giovedì 26 ottobre 2023

#Arte: "Whaam!" di Roy Lichtenstein

Tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’60, tra il Regno Unito e l’America, si diffuse un movimento artistico che sfidava le tradizioni delle belle arti. L’uso delle immagini tratte dalla cultura di massa, in particolare, quegli oggetti o prodotti a scopo prettamente commerciali vennero usate per essere connotate di nuovi significati. La Pop Art, abbreviativo di popular (popolare), enfatizzava le grafiche dei fumetti o della pubblicità estrapolandolo dal loro originario contesto di appartenenza, così da poter divenire qualcosa di nuovo. L’uso dell’ironia divenne la principale chiave di lettura per queste opere che furono in grado di influenzare i diversi campi artistici contemporanei.

Tra i principali esponenti, i più, ricordano Andy Warhol che, con la sua factory, ha creato un vero e proprio agglomerato di artisti pronti a poter decontestualizzare tutto. Se ci pensiamo, possiamo paragonare la pop art a ciò che oggi viene fatto in rete con i meme.


Roy Fox Lichtenstein, nato nel ’23 a New York, si interessò all’arte fin dall’età scolare. Il design e la musica jazz lo spinsero a frequentare l’Art Students League di New York successivamente al diploma. Dopo gli anni passati sul fronte, dal 1943 al 1946, riprende gli studi e i corsi di pittura specializzandosi nel 1949 in Belle Arti. Nel corso della sua vita ha alternato diversi lavori tra cui l’insegnante d’arte e il decoratore d’interni. Come pittore, però, il suo stile iniziale era molto vicino al Cubismo e all’Espressionismo.

Nel 1956 realizzò la litografia “Ten Dollar Bill” che sembra anticipare alcune delle tematiche della Pop Art. Già nel 1957, nelle sue opere, iniziano ad apparire i personaggi dei fumetti o dei cartoni animati. E attraverso la contaminazione di altre tecniche e influenze, rapidamente diviene uno dei fondatori del movimento artistico di cui vi vogliamo parlare oggi.

Nel 1963, dal suo estro, nacque “Whaam!” un’interessante opera considerata, insieme alla Madonna di Warhol, uno de manifesti della Pop Art. Conservato, oggi, nel Tate Modern di Londra, queste due tele ci portano direttamente all’interno dello spaccato di vita dell’artista. Attraverso l’uso di un fumetto, infatti, possiamo immediatamente scorgere il suo significato più intrinseco: un ricordo appartenente al passato di Lichtenstein.

Il pannello sinistro mostra un aereo da combattimento che spara un razzo, questo attraversa lo spazio tra i due pannelli, colpendo l’aereo situato a destra. L’impatto del razzo provoca l’esplosione dell’aereo nemico tra le fiamme. Per poter realizzare la sua opera egli ha estrapolato l’immagine da un fumetto bellico del 1962 e l’ha modificata secondo le sue esigenze aggiungendo elementi grafici e narrativi. Un’opera che è in grado quasi di esser udita, tanto che il suo titolo non è altro che l’onomatopea che riproduce letteralmente il suono che il razzo produce durante il suo percorso.

Il dipinto è estremamente dinamico e fortemente evocativo nella sua comunicazione. Paradossalmente risulta essere estremamente attuale anche ai nostri giorni. Lo spazio che vi è tra i due aerei, l’area vuota tra i due pannelli, riesce a dare un senso di oppressione e di apertura allo stesso tempo. La sua osservazione risulta quasi essere straniante per via della dinamicità che riesce a trasmettere.

È interessante, infatti, porre la nostra attenzione su significato, significante e contesto. Riprendendo, infatti, il paragone che abbiamo fatto a inizio articolo: la pop art come precorritrice dei meme. Non possiamo fare a meno di sottolineare quanto importante possa essere un determinato contesto per poter decodificare un messaggio. Lichtestein, nella semplicità della realizzazione della sua opera, non ha fatto altro che estrapolare una vignetta dal suo contesto riuscendo a connotarla di un nuovo significato. Se, infatti, il fumetto di provenienza aveva scopi propagandistici adesso diviene un attento segnale di allarme per qualsivoglia tipo di conflitto.

Non dimentichiamoci, infatti, che l’artista ha servito per il suo paese sul fronte per tre anni. Quindi, in un certo senso, è quasi come se avesse messo su queste due tele la sua stessa esperienza diretta. I colori, tendenti per lo più al bianco e al nero, la desaturazione del cielo, e la vividezza dei colori dell’impatto fanno sì che le reali protagoniste della scena possano essere le fiamme. In questo modo, l’attenzione viene catturata da esse e comunicano tutto il senso di orrore che i conflitti portano con sé.

Analizzare la pop art, così come le altre correnti dell’arte moderna o contemporanea, diviene interessante proprio per i suoi più piccoli significati. Dalla semplicità di un oggetto comune, molto spesso sono nati esempi di connotazioni differenti e ben più profondi. Da un fumetto, in questo modo, si riesce a lasciare l’orrore e lo sbigottimento della guerra in chi guarda l’opera.

Nessun commento:

Posta un commento