lunedì 4 luglio 2022

#Arte: L'arte di Jeff Koons

Ci sono artisti che, seppur sono tra i più pagati al mondo, ai più passano in sordina. Oggi vogliamo parlarvi di Jeff Koons, conosciuto per lo più come il re del kitsch (oggetti che per lo più la gente considera di pessimo gusto). Eppure questo artista ha saputo scuotere gli animi delle persone grazie anche alle sue produzioni artistiche discutibili, come ad esempio la sessione di scatti fotografici fatti negli anni Novanta con il titolo “Made in Heaven” in cui era ritratto insieme alla moglie di allora, Ilona Staller – la pornostar Cicciolina- dove la coppia era intenta a far sesso in un paesaggio da fiaba, con farfalle, fiori e sfondi fuori dal tempo.

Ma veniamo a noi, come mai Jeff Koons è considerato un personaggio così famoso nel mondo dell’arte?

Il suo nome è Jeffrey Koons, ed è nato a York (Pennsylvania) il 21 gennaio 1955. Come dicevamo prima, le sue opere rientrano nel kitsch, fino a sconfinare nel consumismo. Questo è un punto importante per la sua produzione artistica, proprio perché gran parte del suo lavoro sarà proprio incentrato su una critica al consumismo stesso. La sua arte si espande in diversi campi, tanto da essere stato considerato come l’erede di Andy Warhol per quanto riguarda il suo accostamento alla pop-art, ma anche a Marcel Duchamp per il modo di produrre sculture ready-made, pronte all’uso.

È nato in una famiglia della upper middle class americana, con i genitori che erano arredatori d’interni. Questo ha permesso al giovane Jeff di avvicinarsi al mondo del gusto e del lusso. Dotato di uno sguardo attento e critico, è sempre stato un ottimo interprete dell’animo e dei desideri delle persone. E lui ha sempre tenuto in gran conto gli spettatori, perché l’arte è negli occhi di chi guarda.

Nell’ottobre dello scorso anno, ha dato vita con le sue opere a una sua mostra a Firenze, a palazzo Strozzi, che si concluderà il 22 giugno di quest’anno, dal nome “Shine”. In un suo articolo a supplemento del Financial Time, ha rivelato che effettivamente un artista può realizzare la propria opera in una stanzetta e tenerla lì, ma sarà l’occhio dello spettatore a dargli importanza.

“Una grande opera d’arte non è niente, assolutamente niente senza lo spettatore. Gli spettatori concludono la narrazione. La chiamerei “la partecipazione di chi guarda”. Si tratta di un’idea che mi è stata suggerita dal neuroscienziato Eric Kandel.”

Per molti anni come artista è stato definito contraddittorio, perché nelle sue rappresentazioni metteva alla gogna lo stesso pubblico che lo aveva portato alla fama. Per quanto possa sembrare un controsenso, invece, questo fa sì che sia proprio l’autore a scrivere le regole del gioco, della sua stessa arte. Le sue produzioni più famoso rappresentano oggetti dall’apparente aspetto leggero, salvo poi rendersi conto dei materiali usati. La sua opera più famosa è il “Baloon Dog”: avete presente le feste di compleanno dei bambini, dove di solito c’è il clown che si mette a fare animali attorcigliando dei palloncini? Bene, il "Balloon Dog" non è altro che un cane fatto con i palloncini, salvo il materiale che in realtà è di acciaio inox con un supporto di porcellana.

Quest’opera rientra nella collezione Celebration, che iniziò proprio con la nascita di Ludwing, il figlio che ebbe con la Staller e che gli valse diverse cause legali per l’affidamento. Dello stesso “Baloon Dog” ci sono più versioni, ma non solo, anche altri animali con la stessa tecnica. L’autore vede in queste realizzazioni un legame con l’essere umano. Disse infatti:

“Siamo palloncini. Se fai un respiro e inspiri, è ottimismo. Espiri, ed è una specie di simbolo di morte”.

Proprio il Baloon Dog è stato nel 2013 battuto all’asta per la cifra astronomica di cinquantotto milioni di dollari. E voi? Conoscevate questo autore?

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