venerdì 25 novembre 2022

#RoFF17: Amsterdam - Recensione

Quando era stato annunciato “Amsterdam” come pellicola presente all’interno del catalogo delle proiezioni de “La Festa del Cinema”, si era tanto sperato di vedere lo stellare cast sul carpet di Roma. È stato presentato lo scorso 27 ottobre, noi eravamo presenti in sala, e vogliamo comunque soffermarci e dire la nostra su quello che, in tutto e per tutto, è un film non riuscito. Il classico esempio in cui non importa quanto bravo possa essere l’attore, se la scrittura non regge, non lo fa neanche la storia. 
La stampa, del resto, ha immediatamente iniziato a stroncare questo film, tanto che il tour delle anteprime europee era stato interrotto e per tale ragione le nostre amate stelle non sono arrivate nella capitale italiana. 

Dopo sette anni dalla direzione di Joy, David O. Rossella torna a dirigere un film dal potenziale esplosivo, ma - come abbiamo voluto sottolineare fin dal principio di questa recensione - il tutto si esaurisce in una visione dannatamente statica dell’azione. Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, persino Robert De Niro e Zoe Saldana; tutti grandi nomi di Hollywood che risultano completamente sottotono in una scelta di azioni che non esplodono, ma restano sempre sotto pelle. 
Molti dei fatti narrati in questa pellicola sono veri, complotti e misteri da dover sventare in una commistione di generi che però non punta in nessuna direzione. Non c’è una sola voce che si riesce a ergere dal coro, non vi è un solo movimento di macchina che riesca a dare un guizzo a ciò che avviene. Abbiamo solo una rocambolesca ricostruzione di fatti, romanzati, senza che questi abbiano davvero una connessione tra di loro. Potreste addormentarvi a metà pellicola e attendere la spiegazione finale che i personaggi fanno quasi a venti minuti dalla conclusione del film. Una spiegazione che arriva perchè forse ci si è davvero resi conto che questa storia non ha un punto d’arrivo. 

Le eleganti atmosfere noir degli anni ‘30 non bastano a dare concretezza a una storia che resta una patinata copertura a una narrazione inesistente. Ma di cosa parla questo film? Ci sono tre amici che sono testimoni di un omicidio, sono ricercati perché ritenuti colpevoli dello stesso e devono cercare di discolparsi. Per cercare di tirarsi fuori dai guai, i tre saranno coinvolti in un mix di spionaggio e di complotti statali. Finzione e realtà, così, si mescolano nella formula del cinegiornale che si dispiega al termine del film, durante i titoli di coda. 

A cavallo tra due guerre troviamo una narrazione logorroica, grottesca, ripetitiva, pedante e pesante; in questa pellicola ci sono tutti gli stremi per una denuncia di sequestro di persona. La sua durata è da considerare illegale, le palpebre vi si ribelleranno chiudendosi da sole come saracinesche di una porta blindata. Noioso, lento, ripetitivo (si, questo aggettivo è davvero voluto). 
È davvero un peccato trovarsi davanti a un film che poteva essere interessante e invece è stato un potenziale del tutto sprecato. Un budget che sicuramente non verrà restituito dal numero di biglietti venduto in sala. Siamo sicuri che qualora voi vi accingerete a guardare questa pellicola, anche in versione homevision, vi addormenterete dopo i primi venti minuti.

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