giovedì 30 dicembre 2021

#Cinema&SerieTv: I viziati

 [Attenzione: l’articolo contiene spoiler]

Se avete visto e adorato Emily in Paris, di sicuro non rimarrete delusi dal film disponibile da qualche giorno su Netflix dal titolo “I viziati” (il cui titolo originale è “Pourris gâtés”). Si tratta di una commedia francese banale, con una sceneggiatura che sembra non ingranare mai, cliché su cliché, ma andiamo con ordine. Per prima cosa, va detto che è il remake del film messicano “Nosotros, los nobles”. In Francia, paese di produzione del film di cui parliamo oggi, è uscito nel settembre di quest’anno. Il cast, malgrado l’impegno, non basta a sorreggere un prodotto debole e poco convincente su tutta la linea.

Ambientato a Monaco, nella città della bella vita, seguiamo la storia della famiglia Bartek, composta dai tre figli ventenni Stella (Camille Lou), Philippe (Artus), Alexander (Louka Meliava) e loro padre, Francis (Gérard Jugnot). Fanno parte dell’élite, di quella fetta di popolazione che da ricchi tratta male le persone del popolo, gli onesti lavoratori. Stella sperpera soldi dalla mattina alla sera e programma di sposare quello che ha tutte le caratteristiche dell’arrampicatore sociale, Juan Carlos; Philippe passa le sue giornate a ingegnarsi con idee folli e inconcludenti; Alexander è incapace di resistere ai suoi impulsi sessuali, quindi passa le giornate da un letto all’altro, saltando continuamente la scuola. Francis, preoccupato per la pessima piega che sta prendendo la vita dei suoi figli, decide di ingannarli: una mattina fa credere a tutti che ha avuto dei dissidi finanziari con lo Stato, fa bloccare le carte di credito, convince i figli a scappare con lui per non finire in carcere e si nascondo in un vecchio casolare in campagna. Con la struttura che cade a pezzi e senza neanche un soldo per mangiare, Francis obbliga i figli a trovarsi un lavoro onesto mentre lui si occupa della ristrutturazione, aiutato da Alexander. 

Inutile dire che dopo le problematiche iniziali del “non sapere come si sta al mondo”, tutti riescono a racimolare qualcosa e finalmente capiscono com’è la situazione dall’altra parte. Stella, ad esempio, si rende conto della maleducazione avuta con i lavoratori durante la sua vita quando si ritrova a dover fare da cameriera. Bistrattata dai clienti, finalmente avrà il suo momento di catarsi e con lei anche i suoi fratelli. Quel momento di “povertà” permetterà però alla famiglia di giocare a carte scoperte, tanto che Francis stesso capirà quanto sia stato assente nella vita dei suoi figli. Juan Carlos viene a sapere dell’inganno e “salva” la situazione, fingendo di aver venduto delle proprietà in Argentina per risollevare la situazione finanziaria dei Bartek, che così fanno ritorno a casa. Stella non fa neanche in tempo a mettere un piede in casa che il suo fidanzato la porta all’ambasciata per sugellare il matrimonio. Sarà quindi premura di suo padre salvarla e finalmente ammettere che è stata tutta una messinscena. Come reagiranno i ragazzi?

Sì, come avete potuto leggere la trama è molto scontata, una ripetizione a ruota libera di cliché su cliché del ricco che impara dal povero come si vive nel mondo reale. Malgrado la bravura degli attori, la commedia sembra non spiccare mai. All’inizio vengono dipinti tuti come delle caricature, come delle macchiette, talmente finti da far storcere il naso. Il loro cambiamento finale, poi, sembra troppo repentino, troppo sbrigativo. Non si può cambiare dal giorno alla notte, nessuno dei personaggi elabora mai il trauma del passar dalle stelle alle stalle. Si abituano fin troppo presto alla loro nuova vita fatta di paghe in nero e pochi spicci. Manca quella scintilla, quel qualcosa per rendere la commedia più godibile e libera dai must to del genere.

Non che ci aspettassimo chissà cosa dal breve trailer che presenta Netflix mentre ne sfogliavamo il catalogo, ma neanche che fosse così inconcludente e a tratti anche fin troppo serioso. Il momento più alto della narrazione lo troviamo quando Stella ammette di aver passato l’anoressia, Alexander la galera e Philippe le settimane in ospedale senza che il padre fosse al loro fianco. Sono cresciuti da soli, facendosi forza l’un l’altro per superare la morte della madre e il distacco del padre. Da che era Francis che voleva insegnare qualcosa ai suoi figli, i ruoli si invertono e capisce quanto il “dare supporto finanziario” non colmi una mancanza affettiva. Forse solo questo si salva di tutta la pellicola.

Se volete vedervi un semplice film per staccare la spina, “I viziati” è perfetto per lo scopo, ma non aspettatevi chissà quali colpi di scena perché non ce ne sono. Bocciato.

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