lunedì 13 dicembre 2021

#Cinema&SerieTv: Piccole donne - Recensione

Ormai più di un anno fa abbiamo pubblicato l'articolo sul grande classico di Louisa May Alcott.
La nostra Frè in quell'articolo ha parlato dell'opera in modo decisamente esaustivo, quindi non staremo ovviamente a qui a perdere tempo e a riscrivere le stesse identiche cose; non solo perché sarebbe del tutto inutile, ma anche perché l'opera originale e il film non sono di certo la stessa cosa e hanno eccome delle differenze.
In un certo senso, forse, potremmo definire questo film come l'unione di "Piccole donne" e di "Piccole donne crescono".
Settimo adattamento cinematografico dell'omonimo capolavoro ottocentesco della scrittrice statunitense, la versione del 2019 di "Piccole donne" è scritta e diretta da Greta Gerwig, prodotta dalla Pascal Pictures e distribuita in Italia dalla Warner Bros.

Il film inizia con la nostra protagonista, Jo March (Saoirse Ronan), secondogenita di Marmee (Laura Dern) e del signor March (Bob Odenkirk), nel film già venticinquenne intenta a sostenere un colloquio di lavoro con un editore nella New York del 1868.
Come nel libro, il sogno di Jo è quello di farsi strada come scrittrice, ma nonostante il suo talento tutto quel che riesce a fare è far pubblicare da un editore locale, il signor Dashwood (Tracy Letts), i suoi racconti.
Sarebbe un'occasione fantastica per la nostra Jo se non fosse che, ormai disperata, gli unici racconti che riesce a far pubblicare sono mediocri racconti brevi plasmati e modificati appositamente per piacere al pubblico femminile dell'epoca. E se un minimo conoscete il personaggio di Josephine, sapete molto bene che lei tutto è tranne che la classica donna ottocentesca.

Un giorno, subito dopo aver affrontato una discussione accesa - riguardante proprio i suoi scritti - con il suo coinquilino e professore Friedrich Bhaer (Louis Garrel), la nostra protagonista riceve un telegramma: è Meg (Emma Watson), la sorella maggiore, che la informa che la scarlattina di Beth (Eliza Scanlen) venutale nel 1861, è peggiorata notevolmente.
Da questi avvenimenti iniziano una serie di flashback che riportano proprio a sette anni prima, a quando tutto sembrava più facile, e le ragazze - nel pieno dell'adolescenza - erano felici e spensierate.

Durante i flashback iniziamo a conoscere i diversi caratteri delle quattro sorelle, completamente diverse tra loro, ci vengono presentate Marmee e la (molto poco) amabile zia March (Meryl Streep), e insieme alle ragazze facciamo la conoscenza di Theodore "Laurie" Laurence (Timothée Chalamet), nipote del loro ricco vicino di casa. Ci vengono mostrate l'amicizia che le quattro stringono con quest'ultimo, i vari amori, le inevitabili litigate e le discussioni tra sorelle, la partenza di Amy (Florence Pugh) e della zia per l'Europa... insomma, ci viene mostrata la loro vita prima della tragedia, prima della morte di Beth.
da sinistra a destra: Beth, Jo, Meg e Amy.

Una volta uscita la pellicola, del personaggio di Amy se ne è parlato tanto, probabilmente più di quanto si è parlato del film stesso.
Amy, che nel libro è la dodicenne appassionata di arte e pittura, con un carattere vanitoso, egoista e un atteggiamento altezzoso da viziata e da scalatrice sociale, perennemente in conflitto e in competizione con Jo in quanto suo completo opposto, nel film è una giovane donna di ventidue anni, non meno vanitosa e assolutamente non meno arrivista, ma perseverante e fedele a se stessa.
Amy sa quello che vuole, e sa che per ottenerlo deve sporcarsi le mani, deve fare cose che non vorrebbe fare, deve conformarsi alle norme sociali, solo per poterle successivamente rigirare a suo piacimento e fare la vita che lei vuole e ha sempre voluto.
Il personaggio tanto odiato da tutti nell'opera originale in questo film diventa un personaggio caparbio, che non se la racconta più di tanto e che sa guardare la realtà in faccia.
E ironia della sorte, alla fine saranno proprio le due sorelle più in competizione a realizzare veramente i loro sogni: quello che loro forse non hanno mai notato l'una dell'altra è il loro essere una l'antitesi dell'altra, sì, ma allo stesso tempo anche incredibilmente uguali, sotto tantissimi punti di vista. Uno tra tutti (per noi il più importante): il non scendere a compromessi, lo scegliere una strada e il seguirla sempre.
"Piccole donne", è questo il nome del libro che la nostra protagonista pubblicherà alla fine del film, un libro autobiografico, che scriverà dopo la morte della sua sorella preferita, solo dopo aver bruciato qualsiasi lavoro da lei scritto precedentemente.
È questo il libro che le farà coronare il suo sogno, perché non c'è storia migliore per lei di quella che ha vissuto con le sue sorelle.

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