sabato 26 febbraio 2022

#Arte: Amor sacro e Amor profano

Amor sacro e Amor profano, Tiziano, 1515-1516.
Moltissime volte nel corso dei secoli è stato trattato il tema dell'amore sacro e dell'amor profano; questi due lati dell'amore così agli antipodi ma così indispensabili l'uno all'altro.

E quando si parla di queste due facce della stessa medaglia, non si può non parlare di "Amor sacro e Amor profano" di Tiziano Vecellio - o anche semplicemente Tiziano -, uno dei dipinti più famosi e misteriosi del Rinascimento (molti simbolismi così come il significato generale dell'opera rimangono ancora un mistero e sono ancora oggi centro di numerose discussioni).
"E con la Vergine in prima fila
E bocca di rosa poco lontano
Si porta a spasso per il paese L'amore sacro e l'amor profano"
- Fabrizio De André, "Bocca di rosa", 1967.

l'Amor sacro nel dettaglio
Realizzata a Venezia e oggi esposta alla Galleria Borghese di Roma, questa tela fu commissionata nel1514 da Niccolò Aurelio, segretario del Consiglio dei Dieci probabilmente in vista del suo matrimonio con Laura Bagarotto e arrivò nella Città Eterna nel 1608 quando il cardinale Scipione Borghese - appassionato collezionista d'arte - comprerà l'opera dalla collezione privata del cardinale Paolo Emilio Sfondrato.

I tre protagonisti del quadro sono senza dubbio il bambino e le due donne appoggiate a un sarcofago romano adibito a fontana: una è quasi completamente nuda se non per una veste rossa e una stoffa bianca appoggiata sul pube mentre l'altra è vestita di un meraviglioso abito bianco con una manica rossa. Le due sono apparentemente una l'antitesi dell'altra, eppure i piccoli dettagli della manica rossa del pezzo di stoffa parlano chiaro: sono unite indissolubilmente.

Questo è confermato sia dal loro aspetto identico e sia dall'ipotesi che la donna alla sinistra potrebbe essere la dea della bellezza Venere, una delle cortigiane di Caravaggio, Fillide, o Laura Bagarotto, neo sposa di Niccolò Aurelio; inoltre ha tra i capelli un ramo di mirto, associato a Venere e portato dalle spose.
l'Amor profano nel dettaglio
Tiene sottobraccio un bacile, recipiente utilizzato dopo il parto e simbolo di fertilità e abbondanza, mentre la donna nuda tiene in mano un incenso, che si credeva avesse potere afrodisiaco.
Dell'identità del bambino invece si sa ben poco, ma nel corso degli anni è stato ipotizzato più volte che lui sia la rappresentazione di Cupido.

Un dettaglio del dipinto che amiamo particolarmente sono i due conigli alle spalle della fanciulla vestita di bianco: simboleggiano fin dai tempi antichi fecondità ma soprattutto lussuria, ed è estremamente curioso notare come siano stati posti proprio alle spalle di quella che dovrebbe essere la reincarnazione dell'Amor sacro. Curioso soprattutto visto il periodo storico; nei primi anni del Cinquecento era di certo nuovo in pensiero che una sposa fosse associata alla lussuria.

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