giovedì 19 ottobre 2023

#Musica: No time for toxic people

Ci sono canzoni che riescono a spingerti a riflettere sul periodo che stai vivendo e che, per questa ragione, risuonano nella testa come se fossero piccoli campanelli. È il caso della canzone “No time for toxic people” degli Imagine Dragons che, in questi giorni, sta risuonando più forte che mai. Estratto dell’album “Mercury – Act 1”, pubblicato il 3 settembre del 2021. Questo disco è il quanto progetto discografico che vede comparire come autore di tutti e tredici i brani. I Mercury album sono divisi in due parti per tracciare una sorta di percorso che si erge al di sopra dei generi contenuti al loro intero: il primo è incentrato sulla morte e sui sentimenti di shock; mentre il secondo disco è il risveglio successivo alla perdita di qualcuno che amavi. Tematiche che, dunque, raccontano la salute mentale tanto quanto la celebrazione delle montagne russe della vita.

“No time for toxic people” è la dodicesima traccia del primo disco e già dal titolo ne possiamo intuire la tematica: non è tempo per le persone tossiche. Una canzone che racconta il modo con cui alcune persone guardano nella vita degli altri e, pur standogli vicino, la giudicano e la commentano. Un brano che, quindi, può risuonare nell’esistenza di tutti perché chiunque di noi si è ritrovato ad avere a che fare con persone simili.

“The way they look at me, I know exactly
Il modo in cui mi guardano, lo conosco esattamente

What they talk about, when I'm not around
Di cosa parlando, quando sono in in giro

Got no time for that, as a matter of fact
Non ho tempo per quello, in effetti

Every day's my birthday, oh, I hope you heard me
Ogni giorno è il mio compleanno, oh, spero che tu mi abbia sentito”

Fin dal primo verso la contrapposizione tra inizio e fine è ben chiara: da una parte è la sensazione di sapere d’esser osservati e giudicati; dall’altra la personale soddisfazione di poter festeggiare i traguardi. “Ogni giorno è il mio compleanno” può tranquillamente esser letto come un monito per avvisare gli altri della propria felicità quotidiana. I giorni diventano qualcosa da festeggiare al di là di ciò che la gente può pensare o dire.

“So spend your hours on, what you think I've done wrong
Quindi trasorri le tue ore su cosa pensi che io abbia sbagliato

I know I'm in your mind, 'ind, 'ind, I've been here way too long
So che sono nella tua mente, […], sono stato qui fin troppo a lungo

I want to spend my life with those who's done me right
Voglio passare la mia vita con chi mi ha fatto bene

Your heart is frozen over, I'm a four leaf clover
Il tuo cuore è congelato, io sono un quadrifoglio”

Qui si entra ancor di più nel merito di ciò che si sta raccontando. È palese che il brano si riferisca, ed è dedicabile, a qualcuno che ci ha profondamente feriti. “Voglio passare la mia vita con chi mi ha fatto del bene” è una frase da sottolineare perché in questo momento si sta dando un taglio netto nei riguardi di quell’ipotetico individuo che ci ha restituito solo tagli e ferite. Un soggetto arido nei sentimenti che magari ci ha anche usati per un proprio tornaconto personale, ma noi portiamo solo “fortuna”. Il quadrifoglio, infatti, più generalmente è associato all’idea di rarità e per tanto di buona sorte. Trovare questa piccola anomalia nel trifoglio, anticamente, simboleggiava la capacità di poter allontanare gli spiriti malvagi. I druidi erano davvero convinti di tale proprietà, di conseguenza il cuore congelato si contrappone perfettamente alla volontà di restare nella buona sorte.

“Move along, move along, move along, go
Vai avanti, vai avanti, vai avanti, vai

Let me go, oh
Lasciami andare, oh

To the clouds below
Verso le nuvole la giù

'Cause they're calling me, up to higher ground
Perchè mi stanno chiamando, I piani alti

What a tea cup of a sound, even mighty drown, oh
Che suono da tazza da tè, anche potente annegamento, oh”

Le persone che ci hanno fatto male, quelle tossiche specialmente, sono quelle che tentano di trascinarci verso il basso. La loro negatività non ci permette di poter arrivare ai livelli che meritiamo e al contrario ci forniscono validi ostacoli che sono in grado di far leva sulle nostre stesse paure. Perché, di base, c’è sempre una costante che resta vera: siamo noi gli artefici del nostro destino. Siamo noi a decidere se è tempo per poter recidere quella sensazione di annegamento che molto spesso ci trascina verso giù oppure se continuare a conviverci. Siamo noi che siamo potere agli altri di cambiare le nostre sorti e non è mai tardi per potercene rendere conto. Le giornate, a quel punto, diventeranno tutte belle… sarà sempre il nostro compleanno e noi ne usciremo fortificati.

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