martedì 9 novembre 2021

#MustToRead: La montagna delle sette balze

Se amate la spiritualità e vi piacciono i libri di cammino interiore, non potete ignorare “La montagna dalle sette balze”, di Thomas Merton. È la storia della sua vita, fino ai primi anni del dopoguerra. Non è una lettura facile, non perché il racconto non sia scorrevole, ma perché, come spesso accade con libri di questo genere, una frase può volere dire tanto altro che al momento rimane occulto.

Noi lo abbiamo letto in due settimane, togliendo ogni altro impegno, perché, anche se solo per cinquanta pagine al giorno, la lettura ci prendeva almeno mezza giornata. Aver sacrificato questo tempo è stato per noi motivo di orgoglio. Sacrificare in questi termini è letteralmente “rendere sacro”: non vedevamo l’ora di sederci in poltrona e assaporare il cammino di Thomas, riconoscendo i nostri passi nei suoi.

Attenzione: il racconto è ovviamente da un punto di vista cattolico del primo Novecento, alcuni termini o concezioni sono superati, quindi cerchiamo di evitare termini quali “bigottismo”, “razzismo” o “misoginia”. Anche perché sono esagerati, visto che nonostante i tempi, Merton era molto più all’avanguardia rispetto i suoi contemporanei. Bene, detto ciò, iniziamo.

Più che parlare del libro, vi parliamo dell’uomo che lo ha scritto, perché crediamo che tutti voi dovreste acquistarlo e leggere quel tanto che basta al giorno per scavarvi dentro. Più o meno come in una sorta di lettura della Divina Commedia

“Mio padre e mia madre erano prigionieri in quel mondo, consapevoli che non era il loro, e che neppure gli appartenevano, tuttavia incapaci di uscirne. Erano nel mondo, ma non del mondo, non perché fossero santi, ma per un’altra ragione: perché erano artisti. L’integrità dell’artista innalza l’uomo sopra il livello del mondo senza però liberarlo da esso.”

Thomas nasce a Prades il 31 gennaio 1915. Entrambi i genitori -Owen e Ruth- erano dei pittori, e questo ha portato Thomas prima, suo fratello John Paul poi, a crescere immersi nell’arte e nella cultura. Dopo pochi anni in Francia, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Thomas si trasferisce con i genitori nella casa dei nonni materni vicino New York.
A soli sei anni perde la madre, morta di cancro, e con il padre si trasferisce nelle isole Bermuda, per poi, nel 1925, tornare di nuovo in Francia, a Saint-Antonin. Appassionato di studio, l’anno successivo inizia il collegio a Montauban, per poi concludere gli studi nel 1932 a Oakham, in Inghilterra. Nel 1931 il padre muore per un tumore al cervello, ma nonostante ciò, grazie alla vittoria di una borsa di studio, si iscrive al Clare College di Cambridge.

Thomas non ha mai avuto una vera e propria educazione religiosa. La madre frequentava le riunioni dei Quaccheri -una setta protestante- e in famiglia i cattolici venivano sempre descritti come il male assoluto. Ma in un soggiorno a Roma, nel 1933, Thomas visita le Chiese cattoliche e rimane impressionato dalla pace e dalla bellezza dell’Abbazia delle Tre Fontane. Da uomo dotato di una fede molto scarsa, si avvicina alla religione in realtà più affascinato dall’arte racchiusa nei gioielli romani.  

“Noi preferiamo le nostre comodità; distogliamo gli sguardi da quello spettacolo perché ci mette a disagio; il pensiero di tanta sporcizia ci dà la nausea, e non pensiamo mai che anche noi ne siamo forse in parte responsabili.”

L’anno dopo, però, abbandona l’Europa per concludere il college alla Columbia University, dove nel 1938 diventa Bachelor of Arts e nel 1939 Master of Arts, grazie alla tesi sulla poesia di William Blake. È in questo periodo, forse per la vicinanza alla poesia di Blake e al suo docente cattolico Dan Walsh, che Thomas sente l’impulso di convertirsi al cattolicesimo.

Nonostante rimanga nell’ambiente universitario, come docente di letteratura inglesi alla stessa Columbia University prima, e alla Saint Bonaventure University di Allegany poi, diventa sempre più praticante, tanto da immaginarsi in un monastero. Il cammino verso questa vocazione non è però del tutto semplice. Thomas è perseguitato da tormenti, rancori, sensi di colpa per una vita passata nei vizi e nel peccato. Avverte un così forte senso di inferiorità, da costringersi a rinunciare. Non vogliamo dirvi di più, per non rovinarvi la lettura di questo suo “inferno” personale.

Vi basta sapere che, nonostante tutto, il 10 dicembre 1941 viene ammesso come postulante all’Abbazia Trappista di Nostra Signora di Gethsemani, assumendo il nome di Louis. Nel 1947 prende i voti solenni e nel 1949 diventa sacerdote.

Il libro si conclude più o meno in questo periodo, ma noi vogliamo dirvi molto di più su questo uomo. Dopo aver convertito anche il fratello alla religione cattolica, Thomas non lo vedrà mai più, perché John Paul muore in una missione aerea durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo il risentimento verso la guerra diventa più maturo e lo porta a diventare uno degli uomini cardine del movimento pacifista degli anni Sessanta.

Durante gli anni della Guerra del Vietnam, si avvicina anche ai principi del buddhismo, interesse così profondo che nel 1968 intraprende un viaggio in estremo oriente per incontrare il XIV Dalai Lama. Così come Papa Giovanni XXIII, anche il Dalai Lama comincia a nutrire un profondo rispetto per Merton, che purtroppo non può approfondire perché Thomas muore proprio a Bangkok, il 10 dicembre dello stesso anno.

Nel 2015, durante il discorso tenuto da Papa Francesco al Congresso degli Stati Uniti, il pontefice lo cita come “promotore di pace tra popoli e religioni”. 

“Ecumenismo s. m. [der. di ecumenico]. – Movimento sorto in ambiente protestante e diffusosi anche in seno alla Chiesa cattolica (soprattutto dopo il Concilio Vaticano II), che mira all'unione di tutte le Chiese cristiane.”

-Treccani

In questa infarinatura della persona che è stata, è in realtà racchiuso anche il motivo per cui secondo noi il suo libro rientra nei MustTo: era un uomo estremamente colto, profondo, di mente aperta. Ha scritto oltre sessanta saggi e poesie su l’ecumenismo, sulla pace e i diritti civili. Anche noi siamo per l’unione delle principali religioni, anche perché studiandole, ci ritroviamo spesso a notare come tutte dicano esattamente la stessa cosa. Per questo troviamo in Thomas Merton un grande esempio di nuova coscienza che punta all’unione. 

Oltre a ciò, “La montagna delle sette balze” ci ha aiutate a guardarci dentro, a fare pace con i nostri sensi di colpa e a comprendere, ancora una volta, che tutto ciò che vediamo al nostro esterno, è frutto del nostro interno.

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