martedì 31 ottobre 2023

#Halloween: Incantatio Absconditus Temporis - Seconda Parte

Questa è la seconda parte del racconto a tema Halloween: Incantatio Absconditus Temporis, online sul sito ieri pomeriggio.
Si raccomanda pertanto la lettura della prima parte, che potete facilmente trovare cliccando qui.

 
Inghilterra
31 ottobre 2023

Isabel apre lentamente gli occhi; per i primi istanti le palpebre sembrano non volersi muovere, richiedono ancora il riposo. Il sonno è stato breve, leggero e affannato, ma quando ricorda cosa è accaduto prima di perdere conoscenza, si ridesta improvvisamente, procurandosi un terribile mal di testa.
Guarda fuori dalla finestra, il cielo ancora avvolto nel nero, ma con un accenno di rosso fuoco all’orizzonte. Si sente stringere il cuore in petto, quell’immagine le ricorda i roghi di cui ha tanto sentito parlare: fiamme che si levano alte tra il buio delle tenebre e le grida euforiche di abitanti prigionieri della paura.
Quella mattina rispecchia il terribile monito di una pena da scontare, o è il sollievo di averla scampata? Le tornano in mente le parole della nonna: “Vuol dire che la nostra vita rimarrà invariata per cinquecento anni. Almeno, cinquecento anni visti da fuori, per noi sarà come se fossero passati cinque minuti, o forse qualche mese, nessuno ha mai fatto questo prima d’ora. Comunque sia, lo scopriremo al sorgere del sole”. È la certezza di iniziare una nuova vita a farla crollare nel pianto. A che pro vivere se quello che accadrà sarà distante cinquecento anni da quello che ha sempre vissuto?

La nonna si leva dal sonno nello stesso momento in cui lo fa anche la madre. Agnes e Cecily sono uguali d’aspetto, sebbene i vent’anni che le separano non lo facciano notare, ma diversissime nel carattere. La dolce e pragmatica Agnes abbraccia la nipote, rassicurandole tra i baci e le carezze che a tutto c’è una soluzione. Cecily, fredda e ansiosa, ignora deliberatamente i pianti della figlia, infilandosi bruscamente gli stivali.

«Dove credi di andare?»
«A prendere le uova come ogni mattina, madre.»
«Non oggi.» Sia Isabel che Cecily guardano sconvolte Agnes. «Anzi, sarà meglio che tu faccia i segnali per le tue sorelle: nessuna dovrà uscire fino al tramonto.»
Non importa il grado di parentela che le unisce, si chiamano e credono tutte sorelle.
Cecily annuisce in silenzio e lancia il segnale verso gli altri capanni.
«Non sappiamo quali siano le regole dellepoca che ci aspetta, né se siamo ancora sotto incantesimo, meglio uscire con il buio.» fa Agnes alla nipotina, e la stringe di nuovo a sé. Come a suggellare quella frase già abbastanza inquietante, un rombo come di centinaia o addirittura migliaia di cavalli impazziti si libra verso il cielo. Isabel chiude gli occhi e si tappa il più possibile le orecchie, ma questo non fa cessare né il terrore, né il maledetto rumore.
Cecily corre verso la finestra, non scorgendo nulla a parte le nuvole che si stanno unendo in un’unica coperta grigia.
«Non ho mai sentito un tuono del genere.» commenta seria ricercando nello sguardo della madre della calma che non trova.

Anche se le giornate si sono visibilmente accorciate da qualche mese, quella è sembrata eterna a ogni donna presente ad Aldermere Coven. Nessuna di loro è riuscita a mangiare, né a svolgere i lavori quotidiani per più di qualche minuto. Tutte, dalla più giovane alla più anziana, sono rimaste in attesa del tramonto e quando il sole ha lasciato completamente spazio alle tenebre, hanno attraversato in contemporanea l’atrio delle loro case, come uccelli migratori che decidono di abbandonare stagionalmente il proprio nido, hanno aperto le porte da prima timide e impaurite, poi sempre più curiose di capire cosa fosse accaduto.


Isabel, Cecily e Agnes hanno raccontato quanto sapevano alla luce delle lanterne, insieme hanno commentato gli strani tuoni che dal cielo hanno fatto tremare la terra almeno quattro volte in tutto l’arco della giornata, e tra una considerazione e l
’altra su quello che sarebbe potuto essere, hanno deciso di recarsi sulla cima della collina da dove poter vedere la cittadina sottostante.     
Già dopo qualche centinaio di metri, però, si para davanti ai loro occhi uno scenario del tutto grigio, puzzolente, affollato rumoroso, accecante, con strane vetture metalliche e veloci che fanno tremare loro le gambe e per questo motivo rimangono totalmente inermi. Devono fare leva su tutta la loro forza, nonché istinto di sopravvivenza, per non farsi scoppiare il cuore, urlare o semplicemente accasciarsi a terra.


La gente sembra passare accanto a loro con ostentata indifferenza, tanto che ognuna di loro si chiede se siano visibili oppure no. Quando un gruppo di ragazzi vestiti più o meno come loro, solo con abiti appena commissionati e dei colori innaturali sul volto, si avvicina, rimangono ancora di più sconvolte.

«Begli abiti.» ridono di gusto. «Forse vi siete immedesimate un po’ troppo, con questo tanfo. Buon Halloween, comunque.» ridono ancora tra di loro e se ne vanno, lasciando in mano di Cecily dei fogli di carta colorati che lei prontamente fa cadere a terra, sfiduciata e intimorita.
Nessuna ha capito esattamente cosa avessero detto quelle persone: la lingua parlata aveva il suono dell’inglese, anche se non sembrava il loro inglese.

Vedere donne che nonostante i vestiti fanno intravedere più della metà del loro corpo, uomini che baciano altri uomini, altri che spaventano sconosciuti che rispondono divertiti e luci artificiali che illuminano quasi quanto il sole, è troppo per tutte quelle giovani anime che, nel culmine dell’incredulità, decidono all’unisono di abbandonare i loro corpi e rendere le anime all’Eternità.

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