sabato 9 luglio 2022

#Arte: La banana di Cattelan

Quando scriviamo un articolo nella sezione “Arte” amiamo spaziare nel tempo: magari nell’articolo prima parliamo di un quadro del Quattrocento, in quello dopo facciamo un balzo di cinquecento anni. Questo perché ci piace parlare e parlarvi di ciò che cattura il nostro interesse, indipendentemente dalla corrente storica d’appartenenza. Qualche tempo fa avevamo parlato di “Merda d’Artista” di Piero Manzoni come forte opera provocatoria, oggi ve ne proponiamo un’altra che di sicuro non sarà passata inosservata al popolo del web: stiamo parlando di “Comedian” (La banana) di Maurizio Cattelan.

Realizzata nel 2019, questa opera non è altro che una banana appesa al muro di cartongesso con uno scotch da pacchi grigio. Sappiamo già che state pensando: “Potevo farlo anche io”, però anche se fosse, Cattelan l’ha fatto prima. Poco prima di recarsi alla fiera “ART Basel” di Miami Beach, l’artista aveva acquistato “il frutto dell’amor” da un fruttivendolo per la modica cifra di trenta centesimi. A fine della fiera, la banana attaccata al muro con lo scotch è stata venduta per centoventimila dollari. E non una, ma ben due volte: una edizione è andata a Sarah Andelman, la fondatrice di Colette (concept store), un’altra alla coppia Billy e Beatrice Cox, che hanno affermato: “Siamo ben consapevoli della palese assurdità del fatto che Comedian è un prodotto deperibile a basso costo e un paio di centimetri di nastro adesivo. Ma quando abbiamo visto il dibattito pubblico suscitato sull'arte e sulla nostra società, abbiamo deciso di acquistarlo. Sapevamo di correre un rischio, ma alla fine abbiamo pensato che la banana Cattelan sarebbe diventata un oggetto storico iconico.” E in effetti così è stato.

Quando è stata affissa al muro, l’opera stava marcendo, quindi è stata pensata perché la banana venisse sostituita spesso. Dal momento dell’esposizione, attira subito l’attenzione del pubblico, che non esista a scattare foto in compagnia della strana composizione. Fino a che non arriva David Datuna, un altro artista, che stacca la costosissima banana dal muro e… se la mangia. È il panico, tutti cominciano a filmare l’evento, tanto che interviene anche il direttore della galleria d’arte, Peggy Leboeuf che lo fa allontanare dalla fiera. Datura si giustifica dicendo che quella fosse una sua performance: “Hungry artist”. La banana è stata prontamente sostituita, ma il video è diventato immediatamente virale.

Ovviamente la versione originale non esiste più, e mano a mano che passa il tempo, neanche le successive, però la sua immagine è immortale, chiusa in uno scatto. Ma cosa rappresenta questa banana appiccicata letteralmente al muro che ha bisogno di essere sostituita spesso, al fine che non marcisca? Malgrado susciti inizialmente il riso, Cattelan spinge lo spettatore a pensare e a concentrarsi per capire il senso dell’opera che ha davanti agli occhi. La riflessione non può che spingersi verso il concetto di deperibilità, di morte, perché è quella la destinazione finale, sia per il frutto che per noi. Noi, come l’arte, siamo effimeri, perché anche un’opera d’arte come quella è destinata a sparire. Dopo il clamore mediatico, subentra l’indifferenza e la caduta nell’oblio. In realtà è come stare a teatro, dove Cattelan ci tira la palla e ci spinge a commentare e a trarne delle emozioni di conseguenza, positive o negative. Su ArtNews, Andrew Russeth (critico d’arte) ha affermato:

“Quando eviti di rendere le cose facili e presti attenzione alle sfumature, allora ti capita di dire qualcosa che la gente preferirebbe non sentire. La sua banana sembrerebbe un lavoro molto facile, molto privo di sfumature. Ma certamente mette in primo piano fatti a cui i generi artistici preferiscono non pensare, come i prezzi giganteschi pagati per opere d'arte che in molti casi diventeranno rapidamente dimenticate e senza valore.”

Ha aggiunto poi:

Poi c'è la questione delle diseguaglianze nel settore, in cui una piccola manciata di artisti e commercianti fanno fortuna mentre altri si mettono in fila per fare secondi e terzi lavori per sbarcare il lunario. Si potrebbe vedere la banana di Cattelan come una caricatura mordente di tali attività secondarie: un artista fuori dal gioco che decide di fare un po' di soldi extra nel suo tempo libero, in un modo che solo lui può fare. Il comico sta offrendo uno scherzo oscuro, e riguarda tutti noi.”

Eppure l’artista ha fatto centro, perché quasi tutti hanno sentito parlare della sua opera, tanto che alcuni marchi hanno usato la sua idea per commercializzare i loro prodotti: lo ha fatto Carrefour, così come anche Eataly, Peugeot, KFC, Burger King, Lidl, Unieuro e non potevano mancare anche Durex e TaffoOgni pubblicità ha aggiunto un tocco divertente alla proposta. Ad esempio Taffo stessa ha scritto sui social: “Costa molto meno di 120.000$ ed è eterna”; KFC ha invece postato: “Fosse stato un bucket, non sarebbe durato cinque minuti.” E voi che ne pensate?

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