mercoledì 20 aprile 2022

#Cinema&SerieTv: Acque Profonde

Quando l’amore, da puro e semplice, perde tutta la sua magia e si trasforma in follia? Questa linea sottile che separa il sentimento dalla gelosia distruttiva viene raccontata in quasi due ore nel film “Acque profonde”, uscito nel 2022 e disponibile su Amazon Prime Video. Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, del 1957.

In questo film seguiamo la turbolenta storia d’amore malato dei due protagonisti, Victor e Melinda, che vivono in una lussuosa villetta insieme alla bambina nata dalla loro relazione, la piccola e intelligente Trixie. La loro vita è un susseguirsi di feste, in cui Melinda sembra continuamente provocare il marito con tanti tradimenti alla luce del sole. Victor inizialmente sembra impassibile, ma sotto quella maschera di imperturbabilità si cela un mostro. Nonostante gli amanti della donna continuino inspiegabilmente a morire, come mai lei non appare per nulla turbata?

La pellicola dura circa centoquindici minuti, in cui ci troviamo davanti a due personaggi che più diversi non potrebbero essere: da una parte abbiamo Melinda (Ana de Armas), bella, sensuale, infantile, che sembra testare continuamente la pazienza del marito; dall’altra abbiamo Victor (Ben Affleck) che, sebbene mal sopporti la civetteria della moglie, preferisce far sparire gli spasimanti anziché metter fine a un rapporto malato. Lui non ama la donna, non davvero, se il suo scopo è il mero possesso del prossimo. Melinda si trova un amante dopo l’altro e non esita a presentarlo al marito, quasi si aspettasse in lui una reazione che, però, non emerge mai. Come un mare, all’esterno traspare un’apatia totale del mondo che lo circonda, mentre sotto la superfice delle correnti gelide sconquassano chiunque provi a intaccare quell'Idilio che Victor crede esista davvero. È talmente bugiardo che mette i brividi. La prima a capire che sta mentendo è proprio la piccola Trixie che, data la tenera età, non è per nulla turbata dal comportamento del padre che non capisce. Per lei esiste solo suo padre, a cui è molto legata. Qualsiasi persona che potrebbe in qualche modo turbare la sua pace diventa un nemico che si subisce gli sguardi minacciosi della bambina.

Victor, dal canto suo, non ha problemi ad ammettere con lei gli omicidi. Melinda, che più di tutti dovrebbe essere turbata da un comportamento alla Joe Goldberg, non cerca in alcun modo di sottrarsi a quella sceneggiata, anzi. La donna non è per nulla preoccupata per la violenza inaudita del marito, perché è ben conscia di essere il centro attorno a cui ruotano i suoi comportamenti. È intorno a lei il pericolo, anzi, sono in pericolo coloro che le ruotano attorno. Non ha, infatti, alcun problema a salire in macchina con lui e a perpetuare i suoi tradimenti,  quasi a testare la pazienza dell’uomo e a controllare se davvero si sia macchiato di quelle morti all’apparenza senza spiegazioni. Inizialmente lo spettatore è portato a pensare che lei faccia così per poterlo incastrare, ma il finale è ben lontano da questa realtà.

Quello di Victor per Melinda è un amore malato che la donna scambia per libertà. Ci tiene a sottolineare, infatti, “Lui non vuole controllarmi come un uomo normale”, al che l’altro replica con “Non sono normale”.

Questo film non spicca per originalità nella trama, anzi, non porta nulla di nuovo nel panorama cinematografico, ma sa catturare l’attenzione con i dovuti tempi. Siamo portati per tutto il tempo a calcolare con Victor le mosse che potrebbero incastrarlo, senza mai arrivare a un momento di vero pathos. Interessati sì, ma colpiti particolarmente? No. Perché nel gioco perverso di seduzione e morte, nulla è mai approfondito al punto da empatizzare con la vittima o con il carnefice. Da una parte abbiamo l’uomo apparentemente retto, incurante di vedere la moglie in atteggiamenti intimi con lo spasimante di turno, che ride e scherza sulla cosa come se nulla fosse, dall’altra la violenza inaudita del mostro, che arriva a uccidere anche chi gli era amico pur di mantenere il segreto.

Il film potrebbe avere quel qualcosa che darebbe alla trama quel salto di qualità tipico dei thriller psicologici, ma a parte un gioco perverso tra Melinda e Victor, la storia perde tutta la magia. Si finisce davvero per fare il tifo per le forze dell’ordine. È inverosimile che tutti si fidino ciecamente dell’uomo su cui, inevitabilmente finiscono per ricadere i sospetti. Possibile che tutti si lascino fregare nonostante  gli amanti della donna facciano una brutta fine? Forse è proprio questo che manca, la caratterizzazione psicologica dei personaggi, completamente assente. Nel complesso, è una pellicola godibile, ma non qualcosa di imperdibile.

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