sabato 5 novembre 2022

#Racconti: Il cronista nero

In questa città non succede più niente. E di per sé non è qualcosa di negativo: nessun furto, nessun omicidio, nessun rapimento, non si sente parlare neanche di evasione fiscale.

Che l’amministrazione abbia finalmente trovato la chiave di volta per estirpare il male dalla città?
Le politiche locali accontentano proprio ogni categoria sociale, mentre gli abitanti mostrano un forte spirito di comunità.

Il miracolo della piena occupazione si è realizzato in questa città, ognuno viene gratificato da ciò che fa, anche perché qua le paghe sono molto generose. Solo chi vuole prima completare gli studi ancora non lavora.

Sembrano tutti contenti, con la pioggia e con il sole. Ma c’è in realtà una persona che vive le sue giornate in inquietudine: è Thomas Keylar, un noto giornalista che scrive articoli sul quotidiano più letto della città.

Thomas ha delle passioni di cui si vergogna, pulsioni che ha scelto di incanalare attraverso il lavoro. Thomas fin dall’adolescenza ha sentito un’attrazione morbosa verso la cronaca nera, lo scandalo e il macabro.

Sono ormai passati due anni da quando ha scritto l’ultimo articolo di cronaca nera: un omicidio avvenuto proprio nella piazza centrale alla luce del giorno, un ragazzo che ha sparato a un suo amico per via di un debito di denaro che a quanto pare non veniva ripagato da lungo tempo.

Thomas ripensa spesso a quell’evento, era lì vicino quando accadde e aveva visto tutto, descrivendo la scena e il litigio nei minimi dettagli. Rilegge anche con frequenza ossessiva l’articolo che scrisse quel giorno, come se rileggendolo potesse assistere nuovamente a quell’esperienza ancora una volta.

Non sente nessun trasporto e nessuna emozione dagli articoli che scrive ora, gli sembrano vuoti resoconti di una realtà monotona.

Sa che non può rivelarlo agli altri, e non vuole parlare con nessuno di questa sua passione, perché nessuno lo potrebbe capire.

La quiete della città è qualcosa che lo disturba profondamente, si chiede come sia possibile che esista un posto così noioso. Negli ultimi mesi ha pensato più volte di trasferirsi, magari in una metropoli in cui potrebbe raccontare tanti episodi spiacevoli.

Ma la verità è che lui si sentirebbe sconfitto, Thomas sente paradossalmente questa città come un pericolo, come una grossa fonte di ansie.

Pensa che potrebbe diventare un modello per il resto del pianeta, e che senza che se ne accorga possa sparire ogni episodio di cronaca nera dal mondo.

Ha aspettato per lungo tempo che accadasse qualcosa che rompesse questa quiete assordante ma non accade nulla, e ogni giorno si sente sempre più morto, più cupo, mentre sente scivolare via la sua ragione di vita.

È arrivato il momento di smuovere le acque. Thomas sente che è arrivato il momento di tirarsi fuori dalle sabbie mobili in cui sta affondando.

E ora studia il delitto perfetto. Sarà lui che agirà di nascosto per turbare l’ordine. Sarà lui che restituirà la paura alla città. Dicono che la penna ferisce più della spada, ma è della violenza fisica che ora ha bisogno. E nel mentre pensieri sempre più macabri prendono forma nella sua mente.

“Arma da fuoco o arma da taglio? Potrei anche imparare a fabbricare un esplosivo. Diventerò famoso come Jack lo squartatore, e proprio come lui, rimarrò nell’anonimato. È arrivato il momento che fiumi di sangue scorrano tra queste strade”.

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