mercoledì 20 luglio 2022

#TheBeatles: Help! - il film

Torniamo con l’appuntamento che vi avevamo promesso e ci eravamo promesse: quello in cui vi parliamo dei film ufficiali dei Beatles. Film ufficiali dei Beatles che come abbiamo già menzionato nell’articolo del primo film – “A Hard Day’s Night” –, sono “solo” cinque: ebbene oggi è arrivato il momento di “Help!”.

Tutti hanno dei preferiti, e questo film non rientra affatto in questa categoria, anzi, è quello che tra tutti facciamo più fatica a digerire, ma anche se tutti possono avere i loro gusti è comunque un film stracolmo di peculiarità e di certo ha avuto il suo bell’impatto nel mondo.

“Help!” – che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Eight Arms to Hold You” o “Beatles Phase II” e avrebbe potuto chiamarsi “Who’s Been Sleeping in My Porridge” o “The Day the Clowns Collapsed” se avessero ascoltato la proposta di George Harrison o del loro produttore cinematografico – nasce esattamente come il film suo predecessore: con lo scopo di promuovere l’omonimo album. Viene infatti presentato in anteprima mondiale il 29 luglio 1965 al London Pavilion di Londra, prodotto dalla United States e da Walter Shenson e diretto dallo statunitense Richard Lester con un budget nettamente superiore a quello del loro precedente film, e si vede dai luoghi mostrati al suo interno e dal fatto che questo film fu registrato a colori, e non in bianco e nero.

Londra, Piana di Salisbury, Alpi Austriache, New Providence e Paradise Island alle Bahamas sono i luoghi mostrati all’interno di “Help!” e questo conferma certamente quel che abbiamo affermato poco sopra, ma i Fab Four la pensarono diversamente e non mostrarono particolare interesse nella partecipazione del film né gradirono il prodotto finale.
John Lennon nel 1970 dichiarò che: “The film was out of our control. With “A Hard Day’s Night” we had a lot of input, and it was semi-realistic. But with “Help!”, Dick Lester didn’t tell us what it was all about.
(Il film era fuori controllo. Con “A Hard Day’s Night” avevamo tanti stimoli, ed era semi-realistico. Ma con “Help!”, quel coglione di Lester non ci disse di cosa trattava)
”. Solo nel 1980 si ammorbidì leggermente, ma non cambiò mai idea.
E noi non possiamo biasimarli: ne abbiamo parlato nell’articolo e vi invitiamo a recuperarlo nel caso non l’aveste letto, ma se vi ricordate qual era la prerogativa di “A Hard Day’s Night” potete capire il perché di tutta questa resistenza.

All’interno della pellicola i Beatles sono sempre i Beatles, ma delle ambientazioni conosciute nella prima opera nemmeno l’ombra: i quattro sono infatti inseguiti da una setta adoratrice della dea Kālī (parodia dell’esistente setta indiana Thog) che, dopo essersi resa conto di aver perduto il suo prezioso anello per i sacrifici e dopo aver visto lo stesso anello al dito del beatle Ringo Starr durante un’apparizione televisiva dei quattro di Liverpool, parte dall’India alla volta di Londra con l’intento di recuperare il gioiello ed eventualmente uccidere il povero Ritchie per offrirlo in sacrificio alla dea.

John, Paul McCartney, Ringo e George sono dapprima il topo rincorso dal gatto e diventano
successivamente il gatto che rincorre il topo in questa erratica pellicola che vuole e che riesce a essere una caricatura satirica dei film di James Bond e che è ispirata al classico “La guerra lampo dei Fratelli Marx” del 1933 e al “The Goon Show” della BBC, uno dei programmi da sempre d’ispirazione per i Beatles (e soprattutto per Johnny e per la sua infanzia; dobbiamo buona parte della sua vena comica a questo programma radiofonico), ha di certo i suoi lati positivi e abbiamo apprezzato

il personaggio di Ahme (interpretato da Eleanor Bron), che si ribella ai soprusi della setta indiana per agire di sua volontà e salvare la vita dei cantanti, che senza di lei probabilmente si sarebbero ritrovati tre metri sotto terra dopo dieci minuti di film; è a tutti gli effetti una figura femminile di rilievo e di certo forte. Stereotipata, sì, ma pur sempre forte e che quasi diventa protagonista insieme ai Beatles stessi.
Come abbiamo detto, il film non fu apprezzato dalle nostre star, ma non fu apprezzato nemmeno dalla critica stessa, che lo descrisse come ridondante, noioso e come un’accozzaglia di troppe cose messe insieme.

Eppure i Beatles sono pur sempre i Beatles, e non possiamo aspettarci che ispirino altri artisti, seppur con un lavoro considerato in linea di massima scadente: la serie televisiva DC Comics di Batman andata in onda dal 12 gennaio 1966 al 14 marzo 1968, la serie televisiva andata in onda dal 12 settembre 1966 al 25 marzo 1968 “The Monkees” ispirata all’omonima band, il musical del 1997 delle Spice GirlsSpice World” (largamente ispirato anche ad “A Hard Day’s Night” del 1964), Ronnie D. Lankford della piattaforma “AllMovie” considera questa pellicola il precursore dei video musicali ma, cosa forse più importante di tutte, “Help!” è stato riconosciuto con il tempo come l’inizio ufficialedegliSwinging 60s a causa dei riferimenti alla cultura indiana che hanno portato in primis Beatles stessi ad avvicinarsi ad uno stile sempre più orientaleggiante, l’Inghilterra e successivamente il mondo intero a riconoscere la cultura hippie.

All’interno della pellicola vengono cantate: “Help!”, “You're Going to Lose That Girl”, “You’ve Got to Hide Your Love Away”, “Ticket to Ride”, “I Need You”, “The Night Before” e “Another Girl”, possono essere ascoltate “She’s a Woman” (perché trasmessa in radio) e “A Hard Day’s Night” (perché suonata dalla banda indiana e in parte nella scena finale del film) e vengono eseguite – seppur parzialmente – l’Inno alla Gioia di Beethoven, il preludio de “Il barbiere di Siviglia” di Rossini e l’Ouverture 1812 di Čajkovskij.

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