mercoledì 31 maggio 2023

#Cinema&SerieTv: In silenzio - Recensione

All’interno del palinsesto di Netflix, in questi giorni, ha debuttato una storia drammatica e decisamente molto interessante. Alcuni dei volti sono già noti ai fan di “Élite”, ma l’interpretazione in questa storia fa assumere loro delle posizioni ben differenti dal teen drama. Resta pur sempre vero che siamo davanti a un thriller, quindi la cifra stilistica sembra essere quella più nota agli spagnoli, ma in questo caso abbiamo una decisa e interessante nota di psicologia.

La serie di cui stiamo parlando si chiama “In silenzio”, titolo emblematico che si ricollega alle azioni compiute dal su protagonista. Sergio Ciscar (Aron Piper) dopo sei anni esce dal carcere per poter finire di scontare la sua pena agli arresti domiciliari. L’obiettivo è quello di cercare di re-inserire un soggetto problematico all’interno della società, considerato che all’epoca del delitto era minorenne. Sergio è, infatti, stato accusato e condannato per l’omicidio dei suoi genitori; uccisi entrambi spingendoli oltre alla balaustra del proprio balcone domestico. Ciò gli ha fatto acquisire la nomea di “Killer del balcone” elemento ricorrente all’interno di tutta la narrazione.

Gli arresti domiciliari, però, nascondono al loro interno una bugia: Sergio è costantemente osservato da un team di psicologi e di poliziotti, capitanati da Ana Dussuel (Almudena Amor). Osservare il suo comportamento è necessario per poter comprendere come realmente siano andati i fatti, visto che durante tutto il processo il ragazzo ha sempre taciuto sulla realtà dei fatti di quella notte. Ana, infatti, vuol cercare di scoprire cosa sia successo al ragazzo e vuol comprendere la sua psiche. Anche se, in realtà, le cose son ben più complicate di come appaiono.

Per poter analizzare questa serie è quasi inevitabile fare qualche spoiler, quindi prendete questo messaggio come un’allerta!

Lentamente, puntata dopo puntata, ci si rende conto di quanto complicata sia la relazione che Ana ha instaurato col soggetto che dovrebbe semplicemente analizzare. La sua è una vera e propria ossessione, quasi autodiagnosticata, considerato come lei stessa si rivolge ad altri personaggi. Innamorarsi di un criminale per via delle sue gesta, a quanto pare, è più comune di quel che si immagina. Del resto sono storici i fanclub nati sotto le gesta di famosi serial killer. Il fascino del male colpisce sotto diversi punti di vista cognitivi e, in questo caso, spinge quasi a considerare il soggetto innocente. Lo studio che la psicologa porta avanti, dunque, è quasi del tutto incentrato sul cercare di riuscire a dimostrare la sua innocenza. Ma l’osservazione diviene altro e si sviluppa sempre più in ossessione e controllo. Ana è spinta dalla voglia di controllare ogni singola mossa di Sergio ed è disposta a qualsiasi cosa pur di riuscire nel suo intento.

Sergio, dal canto suo, sembra non essere pienamente in grado di controllare i propri istinti e le proprie emozioni. Tutto ciò che viene, di fatto, analizzato riguarda principalmente la sua gestione emotiva. Nel corso del tempo è stato osservato persino da sua madre, fin quando non ha totalmente perso il controllo. Non vi svegliamo, però, se egli sia o meno effettivamente colpevole, lasciamo a voi questo dubbio.

La cosa interessante di questa serie è, sicuramente, il provare a ricostruire una solida base psicologica in tutti i suoi personaggi. L’azione è quasi sempre spinta da un determinato movente, il che rende interessante ogni singolo aspetto della narrazione. Persino le storie nel sotto trama non sono tralasciate, al contrario, i dettagli svelati sono utili per poter cogliere i sottili e diversi aspetti nella loro caratterizzazione.

Netflix riesce a buttare nel suo calderone un prodotto che, decisamente, alza la media. Interessante, coinvolgente e intrigante, caratteristiche che non sono per niente scontate in serie che passano un po’ più in sordina e che vengono viste principalmente per i volti sapientemente scelti. Noi per primi abbiamo guardato questa serie attratte dal capire che cosa poteva aver fatto Aron Piper al di fuori del teen drama.

In silenzio è una serie che riesce a mostrare una maturità diversa sulla piattaforma di streaming che merita di esser guardata. Anche perché è abbastanza conclusiva nel corso delle sue puntate e mostra anime distrutte dalla perdita di controllo.

Nessun commento:

Posta un commento