lunedì 11 aprile 2022

#Musica: As It Was

Attenzione: questo articolo è scritto in terza persona, ma tutte le esperienze personali di cui parleremo sono strettamente legate alla Musa che sta scrivendo questo articolo.

Harry Styles, così come Louis Tomlinson, Niall Horan, Liam Payne e Zayn Malik sono delle persone di cui non parliamo molto spesso, nemmeno nella vita quotidiana. Con loro (e per loro) abbiamo pianto e ascoltando la loro musica abbiamo affrontato alcuni dei momenti più brutti della nostra vita, ma ci hanno fatto anche ridere, conoscere tantissime nuove persone, ci hanno fatto rimanere sveglie in attesa dell’uscita di album e canzoni, con loro siamo cresciute e, tra l’altro, sono stati il primo concerto della nostra vita.

Non ci permettiamo di paragonarli ai Fab Four ma ci ricordiamo perfettamente l’isteria generale che hanno creato gli One Direction in soli sei anni di attività (attivi dal 2010 al 2016), ed era incredibilmente simile a quella che è stata la Beatlemania.
Badate bene, siamo ben consapevoli del fatto che i Beatles non possono essere superati da niente e nessuno ma, sebbene anche pensando ai quattro di Liverpool siamo pervase da un fortissimo senso di nostalgia e tristezza, non li abbiamo mai vissuti in prima persona e non abbiamo mai effettivamente provato le emozioni fortissime che devono aver provato le loro fan negli anni ’60.
Con Harry, Louis, Niall, Liam e Zayn, invece, sì.

Durante gli anni d’oro degli One Direction sapevamo tutto, letteralmente tutto di loro, ma dal loro scioglimento (che comunque raga, per quanto ci riguarda sono ancora in pausa, non scherziamo) non abbiamo veramente seguito le loro carriere soliste; conosciamo lo stretto necessario di Styles, Tomlinson e Horan e praticamente niente di Payne e Malik.
Ma è anche vero che non sapere proprio niente di Harold è praticamente impossibile: tra i cinque è quello che ha da subito fatto più successo (ce n’è sempre uno che spicca più degli altri), senza contare che la sua presenza scenica, il suo stile e il suo personaggio pubblico sono tutto tranne che dimenticabili.
As It Was” è stato un po’ come un fulmine a ciel sereno per i fan del cantante… un giorno erano tutti
nel pieno della Fine Line era, il giorno dopo il nuovo album – chiamato “Harry’s House” – è stato annunciato e dopo poche ore il singolo e il video musicale sono stati rilasciati. Così, improvvisamente, a tre anni di distanza da “Fine Line” (2019). È più che comprensibile quindi che sui social non si stia parlando d’altro se non di “As It Was”.

“Answer the phone
Harry, you're no good alone
why are you sitting at home on the floor?
what kind of pills are you on?
ringin' the bell
and nobody's coming to help
(Rispondi al telefono
Harry, da solo non stai bene
perché sei seduto sul pavimento di casa?
che tipo di pillole hai preso?
suona il citofono
e nessuno sta arrivando in tuo aiuto)”

È fondamentale fare una premessa, o forse più di una: l’immagine di Harry Styles è spaventosamente simile a quella di Taylor Swift. Più di una volta entrambi hanno affermato pubblicamente quanto ogni singolo dettaglio del loro personaggio pubblico non sia nemmeno lontanamente simile a quella che è la loro reale persona, più di una volta è stato ribadito quanto tutto quel che viene detto o fatto sia pianificato nei minimi dettagli. L’unica differenza tra i due è che Harry non si stanca mai di dire quanto sia sbagliato pensare di conoscerlo, anche quando tira fuori dei testi apparentemente così personali come questo (o come “Falling”).
È inoltre incredibilmente brillante, ed è conosciuto per gli easter eggs inseriti nel corso degli anni nelle canzoni (e non solo) e per la cura dei dettagli; è per questo che quando è uscita “As It Was” i fan, dopo un superficiale primo ascolto del brano, si sono focalizzati su quello che sono le cose nascoste.

