giovedì 3 febbraio 2022

#Disney: Alla ricerca di Dory

La Disney non fa cartoni per bambini, o almeno non solo per loro. La bellezza dei suoi film d’animazione sta proprio nel fatto che… ognuno ci vede quello che vuole! Una pellicola può essere un divertimento per i più piccoli, ma anche uno spunto di riflessione per i più grandi. È quello che succede con il film “Alla ricerca di Dory”, lo spin off de “Alla ricerca di Nemo”, uscito nel 2003 e vincitore di un premio Oscar come miglior film d’animazione del 2004. Questa sorta di sequel nasce nel 2016, ben tredici anni dopo il primo. Ma sarà stato alla stessa altezza?

Ne “Alla ricerca di Dory”, seguiamo le avventure della smemorata Dory, pesce chirurgo che sta trascorrendo una tranquilla vita insieme alla sua nuova famiglia, fatta di Nemo e di suo padre Marlin. La pesciolina soffre di un disturbo che la porta a scordare qualsiasi cosa nel giro di una manciata di secondi, ma mentre sta prendendo parte a una lezione insieme agli altri pesci, un evento sembra riaccenderle dei ricordi: anche lei ha una mamma e un papà. Seguendo diversi flashback e avventure non troppo diverse da quelle affrontate dal piccolo Nemo, Dory compirà un viaggio alla scoperta di se stessa e del proprio passato. Ma come farà con il suo problema di memoria?

Questo film della Disney Pixar è un piccolo gioiello del catalogo presente sulla piattaforma Disney+, anche se non riesce a ottenere lo stesso effetto del suo predecessore. Se il primo splendeva per le rappresentazioni dei fondali marini, della barriera corallina, a dimostrazione di quanta bellezza ci sia nei mari e negli oceani, nel film su Dory questa magnificenza si ripete, non avendo più lo stesso impatto sullo spettatore. Quello che spicca, però, in tutto il film, è anche l’aspetto ambientale. Mentre la piccola pesce chirurgo cerca di raggiungere, insieme ai suoi amici, il luogo dove pensa che siano i suoi genitori, si imbatte in una nave affondata con tutto il suo carico. Sul fondale marino ci sono oggetti di uso quotidiano, come tazze, caraffe, eccetera, ma anche i residui di plastica. In uno di questi Dory finirà impigliata, fino ad essere pescata - seguendo la voce di Licia Colò - da un centro di recupero degli abitanti dei mari, il Parco Oceanografico di Morro Bay. Lì i pesci vengono curati e, chi ne è in grado, ha la possibilità di tornare nell’oceano, gli altri finiscono in un acquario a Cleveland.

Oltre al messaggio sul salvataggio degli oceani e dell’impatto che l’uomo ha su di essi, viene evidenziato anche l’elemento della disabilità. Dory soffre di perdita della memoria a breve termine, ma può essere anche la rappresentazione dell’Alzheimer, perché il passato riaffiora con ricordi sempre più vividi, mentre quelli recenti tendono a sfuggirle. È normale essere diversi: Dory è smemorata, il polpo che incontra nel suo viaggio, Hank, non ha fiducia nel mondo esterno, lo squalo balena Destiny non ci vede bene, il beluga Bailey non sa far funzionare il suo ecolocalizzatore, e così via. Nonostante tutto, nel piccolo pesce chirurgo non manca la grinta, il coraggio e quel pizzico di follia che lega tutti i personaggi.

Come fece Marlin all’epoca per ritrovare suo figlio, Dory sa che non bisogna aver paura di chiedere aiuto. Accettando il suo problema, scoprirà che non solo riesce a conviverci, ma non sarà mai d’ostacolo nei rapporti con il prossimo. Il mondo è bello perché è vario, dopotutto. Non bisogna mai dar per scontato che il giardino del vicino sia sempre più verde del nostro. Avere degli handicap, il dover affrontare determinati problemi, non preclude in automatico il raggiungimento degli obiettivi. Basta avere il coraggio e la coscienza di sé, perché nessuna sfida è troppo difficile da affrontare.

Dory percepisce il mondo in una maniera del tutto diversa rispetto al concreto Marlin, ma non per questo è una percezione errata. Più che un viaggio alla ricerca dei suoi genitori, per lei sarà un percorso di crescita interiore, perché saranno proprio le sue risorse più nascoste a permetterle di riuscire dove molti si sarebbero arresi. E quando la vita si fa dura, cosa bisogna fare? Dory canticchia:

Zitto e nuota, nuota e nuota, zitto e nuota. E noi che si fa? Nuotiam, nuotiam!

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