lunedì 15 maggio 2023

#Mitologia: Dare per ricevere

Non neghiamo che immaginare l’Universo come una lampada di Aladino, dove tutto quello che chiediamo ci viene concesso, è un pensiero alquanto appetibile.
I video sulla legge dattrazione sono arrivati anche a noi, e ammettiamo che sorridiamo un po’ quando vediamo che promettono di plasmare la realtà a nostro piacimento.     
È bene sapere che noi per primi utilizziamo certe tecniche, ma bisogna anche ammettere che molti – per non dire tutti – di quei video sono incompleti.

Siamo d’accordo che non possiamo procedere nel futuro dei nuovi noi se non facciamo prima pace con il nostro passato, in modo che esso non interferisca più con il presente. Ma bisogna sapere anche che qualsiasi cosa vogliamo chiedere dovrà servire prima di tutto per il futuro dell’umanità, poi per noi stessi.

Regnanti e dèi

In ogni mito, leggenda, favola… che si rispetti il “capo” ha un ruolo decisamente importante. È colui che deve mandare avanti il regno sia dal punto di vista economico che sociale ed è anche colui che deve proteggerlo il più possibile da ogni attacco del nemico.
Si sa che il regnante più amato e considerato è quello che si mette al servizio del popolo, mentre quello più temuto e alla fine deposto, nutre un profondo disinteresse nei confronti dei propri sudditi.

In un’epoca come la nostra non abbiamo più bisogno di ricercare una guida che ci tenga zitti e buoni e ci dica cosa fare in ogni momento. Abbiamo cominciato a comprendere sul serio che il benessere non arriva magicamente dall’alto, ma dipende in gran parte dalle nostre scelte personali.
Ecco che, allo stesso modo di quanto accadeva precedentemente per regnanti e dèi, anche noi possiamo sfociare nell’egoismo e nella tirannia, pensando più al nostro tornaconto che a quello degli altri.

Quello, insomma, che non ci viene detto ogni volta che si parla della legge d’attrazione è proprio che nel formulare la richiesta dobbiamo chiederci come prima cosa: “Quanto di quello richiesto può far bene agli altri?”, “Quante persone può toccare?”. Tanto più sarà motivo di prosperità per gli altri, tanto più arricchirà noi.

Prometeo

Il mito di Prometeo è forse l’esempio più calzante di quanto detto prima.

Prometeo è un titano figlio di Giapeto e delloceanina Climene (secondo alcune fonti Asia). Dalla coppia nascono altre cinque coppie di gemelli che crescendo diventano del tutto avari, così gli dèi decidono di mandare una tempesta a distruggere tutto il loro paese.
Colti da questo, i gemelli decidono di combattere contro gli dèi, ma Prometeo prende le parti dei secondi, portando dalla sua anche il fratello Epimeteo.
Gli dèi diventano i vincitori della battaglia e come premio Prometeo può accedere liberamente all’Olimpo, dove instaura un ottimo rapporto con Zeus, il quale lo incarica del compito più importante: forgiare l’uomo.
Prometeo non si lascia scappare questa opportunità e inizia a modellare il suo corpo dal fango. Grazie al fuoco dà all’uomo anche un animo.
Il titano comincia a nutrire fin da subito un immenso affetto per gli esseri da lui stesso creati, tanto da – qui sintetizzeremo il più possibile per questioni di spazio – riuscire a rubare ad Atena l’intelligenza e la memoria per donarle proprio agli umani.
Zeus non è contento del legame che si sta creando tra Prometeo e gli umani, teme infatti che se dovesse continuare i secondi acquisirebbero un potere maggiore rispetto agli dèi; quasi a conferma dei suoi timori, dopo un inganno che Prometeo compie a favore degli uomini e ai danni di Zeus stesso, quest’ultimo lancia una maledizione agli uomini che da quel momento diventano mortali e privati del fuoco. Gli esseri umani, così, sono costretti a vivere nell’oscurità e al freddo.
È di nuovo Prometeo, sempre con uno stratagemma – questa volta ai danni del dio del Sole – ad aiutare gli umani, rubando il fuoco al carro di Elio e riportandolo sulla Terra.
Cieco di rabbia, Zeus – dopo altri inganni a cui Prometeo non casca, tra cui la creazione di Pandora – riesce a incatenare Prometeo a una roccia sulla vetta di un monte. In più incarica un’aquila di squarciargli il ventre e dilaniargli il fegato ogni giorno, per l’eternità in quanto durante la notte ogni ferita viene guarita.
Prometeo passerà così tremila anni fino a quando Ercole, uno dei figli di Zeus, riesce a uccidere l’aquila aguzzina e ridare la libertà al titano.

Il dio Freyr

Secondo la mitologia nordica Odino, Vili e Ve hanno creato il mondo e gli uomini dopo aver ucciso Ymir.
Benché Odino amasse tantissimo gli uomini, tanto da guidarli nell’ultima battaglia, quella del Ragnarǫk, un altro Dio norreno pensiamo abbia il “primato” per quanto riguarda l’amore nei nostri confronti. Parliamo di Freyr: dio della bellezza e della fecondità. Freyr ha il compito di controllare le piogge, in modo da aiutare gli uomini con il raccolto.
In una società che basa la propria ricchezza e il sostentamento su quanto riesce a coltivare, ecco che Freyr è un dio fondamentale ed è proprio lui, infatti, che concede pace e piacere agli uomini.
Con il suo lavoro provvede al loro benessere, pur sapendo che possono ricambiare con veramente poco.

La Creazione ci ama

Crescendo in un contesto sociale dove il Cristianesimo regna sovrano, lo abbiamo sentito ripetere più volte: Dio ama così tanto le Sue da aver mandato sulla Terra il Suo Figlio Unigenito solo con lo scopo di morire per i peccati dell’umanità e poi risorgere.
Con le poche nozioni che abbiamo potuto darvi, notiamo come chi ha creato l’essere umano se ne sia così tanto innamorato, tanto da dare la vita per il nostro benessere.
Possiamo paragonare questo sacrificio estremo proprio a quello che farebbe un genitore, o quello che abbiamo visto in Pinocchio con Geppetto.

Il vecchio falegname crea un burattino così bello e perfetto da sembrare vero. E in effetti desidera che lo sia. Per opera della magia della Fata Turchina, il pezzo di legno si anima, prendendo il nome di Pinocchio.
Nonostante le raccomandazioni del padre Geppetto e della sua coscienza, il Grillo Parlante, Pinocchio si perde per la via e dopo numerose disgrazie finisce nella pancia di un pescecane dove incontra proprio Geppetto, finito lì prima di lui, proprio perché lo ha cercato per mari e monti!

Ma noi amiamo la Creazione?

Con questi esempi (ce ne sarebbero di più, ma parlare di tutti vorrebbe dire fare un articolo infinito) ci rendiamo conto che, proprio come accade a chi ci mette al mondo, l’intera Creazione ci ama e farebbe di tutto per noi.

La vera domanda, però, è: cosa siamo disposti a fare noi per lei?

Questo paragrafo non vuole diventare l’ennesimo pippone sull’ambientalismo, bensì un motivo di riflessione.

Prima di pretendere qualcosa/Prova a pensare a quello che stai dando tu” cantava Irene Grandi nella sua “Prima di partire per un lungo viaggio” e il senso è proprio questo.

Ecco quindi che quando chiediamo qualcosa all’Universo, quando ci appelliamo a un aiuto superiore, possiamo mettere tutta la nostra buona volontà e disperazione, ma sono nulla se manca l’amore verso tutto quello che ci circonda.

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