martedì 30 maggio 2023

#Cinema&SerieTv: Xo, Kitty - Recensione

La trilogia della scrittrice statunitense Jenny Han ha dato vita a un’intera saga cinematografica di cui è lei stessa è produttrice. “Tutte le volte che ho scritto ti amo”, su Netflix, è stato un successo tra il pubblico di giovanissimi che si è lasciato trasportare dal dramma sentimentale di Lara Jean (Lana Condor). Una saga che ha cementato la fama di Noah Centineo, facendo innamorare tutte le adolescenti.

Ma da una serie di successo non ci si può aspettare altro che degli spin-off. Dei veri e propri focus su altri personaggi che, precedentemente, non erano stati sufficientemente approfonditi. Arriva, così, “XO, Kitty” una storia incentrata sulla sorella minore di Lara Jean, nonché suo Cupido personale. Abbiamo conosciuto la piccola Kitty attraverso l’aiuto che lei ha fornito alla sorella maggiore, ma adesso è lei che deve riuscire a trovare se stessa. Attraverso un vero e proprio coming of age, dunque, conosciamo le turbe d’amore che la porteranno dall’altra parte del mondo: in Corea del Sud.

Di sua spontanea iniziativa, Kitty decide di presentare domanda di iscrizione alla KISS: un istituto che offre borse di studio per studenti stranieri, specie per percorsi di reinserimento culturale per chi ha origini coreane. Lo stesso piano di studi che sua madre aveva seguito anni addietro e che, adesso, lei vuol frequentare per poter costruire dei ricordi personali sulla donna che è venuta a mancare quando era troppo piccola. La KISS è anche il luogo frequentato da Dae, suo “ragazzo a distanza”, che vuol cercare di sorprendere non avvisandolo del proprio arrivo. Le cose non vanno, però, come sperato.

Dae
(Choi Min Young) accoglie Kitty mostrandosi mano nella mano con un’altra ragazza, la bella e popolare figlia della preside Yuri (Gia Kim). Di conseguenza, sorpresa dalle bugie del proprio ragazzo, Kitty dovrà cercare la propria strada e la propria determinazione così da poter far capire che non è lì solo a causa sua.

Quella che si prospetta davanti è una serie tv che riesce a coniugare in sé i diversi dettami della serialità. In soli dieci episodi coniuga le caratteristiche dei teen drama americani e coreani, riuscendo a giostrarsi tra situazioni sentimentali e la ricerca della propria identità. Ripercorrendo i passi di sua madre, dal 1993 inizieranno a emergere alcuni dettagli e intrighi molto più coinvolgenti delle semplici storie d’amore.

“XO, Kitty” è in grado di portare sotto i riflettori, in maniera intelligente, tutta l’ondata ossessiva che in questo periodo sta nascendo per la Corea e il K-Pop. Dai bellocci agli amori, si discute molto di vita privata e vita pubblica. La Corea, del resto, non è un paese molto amichevole nei riguardi degli amori arcobaleno e ciò emerge senza alcun tipo di sforzo tramite le vicende che riguardano i nostri protagonisti. Le leggerezza con cui si parla di pregiudizio non è accostabile alla superficialità, ma all’intelligenza con cui si può riuscire a guardare una realtà senza doverla giudicare.

Lo scontro generazionale diviene fondamentale per poter trovare la propria strada e la propria voce. Se, infatti, da una parte abbiamo Kitty che cerca il ricordo di sua madre; dall’altra parte troviamo Yuri che si scontra direttamente con la realtà genitoriale. Presenza e assenza che giocano un ruolo fondamentale per poter trovare la forza di essere se stessi.

Con la serialità Netflix riesce a trovare un ottimo modo per poter far parlare ancora i personaggi di una saga di successo. Non escludiamo che questa sia solo la prima stagione di molte, perché i temi non sono di certo esauriti e il cliffhanger finale ci fa comprendere le intenzioni produttive. Le ship sono sempre dietro l’angolo ed è inevitabile formare la propria considerato lo spazio che è stato dato a ogni singolo personaggio.

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