lunedì 7 febbraio 2022

#Musica: Sally

Non abbiamo mai parlato di Vasco Rossi, di cui in realtà siamo molto più fan (n.d.a. o meglio, sicuramente io lo sono e il mio tatuaggio sulla spalla lo conferma).
Fan di Vasco non lo siamo mai state per scelta e non c'è mai stato un momento della nostra vita in cui abbiamo pensato "sì, lui mi piace", ma lo siamo sempre state quasi per osmosi, per tradizione. Vasco è il classico artista che, semplicemente, in famiglia c'è sempre stato perché è sempre stato ascoltato da tutti.
Quindi, sulla base di ciò, non chiedeteci cosa stavamo aspettando a scrivere un articolo su di lui, perché non lo sappiamo nemmeno noi.
Oggi 7 Febbraio però si festeggia il suo settantesimo compleanno, e noi siamo più che felici di potergli fare gli auguri.

"Sally", scritta da Vasco Rossi e da Tullio Ferro e arrangiata da Celso Valli, viene pubblicata nel 1996 all'interno del suo undicesimo album "Nessun pericolo... per te", ed è uno di quei brani che nel corso degli anni ha fatto affezionare sempre di più il pubblico per la sua natura biografica, forse proprio perché autobiografico in primis.
E le canzoni autobiografiche si sa, fanno affezionare sempre il pubblico in un modo speciale.
"Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
Per ogni sua distrazione o debolezza
Per ogni candida carezza
Tanto per non sentire l'amarezza
[...]
Sally cammina per la strada, sicura
Senza pensare a niente
Ormai guarda la gente
Con aria indifferente"

Sally è tutti noi.
Sappiamo che quando si parla di questa canzone, questa frase ben specifica viene ripetuta più e più volte, ma quando una cosa è vera non c'è molto da fare.
Sappiamo che è più facile a dirsi che a farsi, ma a prescindere da cosa può accadere nella nostra vita, si può convivere con tutto quello che ci viene lanciato contro; non lo diciamo noi, ma il nostro istinto di sopravvivenza.
Anche qui su 4Muses abbiamo detto numerose volte che niente è casuale e tutto fa parte di uno schema più grande che non non possiamo veramente capire, ma per comprendere questo concetto (che nella maggior parte dei casi comunque non viene nemmeno accettato) c'è sempre un "prima", c'è sempre un momento di negazione, il classico momento "perché a me? Non me lo meritavo". Non me lo meritavo... ecco qual è il punto, il non meritarselo, il dolore innocente, quello che entra nella nostra vita un giorno, che ci toglie qualcosa ingiustamente e che ci lascia voragini affettive (e non) che per anni poi noi guardiamo immobilizzati, terrorizzati, senza sapere bene cosa fare.
Nel corso degli anni abbiamo capito che la sensazione deve essere uguale a quella che provano i protagonisti dei film quando si ritrovano davanti a un assassino e rimangono pietrificati, quando sanno perfettamente che dovrebbero reagire in qualche modo.

E il punto è che poi magari reagiscono pure, però nel modo sbagliato, tipo salendo all'ultimo piano della casa per rendersi successivamente conto di non avere nessuna via di fuga.
Poiché a un certo punto - proprio per via dell'istinto di sopravvivenza - qualcosa si deve pur fare e non è possibile rimanere fermi in eterno, quando decidiamo di fare un passo in avanti di solito ne facciamo sempre uno verso la strada sbagliata, quella che porta all'apatia totale.
L'apatia (o indifferenza, insensibilità, passività, accidia... chiamatela come volete) è quel "castello con mura talmente potenti che se ci vai a vivere dentro non potrà colpirti più niente" di cui parlano i Måneskin all'interno della canzone "CORALINE", e possiamo assicurarvi (anche se sappiamo che molti capiranno) che è una delle cose che più crea dipendenza perché promette sicurezza in se stessi, fa sentire determinati e superiori agli altri; ebbene, è tutta un'illusione.
La vera determinazione e la vera sicurezza nascono dal perdono e dalle fragilità.

"Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso
Del tuo vagare
Forse davvero ci si deve sentire
Alla fine un po' male
[...]
Sally cammina per la strada, leggera
Ormai è sera
Si accendono le luci dei lampioni
Tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni
Ed un pensiero le passa per la testa
Forse la vita non è stata tutta persa
Forse qualcosa s'è salvato
Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
Forse era giusto così"

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