venerdì 19 maggio 2023

#Pensieri: Ovunque e in nessun luogo

 “[...] è oltre le stelle,
è lo spazio che incontra se stesso,
è il tempo che diverge in particelle
nell'esistenza che diviene riflesso”
Gianluca Boncaldo, L’articolo che ancora deve essere scritto.

Ovunque e in nessun luogo. È davvero difficile da spiegare. Penso che tutto sia così interrelato da essere una cosa sola, o comunque un insieme così armonico da agire come uno.

La fisicità caratterizza gli esseri e le cose come frammentate e frammentarie, nella continua illusione della separazione. L’ho detto più volte, e non credo che mi stancherò di ripeterlo: ogni cosa è collegata a un’altra in una maniera che noi non possiamo percepire per intero, e ogni cosa è separata secondo leggi naturali e trascendentali imposte dalla nostra cognizione psicofisica.

In questo modo il tutto è presente in ogni singola particella, l’intero fa parte dell’insieme che costruisce. È contente e contenuto, ma non è autoreferenzialità ma espressione dell’essere in quanto tale.

Ma forse la macchia dell’esperienza corrode quell’interezza originaria.
Così il tutto si frantuma, rimanendo sempre “tutto” ma allo stesso tempo perdendo l’unità distintiva.

Ecco perché “ovunque e in nessun luogo”, perché il tutto crea l’interezza che rende possibile ciò che è esperibile, ma facendo così reclude se stesso in un intuizione lontana dallo spazio.

Il tutto crea (ovunque, ogni cosa) e il tutto è in nessun luogo (perché risulterebbe impossibile essere “tutto” senza venire frammentato dalle esperienze create da lui stesso).

L’universo è tutto centro e tutto circonferenza
Giordano Bruno, Dialoghi metafisici

Cosa resta del tutto? Ovviamente niente, ma è quella somma di niente che permette l’ideazione dell’idea che travalica il concetto stesso di “tutto”, giungendo a fornire l’interezza al di là della realtà circostante.

“Dobbiamo imparare ad osservare qualsiasi cosa come parte di una indivisa interezza: nonostante la sua apparente solidità, l’universo è un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato. Le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa. La loro separazione, un’illusione”
Luca Ferrazzi, Ologramma


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