sabato 12 febbraio 2022

#Cinema&SerieTv: La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra

Il titolo è uno scioglilingua, la trama la fiera dei cliché. Di che stiamo parlando? Della nuova serie thriller di NetflixLa donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra”. Titolo lunghissimo, parodistico, ma che rispecchia pienamente lo stile di questa miniserie della famosa piattaforma. Otto puntate di una ventina di minuti ciascuna che abbiamo deciso di vedere sperando in un epilogo migliore. Vediamo insieme di cosa parla questo crime. Attenzione, però: inevitabilmente faremo qualche spoiler.

Seguiamo la storia di Anna (interpretata da Kristen Bell), una donna che affoga i suoi dolori nell’alcol e nelle pillole. Non ha mai superato la morte della figlia di nove anni e il divorzio dal marito, quindi passa le sue giornate sul divano con un bicchiere in mano a guardare fuori dalla finestra. Dall’altra parte della strada si trasferisce Neil (Tom Riley), un padre attraente e apparentemente single con una figlia piccola, che fa scattare da subito l’interesse della donna. L’idillio sembra spezzarsi quando si presenta a casa dell’uomo la fidanzata, Lisa (Shelley Henning), una hostess. Una sera, mentre Anna era intenta ad aprirsi l’ennesima bottiglia di vino rosso, vede dalla propria finestra qualcosa che la sconvolge: la ragazza della casa di fronte le muore davanti agli occhi. Attonita, la protagonista chiama immediatamente il 911, ma all’arrivo della polizia non c’è alcun corpo. Cosa è successo davvero in quella casa? Ma, soprattutto, Anna ha davvero visto quello che crede o è stato il mix di psicofarmaci e alcol a farle avere le allucinazioni?

Il tutto è una grande, gigantesca parodia del genere crime, dal titolo alla trama. Come tipico del genere, l’assassino è sì la persona più impensabile, ma in questa serie è davvero ai limiti dell’assurdo. Ogni puntata è basata sulla formulazione di una teoria e la relativa indagine della donna che in tutti i modi vuole ficcare il naso in una storia più grande di lei. In ogni episodio c’è il colpo di scena e la relativa smentita che tengono lo spettatore incollato allo schermo con un ritmo incalzante riguardo al delitto. Le prime sette puntate sono facilmente godibili, il giocare sul visto/non visto, sul vero o sulla fantasia hanno quel non so che capace di attirare lo spettatore, che insieme ad Anna comincia a chiedersi chi sia l’assassino, se davvero ne esista uno o se sia tutto il frutto di una mente malata. Il problema, però, rimane sul finale.

Se siete amanti del thriller, prendete in considerazione il fatto che è tutta una gigantesca parodia, perché prende in giro gli stereotipi del genere: il tuttofare ex criminale uscito da un manicomio che come un bambinone vive tranquillamente nella soffitta all’insaputa della donna, la vicina ficcanaso che serve solo a accendere la collera della protagonista, il belloccio dal passato oscuro, prove circostanziali, l’arma del delitto ad hoc, gli sprazzi di lucidità di Anna, Kristen Bell che sottolinea la follia del suo personaggio “over reactando” (recitando in maniera eccessiva) per gran parte della storia.

Anna ha una vita deludente, ha solo un’amica che, temendo di trovarla morta, le piomba continuamente in casa. Non ha altri amici all’infuori di lei, è lo zimbello del vicinato, il suo terapista è anche il suo ex marito, il vino è il suo unico alleato, la morte della figlia la perseguita, si prende una cotta per il vicino che diventa disprezzo quando lo crede un omicida, un ragazzo con cui passa una notte di fuoco viene arrestato nudo nella sua cucina. La parte più assurda è l’instabilità mentale di tutti i personaggi, che si manifesta sotto manie, passioni  e fobie. Diciamo che nulla va per il verso giusto, il che fa provare un po’ di pena nei suoi riguardi. Se pensate di aver avuto un brutta giornata, “La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra” potrebbe risollevarvi l’umore.

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