“Go home, get ahead, light-speed internet
I don't wanna talk about the way that it was
leave America, two kids follow her
I don't wanna talk about who's doin' it first
(Vai a casa, fai carriera, internet veloce
non voglio parlare di com’era
lascia l’America, due figli la seguono
non voglio parlare di chi lo sta facendo per primo)”

E questo si può notare chiaramente da due cose: il video musicale e la canzone stessa.
Entrambi se guardati e ascoltati nel verso “giusto” sembrano dire una cosa, ma al contrario? Sono un video musicale e una canzone completamente diversi con dei significati completamente diversi.
Le teorie sono tantissime, e anche solo cercando su TikTokHarry Styles As It Was theories” i risultati sono così tanti che ci si potrebbero passare le giornate, ma le due più gettonate sono quella che concerne la sua infanzia e il rapporto con suo padre e quella che interessa la relazione con l’attrice statunitense Olivia Wilde (Alex Kelly di “The O.C.”, Remy Hadley di “Dr. House - Medical Division” e Gozer il Gozeriano di “Ghostbusters: Legacy”), di dieci anni più grande di lui e madre di Otis Sudeikis e Daisy Josephine Sudeikis, rispettivamente di sette e cinque anni.

“C’mon Harry we wanna say goodnight to you
(Andiamo Harry vogliamo darti la buonanotte)”

Ironicamente la frase presente all’inizio del brano e l’aneddoto dietro a questa sono legati alla seconda strofa della canzone (“Answer the phone, Harry, you're no good alone…”) quasi in modo inquietante: la sua figliastra di soli cinque anni era solita chiamarlo ogni sera per dargli la buonanotte e, citiamo testualmente le parole del cantante, “una sera non so cosa è successo, forse non ha squillato il telefono o qualcosa di questo tipo, ma mi ha lasciato questo [messaggio in segreteria]”. Anche e soprattutto questa frase fa sì che tutta la canzone, nonostante il ritmo ballabile, trasmetta un senso di solitudine e di distaccamento dalla realtà in netto contrasto con quella che è anche la sua immagine pubblica.

Non che sia la prima volta che Harold trasmette certi messaggi, ma in “As It Was” sono proprio il centro di tutto, a partire dall’inizio del video musicale, che inizia proprio con il cantante dietro un vetro satinato che prova a uscire e a rompere la barriera che lo separa dal mondo esterno.
Veste di rosso per tutto il video e per la maggior parte del tempo lo si può vedere nei panni di una marionetta; sappiamo bene – perché l’ha fatto capire numerose volte attraverso le sue opere – che Harry è ben consapevole di esserlo. L’ha provato sulla sua pelle, è entrato nel mondo della musica a soli sedici anni e ora è un uomo di ventotto.
A essere vestito da marionetta però non è solo lui, c’è anche una donna; anch’essa è vestita da marionetta, ma la sua tuta è blu. Altra teoria è quella che le due tute (rossa quella di lui, blu quella di lei) siano due riferimenti a Matrix (1999) e all’ormai quasi leggendario “pillola azzurra, fine della storia; domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio”.

“When everything gets in the way
seems you cannot be replaced
and I'm the one who will stay.
In this world it's just us
you know it's not the same as it was
(Quando tutto si mette in mezzo
sembra che tu non possa essere sostituito
e io sono quello che resterà
In questo mondo siamo solo noi due
Lo sai che non è com’era prima)”

Harry rincorre per tutto il video la donna, a volte la raggiunge anche, ma poi questa in qualche modo scappa dalla sua presa… sa che la persona che sta rincorrendo anche se è dolorosamente vicino a lui e facilmente raggiungibile, in realtà è troppo lontana e lui cerca di ignorare a tutti i costi questo allontanamento.

Addirittura anche gli occhi di Harold (notoriamente verdi) in questo video sono azzurri, come a indicare che, anche se ormai è completamente vestito di rosso e quindi immerso fino al collo nel Paese delle Meraviglie, ci sarà sempre una parte di lui che vorrà rimanere a prima che iniziasse tutto.
E questo ovviamente ha un lato positivo e negativo a prescindere da come uno lo vuole fare: rimanendo a credere a “quello che si vuole” e tornare in camera propria lascia sì libero dai commenti e dalle opinioni di migliaia (milioni) di persone e non vincola in un sistema di obblighi e apparenza, ma allo stesso tempo ti limita in una visione ristretta e fiscale di quello che è il mondo intorno a te. Entrare e rimanere nel Paese delle Meraviglie e vedere quanto sia profonda la tana del Bianconiglio, invece, dà la possibilità di allargare i propri orizzonti e di non rimanere bloccati nel proprio piccolo, ma ti toglie lentamente ogni pezzo di umanità.

Siamo tutti un po’ marionette in fondo, no?

Nessun commento:

Posta un commento