venerdì 3 novembre 2023

#RoFF18: Te l'avevo detto - Recensione

All’interno della sezione Gran Public della diciottesima Festa del Cinema di Roma, è stato mostrato al pubblico “Te lo avevo detto”, film della regista Ginevra Elkann. L’ispirazione è arrivata dal caldo torrido delle passati estati romane; l’autrice si è infatti chiesta cosa sarebbe successo se questa situazione fosse perdurata. Si arriva, così, a un gennaio in cui tutto si scioglie intorno ai protagonisti. Peccati e peccatori, quindi, prendono il possesso della scena e la tossicità del rapporto madre-figli si declina secondo diverse sfaccettature. 

Le vicende che il pubblico si ritrova a seguire sono suddivise sui diversi personaggi, i più uniti da Padre Bill (Danny Huston) che da loro supporto morale per i dubbi che li assillano. Una madre alcolizzata (Alba Rohrwacher) si reca da lui per poter capire come poter riuscire a passare la notte insieme al figlio, rapito in occasione del suo compleanno per poter passare del tempo insieme. Un’altra donna (Valeria Bruni Tedeschi) prova a placare la sua iraconda ossessione nei riguardi della porno star (Valeria Golino) che le ha sottratto il marito anni prima. Una ragazza (Sofia Panizzi), mentre cerca di trovare la propria libertà e indipendenza, viene risucchiata dall’ossessione materna. 

Se questo film nasce dell’esigenza di espiare la propria ansia, dall’altra parte non riesce a risolvere gli archi narrativi dei suoi personaggi. Tutto, quindi, resta chiuso all’interno di una stasi quasi purgatoriale. I dubbi e i timori dei personaggi si dispiegano rivelando quanto complesse possano essere le interazioni umane, specie se si analizza il rapporto madri-figli. In tal senso, possiamo ridurre il tutto: madri disfunzionali mettono al mondo figli disfunzionali. In questo modo, ciò che lo spettatore ha modo di vedere sono le conseguenze di quei rapporti e i traumi da dover espiare.

Don Bill, per esempio, insieme alla sorella arrivata dall’America, deve trovare a risolvere i propri conflitti per poter riuscire a dare sepoltura alla madre. 
Il personaggio di Valeria Bruni Tedeschi è la madre di quello di Sofia Panizzi, una relazione dettata dal narcisismo e dalla depressione della prima che non tiene minimamente conto del peso che fa gravare sulla figlia. Elemento interessante, nel viaggio di queste due eroine, è dato dalla vendetta che la ragazza attua contro se stessa ogni qualvolta la sente telefonicamente. In questo modo, quella che abbiamo davanti è una donna che non è in grado di gestire le proprie emozioni e preferisce ingoiarle una dopo l’altra. 
Alba, invece, interpreta una madre sull’orlo del tracollo che dice di voler passare del tempo col proprio figlio, ma che in realtà non si sente in grado di svolgere il proprio compito. 

“Te lo avevo detto” funge proprio da monito: quattro semplici parole che più volte i figli si sono sentiti dire successivamente al non seguito avvertimento materno. Una frase che segna un verdetto inevitabile perché le conseguenze erano già garantite ancor prima che tutto succedesse.

Ci sentiamo anche in dovere di aggiungere un piccolo encomio a Valeria Golino perché la sua recitazione è perfettamente centrata. Il suo esser abbastanza sopra le righe, così come l’esser svampita, le permette di risultare credibilissima nei panni della porno star in declino. 

La psicologa Maureen Murdock sarebbe stata davvero felice di poter applicare su questi caratteri le sue teorie. Anche se converrebbe con la necessità di una vera e propria psicanalisi, nonostante il disfacimento che il caldo mette in atto. Restano quindi delle donne disfunzionali che cercano una via di redenzione, senza avere una vera e propria risoluzione.

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