venerdì 5 novembre 2021

#Arte: Arte giapponese - dal periodo Jōmon al periodo Heian

scena illustrata del Genji monogatari del periodo Heian
Iniziamo questo articolo con un'informazione saputa e risaputa: le civiltà e le culture asiatiche sono tra le più antiche del mondo.     
Sappiamo quanto sia difficile ricordarsene, visto e considerato quanto progressiste e all'avanguardia siano quest'ultime, ma crediamo sia fondamentale ogni tanto constatare l'ovvio, proprio perché è di questo che ci scordiamo troppo spesso.
Proprio come non si conosce con precisione la nascita della lingua giapponese, anche parlando dei vari periodi dell'arte giapponese è tutto un "circa" e "probabilmente" ma in questo articolo (che verrà diviso in due parti) faremo del nostro meglio per parlarne nel modo più sintetico e chiaro possibile.
Visti i forti collegamenti del Giappone con la Cina, è praticamente impossibile non menzionare un paese senza menzionare l'altro; se da una parte si pensa che il periodo pre-artistico - o pre-ceramico - giapponese sia strettamente collegato alla cultura paleolitica inferiore cinese (400000-35000 a.C. circa), dall'altra parte non sembrano essere state trovate prove di alcun tipo risalenti a quel periodo. Di contro, recenti scavi archeologici effettuati nella zona di Tachikawa (nella periferia occidentale di Tokyo) hanno permesso di datare quasi con certezza le prime opere a un intervallo di tempo che va dal 30000 all'8000 a.C. circa.

Successivamente a questo incerto periodo, abbiamo Il periodo Jōmon. Potrebbe essere tradotto con "segnato dalle corde" o "motivo a corda", e si estende dal 10500 al 300a.C. circa. A questo periodo viene per la prima volta riconosciuta una continuità stilistica, che prende buona parte del paese, fatta eccezione per una parte dell'Hokkaido e delle Isole Ryukyu. Di questo periodo sono tipiche ceramiche e vasellame con motivi "a corda", ma anche asce quadrangolari in schisto, terracotta e arenaria e i Dogū, figure umane o animali di argilla o terracotta.

Il periodo Yayoi, prende il nome dal quartiere di Tokyo e si estende dal 300 a.C. al 300 d.C. circa. L'arte di questo periodo si sviluppò sulle coste dell'Isola Kyūshū, lungo il Mare Interno di Seto fino a Kansai e in questo periodo, similarmente al periodo precedente, la produzione di vasellame era piuttosto comune, ma i motivi "a corda" vennero sostituiti da decorazioni molto più funzionali e ridotte; entrarono in voga le giare, che con un massimo di due metri di altezza vennero adibite a sarcofagi, e grazie all'aumento di popolarità nella decorazione di tombe e sarcofagi nell'artigianato aumentò la produzione di prodotti metallici, come lance e spade - soprattutto in bronzo -, pietre e vetri.

Durante il periodo Kofun (prima parte del periodo Yamato), che si estende dal 400 a.C. al 700 d.C. e viene tradotto con "antichi tumuli", la società iniziò a stratificarsi e iniziarono a emergere gruppi politicamente ed economicamente dominanti (gli Uji, o clan), e aumentarono a dismisura la presenza di
Haniwa del periodo Kofun
tombe nobiliari "a tumulo" riccamente arredate (un esempio di decorazione sono gli Haniwa, figure di terracotta alte mediamente quaranta o cinquantacentimetri, poste intorno alle tombe per formare dei recinti).
La ceramica e il vasellame si fecero più pregiate e iniziarono a essere lavorate da artigiani specializzati, e grazie all'aumento dell'importazione vennero introdotti nella cultura giapponese gli specchi cinesi, gli orecchini d'oro e le corone metalliche coreane.

Il periodo Asuka (seconda parte del periodo Yamato), che si estende dal 538 al 710 d.C., prende il nome da Asuka-kyō, allora capitale del Giappone. In questo periodo le importazioni e i contatti con la Cina e la Corea si intensificarono, e il paese del Sol Levante (chiamato in quel periodo Nippon, ovvero "dove sorge il sole") conobbe il Buddhismo, che divenne religione di corte in poco tempo.
Nonostante siano rimaste pochissime tracce dell'arte di questo periodo, sappiamo che, oltre alle già conosciute arti minori della lavorazione della ceramica, della lavorazione del metallo, e dell'intagliatura del legno e del bambù, aumentarono a dismisura la pittura, l'architettura, la scultura e il ricamo, e vennero costruiti numerosissimi templi (come quello di Hōryū-ji nella città di Ikaruga-no-Sato vicino alla città di Nara), monasteri e statue di Buddha e dei Bodhisattva.

Il periodo Nara, che si estende dal 710 al 794, vede come protagonista la lotta per rendere la nuova religione Buddhista una religione di Stato, e non solo una religione di corte. In questo periodo che si prospettava essere rivoluzionario, per la prima volta nella storia del paese, la capitale (in questo periodo divenne la città di Nara, da qui il nome del periodo) venne costruita prendendo come modello la Chang'an (la capitale) cinese.
A questo periodo, oltre alla costruzione di numerosissimi templi nella capitale, dobbiamo la nascita della pittura giapponese su rotolo e il primo esempio di quest'ultima, sopravvissuto ai giorni nostri: il Kako Genzai E-Ingakyō, biografia Gautama Buddha.
Venne introdotta l'invetriatura al piombo, e con questo anche nuove forme di vasellame (giare, coppe, tazze, piatti, vasi, zuppiere, brucia-incensi e ciotole di culto per l'elemosina).

Anche il periodo Heian, che si estende dal 794 al 1186, prende, come il precedente, il nome dalla capitale del tempo, che era solita essere cambiata dopo la morte di ogni imperatore; si credeva infatti che la morte contaminasse e creasse uno spazio impuro per il sovrano successivo.
Divenne estremamente popolare l'arte della calligrafia e in contrapposizione ai complicati ed elaborati kanji (漢字), furono elaborate - rispettivamente nell'ottavo e nel nono secolo - ulteriori forme di scrittura, molto più semplici: i katakana (カタカナ) e gli hiragana (ひらがな). Successivamente, trovando piena aderenza e adattandosi completamente a quest'ultime, nel decimo secolo nacque il monogatari (fiaba, novella o romanzo), di cui l'esempio più eclatante è il Genji monogatari di Murasaki Shikibu.
Nella pittura, l'iconografia buddhista - che iniziò ad accompagnare i riti - divenne sempre più importante; oltre alle già conosciute figure del Buddha e dei Bodhisattva comparvero i maṇḍala, e vennero introdotte le figure di Acala (Fudō myō-ō) e dei Dodici Deva (Jūniten).
Comparvero anche specchi in bronzo in stile giapponese (Wakyō), tazze da tè, scatole per cosmetici, per la scrittura, bauli e contenitori di sūtra (testi sacri).

Come previsto e già accennato, questo articolo sarà diviso in due parti.
Lo sappiamo bene: non siamo solite scrivere articoli così schematici e quasi impersonali, però amiamo parlare e scrivere di arte, amiamo quando gli argomenti di cui scriviamo risultano comprensibili ai più, e ci siamo rese conto, durante la scrittura di questo articolo, che le informazioni a noi (tutti) sconosciute per quanto concerne l'arte orientale - giapponese, in questo caso - sono troppe.
Ci piacerebbe rendere questo articolo all'apparenza quasi asettico un "luogo" in cui tornare per accaparrarsi qualche informazione in più, anche -e soprattutto- per dei futuri articoli.



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