martedì 28 novembre 2023

#Personaggi: Regina Carlotta

Ritratto della Regina Carlotta,
Thomas Gainsborough.

Premessa: chi sta scrivendo questo articolo non vuole farlo. O meglio, non è che non vuole perché non sopporta Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, ma perché non le va molto a genio questo revisionismo storico che va molto di moda, ma che di storico non ha nulla.

Per carità, sento dirvi: “Ma Bridgerton and co non vogliono essere storici”, è proprio questo l’errore. In una società pigra e svogliata, che prende per vero solo quello che vede senza informarsi più di tanto, si rischia che le storielle alla Bridgerton and co diventino un vero e proprio manuale di saccenza per apatici intellettuali.
Ma Bridgerton and co vogliono solo parlare della società attuale, senza essere diretti, come faceva Manzoni”. Raga, spoiler: non vi è alcuna dittatura in corso in occidente, si può benissimo fare anche senza ricorrere ai costumi settecenteschi.
E sì, possiamo sembrare saccenti, snob e polemici ma tant’è. Diamo la colpa al preciclo di chi sta scrivendo questo articolo.

Al solito: utilizzeremo i verbi al presente.  
 
Carlotta nasce a Mirow (comune del Meclemburgo-Pomeriana Anteriore, in Germania) il 19 maggio 1744. È la quinta figlia del duca Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz (1707-1752) e della principessa Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen (1713-1761). Come suggeriscono i nomi, le radici tedesche dovrebbero già far comprendere che siamo lontanissimi dalla fisionomia scelta per interpretarla nella serie tv, ma andiamo avanti.

Sebbene sia aristocratica, non è praticamente considerata come una probabile pretendente ai troni d’Europa, in quanto nel suo albero genealogico non sono presenti antenati coronati, almeno non fin ai due bis-bis-bis-bisnonni Re Gustavo I di Svezia (1496-1560) e Federico I di Danimarca e Norvegia (1471-1533).
Ma questo che vor di’? Vuole dire che fin dalla nascita i genitori guardano per lei a principi e duchi, quasi arresi al fatto che non potranno mai puntare più in alto.

Anche il castello di Mirow nel quale nasce e cresce assieme ai suoi fratelli è ben lontano allo sfarzo di corte, molto più vicino a una casa di campagna modesta.
Nonostante questa umile dimora, Carlotta ha un’istruzione eccellente: parla correttamente e fluentemente le lingue di corte (tedesco, francese, inglese e italiano), studia ovviamente le arti e l’economia domestica, come si confà a una donna dell’epoca, ma continua anche con le scienze e nutre uno spiccato interesse verso la politica.
Anche se la sorella maggiore ha nove anni in più di lei, entrambe vengono indirizzate dalla madre agli studi religiosi. Il loro maestro è il pastore luterano e luminare M. Gentzner che plasma la giovane a essere altruista, rispettosa e buona con chi è più bisognoso.

Regina Carlotta nel 1761,
Allan Ramsay

La mente di Carlotta è molto vivace e attiva, e difatti ha una fitta corrispondenza con il re di Prussia. In una delle lettere descrive in modo dettagliato la condotta dell’esercito prussiano nel Meclemburgo, lamentandosi di tutto ciò che non va. Il contenuto sorprende piacevolmente il re, ma non solo: la lettera viene stampata, pubblicata e resa celebre, così tanto che raggiunge l’Inghilterra e viene notata anche dal re Giorgio III (1738-1820), freschissimo di trono.


Il giovane monarca, in carica dal 1760, preoccupa molto la madre e i sudditi perché non riesce a trovare una donna degna con cui sposarsi e mettere su famiglia e perciò eredi.
Carlotta mette d’accordo tutti, anche se non viene considerata una grande bellezza: il volto è noto per essere scialbo, anche se espressivo e l’unico pregio riconosciuto sono i suoi capelli castano chiaro.
Venuta a sapere dell’interesse del re, Carlotta non si fa pregare più di tanto: suo padre è già morto, e sua madre è morente, in qualità di donna, poi, sa che non potrà mai aspirare a più del trono d’Inghilterra.
L’8 settembre 1761 i due si sposano, con grande giubilo da parte di tutti.

Arriveranno ben quindici figli, due dei quali diventeranno re: il primo, Giorgio Augusto Federico (1762-1830) sarà conosciuto come Giorgio IV e avrà una sola figlia, Carlotta Augusta (1796-1817) che purtroppo morirà di parto, assieme al figlio; il secondo è il terzogenito della coppia, Guglielmo, conosciuto come Guglielmo IV che con sole due figlie – Carlotta ed Elisabetta – che non hanno superato l’anno d’età, passerà il trono all’unica figlia del fratello Edoardo Augusto (1767-1820): Vittoria (1819-1901).
Abbiamo così capito che la regina Carlotta di cui stiamo parlando altri non è che la nonna della Regina Vittoria.

