sabato 13 novembre 2021

#StorieRomane: Rione Monti

Continua il nostro viaggio alla scoperta di Roma e oggi vogliamo parlarvi di una zona molto conosciuta anche dai turisti: Il rione Monti. Molto è un’esagerazione, perché è ovvio che aver visitato una zona di Roma non vuol dire conoscerla a fondo. Questo vale per un romano, figuriamoci per un turista. 

Ma perché si chiama rione e non quartiere? Vedete, nel caso di Roma, le zone dentro le mura aureliane, quelle cioè legata alla Roma antica, hanno la denominazione di “rione”.

Sarà un viaggio lungo, visto e considerato che Monti è il primo rione romano. Con una superficie di 1,65 km2 e 7.467,89 abitanti a km2, il rione copre una superficie che anticamente comprendeva i colli: Esquilino, Viminale e parte del Quirinale. Al giorno di oggi solo l’Esquilino non ne fa più parte. 

Anche se non seguite la serie, il nome Suburra vi dirà sicuramente qualcosa. Ed era così che veniva chiamata questa zona in età romana. Il nome originariamente significa: “il quartiere più sudicio e malfamato di una città”. In effetti era proprio così che doveva risultare. Anche se costituito da domus signorili attorno al Vicus Patricius (oggi Via Urbana), in realtà era una zona per lo più plebea.

Era pantanosa, male odorosa a causa della Cloaca Massima (lett. “la fogna più grande”) che aveva proprio origine alla Suburra. La via lungo la quale poi scorreva, veniva chiamata “Argiletum” e arrivava fino ai Fori Imperiali. Il nome deve l’origine ai detriti di argilla e fango provenienti dalle acque pluviali. Oggi giorno porta i nomi di via Leonina e via Madonna dei Monti. La Suburra era inoltre ricca di lupanari (che oggi chiameremmo “case di tolleranza”, o “del piacere”) e locande malfamate.

Ancora oggi è affascinante notare lo stacco tra quella che era la Roma signorile e quella popolare, seppur ormai non ci sia più questa distinzione. La separazione, infatti era segnalata da un muro frangifuoco (per evitare il rischio di incendi) in pietra gabina. Varcando quel muro, che oggi possiamo vedere non nella sua interezza al Foro di Augusto, si andava verso le zone dei Fori Imperiali, del Campidoglio e del Palatino.

A causa di un danneggiamento agli acquedotti, durante il Medioevo gli abitanti furono costretti a trasferirsi nella zona pianeggiante di Campo Marzio. C’è da ricordare che all’epoca l’acqua del Tevere era potabile, quindi estremamente necessaria per la sopravvivenza. La zona cominciò a venire abbandonata, per divenire più “campagnola”, piena di vigne e orti.

In questo periodo gli abitanti che ancora lì abitavano, cominciarono a essere chiamati “monticiani”, per la loro forte identità di appartenenza e anche per il dialetto leggermente diverso da quello che si parlava. Fino al XIV secolo questa differenza era così netta da scaturire scontri con gli abitanti di Trastevere, anche loro fortemente attaccati all’identità del romano verace. A oggi entrambe le zone fanno parte della Roma vera, che ovviamente si manifesta con il giallorosso e la fede calcistica.

Col passare dei secoli il centro culturale passò in mano alla Chiesa, e complice la lontananza dal Vaticano, la zona rimase sempre più chiusa al livello di cultura rurale. Per non fare in modo che venisse del tutto abbandonata, fu costruita via Merulana, per poter collegare meglio le basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore e garantire una strada più sicura per il pellegrinaggio dei fedeli.

Nel 1570 l’area urbanistica di Roma venne risistemata sotto il volere del cardinale Michele Bonelli, nipote di Papa Pio V. Con la costruzione del Campo Vaccino, che dava di nuovo lustro e sistemazione alla parte suburbana del Foro Romano, e la via Alessandrina, il rione tornò a essere di nuovo abitato circa trent’anni dopo, dagli inizi del ‘600.

Con il divenire di Roma come Capitale italiana, nel 1871, lo sviluppo cominciò rapido e continuo, fino al periodo fascista che cambiò del tutto l’aspetto del rione. Tra il 1924 e il 1936, una grande parte fu completamente distrutta, portando in superficie i Fori Imperiali, grazie all'omonima via.

Oggigiorno il rione è apprezzato da turisti e dai cittadini stessi, visto che al pari di Trastevere, offre pub, ristoranti e locali dove poter mangiare e bere a prezzo basso. Lo stile urban conferisce quel tocco di modernità che affascina chi viene soprattutto da fuori Europa. Se vi capita di girare, infatti, potete perdervi negli occhi sognanti dei turisti non europei, presi dal fatto che la modernità stia letteralmente a due passi dal Colosseo.

Per gli amanti della Storia, vogliamo dirvi che questo rione è stato il fulcro della vita di una delle famiglie più celebri tra il XV e il XVI secolo: i Borgia, nobile famiglia di origine valenciana e aragonese. Quando nel 1455 il cardinale Alonso Borgia, poi divenuto Papa Callisto III, si trasferì a Roma, fece arrivare con sé tutta la sua famiglia. Suo nipote Rodrigo divenne Papa Alessandro VI nel 1492. Rodrigo è ovviamente il padre di Cesare, Giovanni, Lucrezia e Goffredo Borgia, avuti con Vannozza Cattanei.

Palazzo Borgia sorge su piazza di S. Francesco di Paola e si può raggiungere dalla Suburra proprio salendo la scalinata chiamata “Salita dei Borgia”. Girando per il rione potete vedere tanti altri palazzi e chiese, come: Palazzo Brancaccio, Palazzo della Consulta, Palazzo delle Esposizioni, Palazzo del Viminale, Basilica di San Giovanni in Laterano, Basilica di Santa Maria Maggiore, Basilica di San Pietro in Vincoli (con il Mosè di Michelangelo al suo interno), la Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta

Sono così tanti i siti da vedere in questo rione che farne un elenco sarebbe impossibile. Vi invitiamo a viverlo, in una passeggiata pomeridiana che può tranquillamente protrarsi fino a notte fonda, dove il rione Monti racchiude tutta la sua bellezza. Per raggiungerlo vi basta scendere alla fermata Cavour della linea B della metropolitana di Roma.

Nessun commento:

Posta un commento