruire un po’ il suo percorso di vita per poter comprendere le difficoltà che l’artista ha affrontato e il modo con cui si è guadagnato la sua fama. Anche perché a diciassette anni venne espulso da scuola per aver spacciato LSD e si ritrovò costretto a svolgere le più disparate attività. Tra una tosatura di pecore e una pulizia in qualche magazzino, Moore iniziò a collaborare con il Northampton Arts Lab contribuendo alla pubblicazione delle riviste EmbryoRovel.

Nel 1974 sposa Phyllis da cui ebbe due figlie: Leah e Amber. L’arrivo della primogenita lo spinse a pensare a un lavoro un po’ meno saltuario come fumettista e iniziò a spostarsi dalle semplici illustrazioni a qualcosa di più concreto. Decise di inviare a “Sounds”, una rivista musicale, due episodi della striscia “Roscoe Moscow” con lo pseudonimo di Curt Vile. La rivista gli chiese di realizzarle con cadenza periodica alla cifra di 35 sterline alla settimana.

A causa delle lentezza nella realizzazione dei disegni, iniziò anche a dedicarsi quasi esclusivamente alla scrittura collaborando anche come critico musicale per varie riviste. Solo successivamente il fumetto divenne il suo pensiero fisso. Grazie alla sua amicizia con Steve Moore, che conobbe grazie alle fiere del fumetto, iniziò a realizzare delle storie per i settimanali “Star Wars” e “Dr. Who”.

Gli anni Ottanta iniziarono a segnare la sua reale ascesa. Nel 1982 conobbe Dez Skinn, curatore editoriale che stava per lanciare “Warrior”. Per questa nuova rivista Moore realizzò “The Bojeffries Saga” disegnata da Steve Parkhouse. Ma è qui che iniziarono ad arrivare i sui più grandi successi: “Marvelman” e “V for Vendetta”.

The Marvelman
Era la riproposizione di un personaggio dei fumetti degli anni cinquanta, creato da casa DC per riempire il vuoto che avevano lasciato le ristampe di Captain Marvel (fumetto per cui ci furono diverse dispute legali che coinvolsero la DC e la Marvel). L’artista fu in grado di sconvolgerne totalmente l’atmosfera e il carattere trasformandolo in qualcosa di più oscuro di quanto non fosse in partenza. Diede, in questo modo, il via a quel fenomeno noto come “Revisionismo supereroico” ovvero, a ciò che oggi è definito anche come remake: trasposizioni di supereroi classici in chiave più cupa e realistica. Quest’atmosfera, difatti, divenne un chiaro esempio dello stile di Moore.
La lavorazione alle tre serie di The Marvelman contribuirono ad anticipare quelle stesse tematiche che i lettori avrebbero trovato più avanti con la pubblicazione di “Watchmen”.

V for Vendetta
Facendo un passo indietro alla serie di “V for Vendetta”, pubblicata dal 1982 al 1985, non possiamo non parlare della sua ambientazione. Una grande distopia ambientata in Gran Bretagna in cui venivano raccontate le avventure di un terrorista anarchico. Inizialmente la collezione era in bianco e nero, ma raccolse un tale successo che la “Warrior” decise di pubblicarne ventisei numeri con copertina a colori. Il titolo fu un’idea dell’editore Dez Skinn, mentre la proposta di mascherare il protagonista come Guy Fawkes arrivò da David Llyod. Del resto, Guy Fawkes era membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di assassinare il Re Giacomo I d’Inghilterra, durante quella che è passata alla storia come la congiura delle polveri. All’interno del fumetto vengono fatti diversi riferimenti proprio a questo periodo. Gli altri richiami che sovvengono subito alla memoria provengono da George Orwell, così come si gioca tantissimo con la numerologia.
Quando nel 2005 venne tratto un film da questa serie, Moore se ne dissociò completamente tanto da chiedere la rimozione del proprio nome dai titoli di coda.

Watchmen
Tra tutte le opere create da Alan Moore, dobbiamo soffermarci anche sulla miniserie pubblicata tra il 1986 al 1987. L’autore si occupò della scrittura, mentre Dave Gibbons delle matite. Se con la precedente serie ci muovevamo nei toni della distopia, qui il lettore poteva conoscere l' ucronia: una narrazione che immagina che la storia sia andata diversamente. Il contesto è quello della DC, quindi vennero immaginate storie alternative per diversi eroi. Siamo nel 1985, negli Stati Uniti, in una realtà in cui i supereroi convivevano con gli esseri umani e agirono al servizio della legge prima di esser considerati dei criminali. Il paese fu descritto sull’orlo di una guerra nucleare contro l’Unione Sovietica e il ritrovamento del cadavere di uno degli ex vigilanti metteva in moto la narrazione.
A Watchmen si dovette il merito di aver rivoluzionato la figura dell’eroe rappresentandolo come sempre più in declino. Vennero, in questo modo, decostruiti diversi archetipi narrativi che successivamente influenzerono la produzione di diversi prodotti mediali. I protagonisti erano esposti davanti ai loro problemi etici e personali e ci si rese conto di quanto non sempre retto fosse il percorso del guerriero.
Nel 2009, Zack Snyder ne realizzò una versione cinematografica, ma non riscosse lo stesso successo che ebbe la serie a fumetti. Nello stesso anno venne pubblicato il videogioco “Watchmen: The End is Nigh”. Nel 2012 la DC Comics riprese questi eroi pubblicandone dei prequel come “Before Watchmen”, realizzata senza il coinvolgimento da parte dei due autori originali.

Tanti altri furono i successi del fumettista e ognuno di loro meriterebbe un ulteriore approfondimento. Per tanto vi invitiamo a commentare questo articolo indicandoci il titolo di una o più serie da approfondire con un altro articolo.

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