venerdì 11 febbraio 2022

#StorieRomane: Quartiere Ardeatino

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei quartieri romani. È difficile spiegare come sia divisa Roma a chi non è del posto. Proviamo quindi a fare i paragoni con le città italiane. Il quartiere Ardeatino si estende per una superficie di 14,71 km2 (più grande quindi di Cinisello Balsamo) e al suo interno conta 66.719 abitanti. Considerando che in Europa si definiscono “città medie” i centri urbani tra diecimila e cinquantamila abitanti, forse è più chiaro perché Roma è una città unica nel suo genere e anche perché non si possono fare paragoni di alcun tipo con qualsiasi altra città Europea che non sia Londra

Il quartiere Ardeatino è a due passi sia dal centro storico, infatti confina con i rioni - ricordate? I quartieri situati all’interno delle mura antiche vengono chiamati “rioni” - San Saba e Celio, sia dalla Roma più moderna, confinando con l’Appio-Latino, l’Appio-Pignatelli, Torricola, Cecchignola, Giuliano-Dalmata, l’Eur e l’Ostiense. È un quartiere del quadrante Sud di Roma, circondato dalle Mura Aureliane, edificate tra il 270 e il 275 d.C. dall’Imperatore Aureliano. Originariamente erano lunghe oltre diciotto chilometri, oggi sono ridotte a dodici. Essendo però in ottimo stato, sono riconosciute come le mura antiche meglio conservate al mondo. Il nome del quartiere, come si può intuire, deriva dalla via Ardeatina, strada costruita tra il VII e il VI secolo a.C. per collegare Roma con uno dei centri limitrofi, all’epoca più importanti: Ardea. Tra i confini del quartiere c’è anche il Parco regionale dell’Appia Antica, di circa 4580 ettari. Per la sua immensa grandezza è il parco urbano più grande d’Europa, e si estende per i comuni di Roma, Ciampino e Marino. Tra i luoghi d’interesse storico, possiamo trovare le catacombe di Domitilla e di San Callisto.

La storia in questo quartiere è per lo più moderna, dato che proprio alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944, i militari tedeschi uccisero trecentotrentacinque civili e militari italiani, a seguito dell’attentato partigiano di via Rasella, dove vennero uccisi trentatré soldati tedeschi.

Tra le zone al suo interno più importanti troviamo Tor Marancia, con 4,75 km2 e 33.026 abitanti. Non si sa bene l’origine del nome, che potrebbe essere dovuto sia al nome di Amaranthus, un liberto (schiavo liberato) che cominciò a gestire la tenuta e la villa Numisia Procula - i resti si possono vedere lungo la via Giulio Aristide Sartorio -, sia dal fiume Almone che scorre qui vicino, anticamente chiamato “Marrana”, poi diventato “Marana Accia”.


Simbolo della zona è la Torre di San Tommaso, su viale di Tor Marancia. Fu costruita nel XIII secolo, ma non è quella più antica. Quella precedente, è andata distrutta tra il XVI e la metà del XVII secolo. Secondo le mappe dell’epoca, comunque, erano presenti altre torri, situate in quella che oggi è la via Cristoforo Colombo. L’ultima torre, chiamata Fonte de Papa - perché lì vicino era presente una sorgente d’acqua potabile - fu distrutta negli anni cinquanta del Novecento, per permettere l’amplificazione del quartiere.

Tutta la tenuta, comunque, è sempre appartenuta a famiglie nobili. Nel XV secolo è passata ai Porcari, ai Leni, ai Tebaldi e ai Bottoni. Dopo qualche secolo (da fine 1400 a fine 1700) divenne proprietà dell’Ospedale del SS. Salvatore al Sancta Sanctorum, per poi tornare alla nobiltà, dal duca Luigi Braschi Onesti.

Tra il 1816 e il 1824, la prese Maria Anna di Savoia (figlia del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia) che, assieme all’archeologo Luigi Biondi, diede inizio agli scavi. Vennero alla luce due ville antiche: Munatia Procula e Numisia Procula. Alla Galleria dei Candelabri nei Musei Vaticani e a Palazzo Guglielmo Chiablese sono visibili i reperti presi dagli scavi.
 
Tor Marancia cominciò a essere abitata dai cittadini comuni a partire dagli anni trenta, quando vennero edificati palazzi e appartamenti per gli abitanti dei rioni sfrattati per dare vita al centro storico come lo conosciamo ora. Le condizioni igieniche, però, erano pessime. La zona era ancora paludosa, i pavimenti nelle case non esistevano e i bagni erano in comune. In più mancavano i servizi di prima necessità, come le scuole, gli ospedali e il trasporto pubblico.

Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, nel 1947, ogni abitazione venne ristrutturata e rimodernata, dandole l’aspetto che conosciamo ora. Un’ulteriore modifica alle facciate dei palazzi è del 2015, con murales realizzati da artisti internazionali.


Altra zona presente a Tor Marancia, è la Montagnola. Il nome deriva dall’altezza di questo colle, situato tra la via Ostiense e le Tre Fontane. Negli anni ’30 doveva essere la zona più residenziale, dove nomi importanti dell’epoca avevano già comprato le loro abitazioni, per la vicinanza al quartiere EUR, che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale del 1942.

Il 10 settembre 1943, a seguito degli scontri tra l’esercito tedesco e i civili italiani, furono uccisi cinquantatré italiani. A piazzale Caduti della Montagnola è dedicato a loro un monumento e un parco.

Per visitare il quartiere si possono prendere gli autobus: 160 (Capolinea a Villa Borghese/Washington e Montagnola), 671 (capolinea a Nevi/Palazzo Sport e Arco di Travertino), 716 (capolinea a Teatro Marcello e V.le Ballarin), 766 (capolinea a Trastevere e Millevoi) o il 767 (circolare Eur Agricoltura-Roma 70).

 

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