giovedì 10 febbraio 2022

#Cinema&SerieTv: Il discorso perfetto - Recensione

Il discorso perfetto” è un film del 2020 che, probabilmente, a causa della pandemia, sta vedendo la luce della sala cinematografica solamente adesso. Una pellicola che, in quell'anno, era stata tra le altre cose inserita nella selezione ufficiale sia di Cannes che de La Festa del Cinema di Roma. Una commedia francese che punta a far ridere e sorridere attraverso situazioni e voli pindarici che vertono verso l'assurdo. 

Oggi 10 febbraio, infatti, verrà proiettato nelle sale italiane. L'articolo contiene spoiler sul film. 

Ma di cosa parla "Il discorso perfetto"?
Adrien (Benjamin Lavernhe) è un uomo di trentacinque anni che sta vivendo un momento di crisi sentimentale. Da poco più di un mese si è trovato a vivere la pausa di riflessione che la sua ragazza ha posto nella loro relazione. Per poter cercare di mettersi in contatto con lei, prima di andare alla cena di famiglia, le ha inviato un messaggio che non ha ricevuto ancora una risposta.
La boriosa cena, dunque, viene passata in attesa della risposta di Sonia (Sara Giraedeau), ma viene resa ancor più critica dall'invito che il cognato rivolge allo stesso Adrien. Presto ci saranno le nozze della sorella di Adrien, Sophie (Julia Piaton), e il cognato vorrebbe che lui tenesse il discorso del brindisi. 

Da questa proposta, e dall'idea di dover cercare di realizzare un discorso per l'appunto perfetto, iniziano a delinearsi possibili e diversi scenari catastrofici. Infatti, attraverso il monologo e le digressioni dello stesso Adrien, lo spettatore viene catapultato all'interno della sua fantasia. Luogo nel quale hanno voce tutti i suoi timori per lo più legati dalla pausa che intercorre nella sua storia d’amore con Sonia. 

La narrazione così si divide in due parti: da una parte si scende in verticale su un singolo episodio/ricordo mentale che viene rievocato da Adrien, con le collaterali conseguenze che avverranno il giorno delle nozze; dall'altro, invece, vi è il tempo della cena e dell'attesa della risposta all'SMS.
La comicità del film viene scandita proprio da tutti i processi mentali che vengono sviscerati sullo schermo. Attraverso l’ansia si manifestano tutte le prospettive più paradossali che terminano con un discorso tutt'altro che perfetto. Perché se lui non ha più quello che credeva essere l'amore della sua vita accanto a sé, automaticamente non potrà essere in grado di festeggiare quello della sorella. Le sue parole, così, diverranno prive di senso, piene di cinismo e di attesa, la stessa attesa che è stata posta tra lui e l’amore per Sonia.


Il discordo perfetto è una pellicola che punta a far ridere attraverso una commedia che potremmo definire quasi stand up. Perché togliendo l'oggetto cena, anche all'apertura del film, ci si rende conto di come si voglia puntare l'attenzione sul discorso e sul monologo. Ogni singolo processo mentale viene costruito sulla base di un background solido della vicenda sulla quale l’attenzione dello spettatore verte.  Un aggancio che permette ad Adrien di vagare con la propria testa in tutti i vari scenari così da poter dare al pubblico la spiegazione del rapporto con i singoli personaggi. Un rapporto che diviene situazionale e legato alla battuta, proprio come succederebbe negli spettacoli di stand up comedy. Il protagonista col suo monologo racconta aneddoti che portano la sala a conoscerlo un po’ meglio, ridendo delle sue disavventure e sorridendo davanti al paradosso situazionale.

Laurent Tirard ha, quindi, diretto un film che riesce a intrattenere e a lanciare un messaggio sull’amore e sulle esperienze che si possono fare attraverso tutte le declinazioni di questo grande sentimento.  

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