sabato 16 aprile 2022

#Libri: I lupi di Roma (La saga della famiglia Orsini)

Da appassionate di storia e Roma, non potevamo comprare questo romanzo di Andrea Frediani, edito dalla Newton Compton Editori e uscito nel 2021. Per i pochi che non lo conoscessero, Frediani è un noto storico, esperto del periodo del Medioevo. Noi di 4Muses conosciamo abbastanza questo periodo, ma rimaniamo nella superficie quando si tratta delle famiglie Orsini, Colonna, Annibaldi e le altre che nello stesso periodo lottavano per conquistarsi il potere supremo. Per questo abbiamo iniziato a leggerlo, trascorrendo intere giornate con il libro in mano. 

Come ogni romanzo storico, i fatti descritti possono subire delle variazioni per rendere la lettura scorrevole. Lo stesso Frediani ammette di aver giocato un po’ di fantasia con certi personaggi, e allo stesso tempo di aver reso simultanei eventi che si sono svolti a distanza di mesi l’uno dall’altro. Questo non ha solo reso la lettura molto più scorrevole, ma ci ha tenute veramente incollate pagina dopo pagina, fermandoci solo per l’inizio di Sanremo. Come purtroppo accade per altri romanzi, se l’autore è troppo preso dalla veridicità dei fatti, si rischia di scrivere una cronaca, o un saggio, che ai più risulterebbe noioso o di difficile comprensione. La sua decisione di puntare più sul romanzo che sulla cronaca dei tempi, si è rivelata vincente, tanto che le ultime pagine sono ancora bagnate dalle lacrime che abbiamo versato. Altre pagine, invece, sono unte o sporche di sugo, perché non abbiamo interrotto la lettura neanche durante i pasti.

Il romanzo inizia il 21 agosto 1241, a Roma. Già dal prologo assistiamo alla morte improvvisa di papa Gregorio IX. Matteo Rubeo Orsini è solo un bambino, ma dal primo capitolo facciamo un salto temporale al 16 maggio del 1277 e lo troviamo uomo maturo, a primo impatto molto arrogante. Da questa data seguiamo le vicende delle famiglie più note di Roma fino al 1284, quando da nemiche arrivano a unirsi contro un nemico ancora più grande di loro. 

Ma la strada per arrivare a capire che l’unione fa veramente la forza è lunga e piena di massacri, tradimenti, vendette e umiliazioni. Quando Giovanni Gaetano Orsini - dopo un conclave carico di tensioni - diventa papa Niccolò III,  infatti, per la famiglia Orsini-Colonna è il momento di governare in assoluta totalità sulla città di Roma. A farne le spese sono i figli più giovani, così distanti dalla sete di potere dei padri, eppure non così coraggiosi da poter dire la loro.

Nonostante il papato e la carriera ecclesiastica, gli Orsini non riescono a perdonare e tollerare gli altri, divenendo a tutti gli effetti dei despoti assetati di potere. Sono le donne che notano quanto sia folle tale atteggiamento, invitando più volte a lasciare andare queste lotte prive di senso e così distanti dall’amore di Cristo. Orsini e Annibaldi si dichiarano guerra, anche se due dei loro membri (Perna Orsini e Annibaldo Annibaldi) sono follemente innamorati, e cercano un modo per scappare al loro destino che li vuole divisi. Ogni personaggio è perennemente diviso tra ciò che vorrebbe fare per la sua felicità, e ciò che dovrebbe fare per la felicità e la stabilità della famiglia.

È solo in vista di una minaccia più grande, quella del re di Napoli Carlo d’Angiò e dei francesi alle porte di Roma, che ogni famiglia romana decide di unirsi e di combattere assieme al popolo sotto il nome dell’Urbe. Si replicano i Vespri siciliani (1282) in una battaglia che per tutti ha un prezzo altissimo da pagare e che fa capire quanto l’animo umano rifiuti l’amore solo ed esclusivamente per paura.

Con il romanzo di Frediani siamo catapultati in un periodo sicuramente crudo e macabro, dove la violenza era all’ordine del giorno. Uccisioni e stupri spesso condannavano la vittima; l’Inquisizione era un’ombra minacciosa dietro le spalle di ognuno e si denunciava più per motivi politici che morali.

Da romane, poi, non abbiamo potuto fare a meno di pensare che le strade che percorriamo ogni settimana siano state teatro di battaglie sanguinose. Ci siamo dovute fermare spesso con la lettura, immaginando i sette colli pieni di corpi morenti a terra. 

La lettura è scorrevole, le dinamiche dei personaggi sono così reali che abbiamo amato e sofferto assieme a loro. Anche se è un libro con scene abbastanza dirette e dure, crediamo sia fondamentale da leggere se si è uno studente liceale, per comprendere meglio cosa è stato il Medioevo e incrementare il proprio bagaglio culturale.

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