venerdì 11 febbraio 2022

#SullaStrada: Londra

[Disclaimer: in questo articolo faremo più paragoni del solito con Roma, la nostra città. Leggete "Bella come casa mia" per capire il perché]

"Nessuna città presenta una così disordinata varietà di forme, una così capricciosa mescolanza di bello, di brutto, di magnifico, di povero, di triste, di strano, di grande, di uggioso."
- Edmondo De Amicis

Di solito quando viaggiamo se pensiamo di dover scrivere un articolo da inserire nella categoria "Sulla Strada" tendiamo a non far passare troppo tempo, una volta ritornate in patria; sarà che ci portiamo dietro per qualche giorno le sensazioni provate, sarà che poi dopo un po' i ricordi si alterano in tutti e vogliamo evitare il più possibile di scrivere fesserie, ma non facciamo passare più di una settimana.
Questo articolo è l'eccezione, Londra è l'eccezione.
Terza città più grande d'Europa (preceduta solo da Mosca e Istanbul), la capitale inglese si estende per 1.572.15km².
Ci avete mai sentito lamentare dei troppi abitanti di Roma? Perché se sì, ci rimangiamo tutto e voi non avete mai sentito niente, perché con la bellezza di 8.961.989 abitanti (e circa 14 mila nell'intera area metropolitana), Londra conta 6.198.185 abitanti in più rispetto a quelli presenti nella nostra città; è composta da trentadue boroughs (borghi) e dall'antica Città di Londra (la vecchia Londinium fondata nel 47 d.C. dai romani, per intenderci).

"La verità che Londra non ha un vero centro perché non è una vera città. È invece, un'unione di villaggi: senza capire questi, non si capisce quella."
- Beppe Severgnini

Ed è proprio vero, che Londra è un'unione di villaggi.
Se a Roma bene o male capisci sempre di stare a Roma (tranne in casi particolari come l'EUR e il Quartiere Coppedè) e i quartieri di periferia per quanto diversi hanno tutti dei comuni denominatori, a Londra non c'è niente da fare: tra l'altro abbiamo sinceramente provato a notare delle similitudini nei vari quartieri, una mattina ci siamo armate di santa pazienza e scarpe comode e abbiamo camminato dalla nostra abitazione - ubicata nella graziosa Bermondsey
Mayfair
- a Camden Town passando per Westminister (dove si possono visitare i punti d'interesse generalmente più famosi, come Buckingham Palace, il Big Ben, il Parlamento e la Cattedrale di Westminister), la National Gallery e Trafalgar Square, Covent Garden (vecchio convento oggi famoso per i suoi ristoranti e negozi dell'artigianato), Leicester Square (casa di numerosi e famosi cinema e casinò), Chinatown, Piccadilly Circus (famosa piazza che divide il quartiere di St. James's e Soho), Soho (quartiere a luci rosse e LGBTQ+ della città), Mayfair (quartiere che ha visto nascere la Regina Elisabetta II e in cui lei ha vissuto i suoi primi anni di vita, sede di numerose aziende e importanti case d'asta e sede della casa discografica fondata dai Beatles, la Apple Records, dove si sono esibiti nel loro ultimo concerto live conosciuto come "The rooftop concert"), Marylebone (famosa per essere stata dimora di Ringo Starr così come di John Lennon e Yoko Ono, dove psoosno essere visitati il Museo di Sherlock Holmes al 221b di Baker Street, il Madame Tussauds e la Wallace Collection e dove è ubicata la sede della BBC), St. John's Wood (conosciuto principalmente per gli Abbey Road Studios e quartiere in cui ancora oggi vive Paul McCartney dal 1965) e, finalmente, arrivando a destinazione. Non vi parleremo adesso di Camden Town, è un quartiere che ci è rimasto particolarmente nel cuore e a cui vogliamo dedicare un intero articolo, per il momento è necessario che voi sappiate che quella era la nostra destinazione e che ci abbiamo messo circa tre ore e mezza ad arrivarci, escludendo le soste (un grazie a Google Maps che ci aiuta a calcolare i percorsi, perché noi non ci ricordavamo di certo il tempo impiegato).

E non esageriamo quando diciamo che ogni singolo quartiere era come un paese a sé (è per questo forse che i londinesi stessi chiamano i quartieri "borghi"?), ognuno con un'aria diversa, palazzi diversi e persone diverse con modi di parlare diversi e un vestiario diverso (non abbiamo mai visto nemmeno per sbaglio una persona in giacca e cravatta camminando per le strade di Camden esattamente come non abbiamo mai visto nemmeno per sbaglio una persona con i capelli blu e vestita in stile alternativo a Notting Hill); tornare a casa ogni volta era un po' come tornare da un viaggio, ed era tanto bello quanto stancante.
Neal's Yard, situato tra Shorts Gardens e Monmouth Street
A Londra se ci si annoia c'è qualcosa che non va: anche nei momenti più tristi e bui, c'è sempre qualcosa qualche luogo da vedere o qualche evento a cui prendere parte (una volta ci siamo ritrovate
senza nemmeno rendercene conto al lancio di un marchio che fabbricava olio di CBD), c'è sempre un ristorante che non avete mai provato, un negozio che non avevate mai notato nelle trecento volte che avevate camminato per Oxford Street nelle settimane o nei mesi prima.
Ve lo diciamo con certezza: è stato proprio in un giorno di noia che, camminando a zonzo per la sopracitata Covent Garden, ci siamo trovate di fronte a un vicoletto anonimo e completamente sopraffatto dai bar e negozi circostanti. E se c'è una cosa che un romano, ovunque esso sia, non si può assolutamente dimenticare è che nei vicoletti si entra, sempre.
E infatti non ci sbagliavamo, perché ad aspettarci c'è stata Neal's Yard, una delle pochissime cose colorate di questa città quasi tutta grigia e rossa.
Lo sapete però che cosa potete dimenticarvi di trovare a Londra?

"Londra abbonda troppo di nebbie e di gente seria. Se siano le nebbie che producono la gente seria o se sia la gente seria che produce le nebbie non saprei dire."
- Oscar Wilde

Esatto, due cose che per un italiano sono di vitale importanza: il sole e la gente sorridente.
Chi dice che Londra è cupa ventiquattro ore su ventiquattro e che potete dimenticarvi di ricevere un sorriso anche solo fatto a mascella serrata non sta esagerando, non sta esagerando affatto.
Amiamo questa città, e proprio perché la amiamo così tanto dobbiamo dire le cose come stanno... i londinesi non ti guardano nemmeno in faccia, nemmeno quando ti vengono addosso. In quel caso li sentirete mugugnare frettolosi "sorry", certo, - perché per loro l'educazione prima di tutto - ma sempre a testa bassa e con un'espressione seria in volto.
E quando sono gentili e sorridenti? O stanno lavorando e quindi sono obbligati, o vi stanno palesemente mentendo e nel momento stesso in cui gli volterete le spalle inizieranno a parlare male di voi. Fidatevi, parliamo per esperienza.

Il sole scordatevelo. In cinque mesi lo abbiamo visto forse quattro volte (e mezza, perché poi dopo dieci minuti è andato via) e insomma, in realtà per noi non è mai stato un problema perché siamo scappate da Roma apposta per non sentire il caldo dell'estate, però ci sembrava giusto confermare per l'ennesima volta che a Londra il tempo fa schifo sul serio e che se da secoli se ne parla tanto, un motivo ci sarà.
Ah, volete sapere una cosa divertente che ci è stata detta una sera da un autista Uber? "A Londra quando piove non passano gli autobus".
Ma anche di questo ne parleremo poi.

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