Il regno di Giorgio III è strettamente influenzato dalla morale e dall’intelligenza di Carlotta, anche se non si sa con assoluta certezza. Come è usanza, la Regina continua a tessere numerosi rapporti internazionali, soprattutto con la Regina Maria Antonietta di Francia e pare che allo scoppio della Rivoluzione Francese si sia adoperata per preparare gli appartamenti reali, proprio per ospitarla.
Sappiamo tutti com’è andata, e questo la sconvolge al punto di fare pressione al marito affinché abbassasse l’imposizione fiscale in Gran Bretagna.

Regina Carlotta,
Joshua Reynolds

Per le arti vediamo come Carlotta abbia supportato Johann Christian Bach, tra l’altro anche suo insegnante di musica. Finanziò anche Wolfang Amadeus Mozart, che a soli otto anni le dedica Opus 3.

Per la pittura predilige il tedesco Johann Zoffany, autore dei numerosi dipinti che la ritraggono assieme al marito e ai figli.
Per la sua passione botanica, Carlotta fonda i Royal Botanic Gardens di Kew, attivi ancora oggi. Curiosità: il fiore sudafricano Uccello del paradiso è stato rinominato Stelitzia reginae proprio in suo onore.

Anche per il volontariato Carlotta non si tira indietro: fonda numerosi orfanotrofi e ospedali solo per donne incinta, tra cui il Queen Charlotte’s Maternity Hostital, inaugurato nel 1739 e a oggi il più antico ospedale per la maternità di tutto il Regno Unito.

Re Giorgio III ha sempre sofferto di una grave malattia, conosciuta come porfiria, che oltre a causargli forti dolori addominali, grave ipertensione e tachicardia, impedendogli così i movimenti, si aggiungono anche i problemi psichici quali paranoie, ansia e depressione.
Nel 1965 ha avuto la sua prima crisi, ma essendo leggera e passando in fretta, non ha lasciato gravi conseguenze nel suo regno, né preoccupazioni a corte.
Più l’età avanza, però, e più le condizioni si aggravano, soprattutto nei primi dell’Ottocento, quando muore la loro ultimogenita Amelia, che fin dall’adolescenza ha lottato contro gravi malattie.

Il re ne è devastato, cade in uno stato di confusione mentale dal quale è impossibile farlo uscire. Nel 1811 è ormai ufficiale che non può più continuare a regnare e il figlio primogenito diventa reggente. Carlotta, invece, è la tutrice legale del marito fino alla sua morte avvenuta nel 1818. 

Carlotta muore alla Dutch House (ora Kew Palace), nel Surrey il 17 novembre 1818.
È sepolta a Windsor, nella St. George’s Chapel.

Ma perché c’è chi sostiene che Carlotta fosse stata scura di pelle?

Il tutto nasce da una piccola incomprensione, forse scaturita da un’errata traduzione circa una delle antenate di Carlotta. Un’unica fonte dell’epoca, un poema per il suo matrimonio, sostiene che il volto della regina ricorda molto le mulatte, ma è altamente probabile che viene descritto così per screditarla in quanto, come già detto, Carlotta non spicca per la sua bellezza e si sa quanto all’epoca le nobildonne ci tenevano alla loro pelle di porcellana. Anche perché, per essere puntigliosi, il poema recita:

“Discendente dalla razza guerriera dei Vandali,
Lei mantiene tuttora quel titolo sul viso.”


e può essere anche riferito ai soli lineamenti, invece che al colore.

Regina Carlotta,
Patrona della botanica e delle
arti
Ma è vero che una delle sue antenate, nove generazioni prima di lei, (nel XV secolo) era una nobildonna portoghese dal nome di Margarita de Castro e Souza, discendente (stiamo a ben sei generazioni prima ancora) del re Alfonso III del Portogallo. Questo pare abbia avuto una relazione extraconiugale con una certa Madaragana dalla quale sono nati figli, cresciuti comunque a corte, da cui pare provenga poi Margarita.
Secondo un unico autore, Duarte Nunes de Leão, Madragana viene descritta come mora, che per lo storico della diaspora africana Valdez y Cocom vuol dire: di provenienza africana. Peccato, però, che ai tempi il termine veniva utilizzato per chi professasse la fede islamica, indipendentemente dalla propria provenienza geografica.

Ora, di certo non sindachiamo sulle origini così remote, ma solo su come doveva apparire. Siamo d’accordo che forse poteva risultare più scura rispetto agli altri tedeschi, proprio per le sue lontane origini portoghesi, ma crediamo anche che ci sono troppe poche fonti a riguardo. Anche perché un volto anche minimamente olivastro, ai tempi, non poteva di certo essere espresso come “scialbo”.

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