martedì 17 ottobre 2023

#Libri: Le streghe di Manningtree

Ottobre vuol dire zucca, foglie che cadono, Halloween… e uno dei modi migliori che abbiamo per addentrarci in questo mood autunnale – anche se il clima è ancora estivo – è quello di leggere un bel libro che parli di oscurità, mistero e magia.


È grazie alla Fazi Editore se abbiamo potuto leggere: “Le streghe di Manningtree”, romanzo di esordio di A.K. Blakemore.
Lo diciamo fin da subito: è molto di più di un semplice libro adatto al periodo, ma arriviamoci con calma.

Stiamo nell’Inghilterra del 1643, nel pieno della guerra civile inglese. Mentre Parlamento e Re si schierano uno contro l’altro, il resto del popolo deve essere messo a tacere per evitare altre rivolte causate dalla fame e dalla povertà crescenti. Quale modo migliore di farlo se non creare nemici, in questo caso impersonati dalle donne?

La nostra storia segue la vita di Rebecca West: una giovane donna che vive assieme alla madre a Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex.

In una società che obbliga le donne al silenzio e all’obbedienza, tutte hanno come obiettivo il matrimonio e il crescere figli, così da rispettare il volere degli uomini che proprio non potrebbero sopportare altre menti pensanti.
Così le pie e devote donne devono combattere sia con i loro impulsi che con la paura del demonio e dei suoi malefici.
Lo abbiamo vissuto in prima persona nel 2020: quando la società ci impone come nemico anche il nostro vicino di casa, tendiamo a isolarci e lo stesso accadeva nel Seicento.


Chi aveva il fardello di una mente libera e poco conforme alla società veniva facilmente additata come una strega e tra accuse, ignoranza e alta superstizione, chiunque non vedeva l’ora di liberarsi da una minaccia, anche se a dir poco inesistente.

La madre di Rebecca, la vedova Beldam, incarna tutto quello che poteva essere considerato il male dell’epoca: impulsiva, amante della compagnia maschile e dell’alcol, dalla lingua affilata…
La figlia è l’esatto opposto: è intelligente, dedita al lavoro, alla lettura della Bibbia e, anche se sembra provare forti sentimenti per lo scrivano e suo insegnante di catechismo John Edes, non fa nulla per manifestarli, cercando così di rendersi il più invisibile possibile.

Quando in città arriva il nuovo locandiere Matthew Hopkins, però, le cose prendono un’altra piega. Lui sembra molto interessato a vedere i comportamenti delle donne non sposate – e che per questo non possono avere una giusta difesa – pone domande scomode, fa venire dubbi a chi mai li aveva avuti prima… ogni sua supposizione trova conferma quando un bambino è vittima di una strana febbre, con allucinazioni e comportamenti a dir poco spaventosi.


Ci fermiamo qui con la trama per non rischiare di rivelare troppo.

La scrittura della Blakemore è intensa e le riconosciamo – nonostante lo abbiamo letto in italiano – la cura nel dettaglio di scegliere sempre le parole adatte ai tempi, così come la grandiosa operosità nell’aver descritto luoghi e personaggi in maniera così accurata da farci risultare il tutto molto vivido.
“Le streghe di Manningtree” è valso alla sua autrice il premio come miglior esordio dell’anno, quindi se amate il genere e avete voglia di conoscere una nuova penna, questo fa esattamente al caso vostro.

Ora concentriamoci su quanto ci ha lasciato.

Certo, oggigiorno nel mondo occidentale è difficile rimanere seri di fronte all’accusa di stregoneria, eppure in Medioriente e in alcuni parte del Terzo Mondo, questo è ancora realtà.

Crediamo che sia sempre doveroso ripensare alle vittime della storia passata, anche se sono passati così tanti secoli, perché è giusto riconoscere quanto l’essere umano abbia sbagliato e chiedere perdono per tutte le anime innocenti che sono state uccise, e continuano a esserlo, nel più brutale dei modi.

Ma siamo davvero convinti che il tutto sia finito qui?

Come abbiamo già accennato, non basta soffermarci alla condanna per stregoneria in sé, ma quante volte accusiamo il prossimo di chissà cosa solo perché non ci fidiamo a pelle, non ci sta particolarmente simpatico o semplicemente non rispecchia il nostro modo di vivere?


“Le streghe di Manningtree” ricalca una pagina terribile della nostra storia europea dalla quale dobbiamo attingere per imparare il rispetto reciproco e concedere agli altri la libertà di agire senza far loro alcun tipo di male, fisico o psicologico che sia.

Grazie a Rebecca vediamo quanto sia deleterio dipingere gli altri in un modo che non sono, soprattutto se non hanno abbastanza forza o mezzi per potersi difendere da tali calunnie.

In un mondo dove la società è sempre stata alla base della vita, il parere degli altri, purtroppo, conta più del proprio ed è proprio per questo che ognuno di noi ha la responsabilità di condividere e moltiplicare solo il bene.

Trovate “Le streghe di Manningtree” in tutte le librerie!

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