mercoledì 13 aprile 2022

#StorieRomane: Bocca della Verità

Col ritorno dei turisti a Roma, la fila di visitatori davanti alla Bocca della Verità è tornata a essere veramente molto lunga. Sarà che siamo romane, ma tutto ciò ci ha sempre fatto sorridere e spesso ci siamo chieste: “Perché mai una persona sceglie di passare interi minuti, arrivando anche alla mezz’ora, solo per mettere la mano dentro alla bocca di quello che in origine era un tombino?
Questo articolo, quindi, è più per noi. Per chi sogna di vivere a Roma: sappiate che col tempo certe magie si perdono. Forse diamo per scontato troppe cose, ecco perché abbiamo deciso di parlarvene. Chissà, forse finito l’articolo ci verrà voglia di uscire e sfidare il destino, mettendo anche noi la mano dentro la bocca del tombino antico! 

La Bocca della Verità è situata nel pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin solo dal 1630, perché prima di allora era situata all’esterno del portico. Il volto è conosciuto in tutto il mondo, eppure non si sa ancora chi davvero raffigurasse. Nell’antichità i tombini venivano rappresentati con il volto di alcuni déi fluviali, perché a loro arrivava l’acqua piovana che poi riconsegnavano al mare. Così per molti il volto può essere proprio del dio Oceano, o di un fauno. Nel medioevo, però, nelle primissime guide per pellegrini (chiamate Mirabilia Urbis Romae) il tombino si dice rappresenti un oracolo.

La leggenda medievale vuole che Virgilio Marone Grammatico (scrittore latino del VII secolo) decise di costruire la Bocca della Verità per testare la fedeltà coniugale. Difatti lui era solito praticare la magia, così riuscì a fare in modo che la bocca potesse mordere la mano della moglie fedifraga. Eh sì, perché la Bocca della Verità poteva essere arma solo degli uomini, in un contesto sociale dove la moglie era intesa come una loro proprietà.
Ma l’astuzia, si sa, è femminile e nelle varie leggende a lei associata, ne troviamo una in cui una donna riesce a salvare la propria reputazione e… mano, grazie a un inganno. Questa donna era di fatto infedele, ma riuscì a istruire l’amante con ordini ben precisi: il giorno del “giudizio”, appena prima che la sua mano toccasse il marmo della bocca, l’amante avrebbe dovuto abbracciarla davanti a tutti, fingendosi del tutto matto. Così avvenne, e lei poté giurare di essere stata toccata solo da due uomini: suo marito e il matto che tutti avevano appena visto.

Il nome è del 1485, e anche se proviene dal desiderio di possesso maschile, ora è più intesa come una specie di macchina della verità. Anche se la sua abilità magica, di questi tempi, è priva di qualsiasi fondamento, c’è chi continua a porre domande al proprio partner, testandone così la fedeltà.
La folla procede, tra un sospiro di sollievo e uno scatto salvato sul proprio telefono. Forse, più che la sua immagine, affascina la storia e come sia arrivata a noi grazie al film del 1953 Vacanze Romane (regia di William Wyler. Protagonisti della pellicola Audrey Hepburn e Gregory Peck) che ha dato il vero e proprio inizio al turismo internazionale nella Capitale d’Italia.     

Comunque sia, la piazza dove è situata, Piazza della Bocca della Verità, è sicuramente un luogo da non perdere a Roma, traboccante di Storia antica. Potete visitarla prendendo la metropolitana linea B, scendere alla fermata Circo Massimo e fare una passeggiata di una decina di minuti lungo le strade della Storia.

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