martedì 11 gennaio 2022

#Cinema&SerieTv: Superstore

Che dire? Spulciando il catalogo Netflix si scoprono sempre nuove perle, l’ultima, in ordine di tempo, che abbiamo scovato è Superstore. Non pensavamo, sinceramente, che questa serie ci avrebbe preso così tanto. La vedevamo più come un passatempo, o la classica “serie da compagnia mentre si fa altro”. Bene, in realtà è diventata proprio la serie che vediamo attentamente e a lungo, tanto che Netflix stesso si preoccupa per la nostra salute. Oggi ve ne parliamo brevemente, per non fare spoiler, noi stesse non l’abbiamo ancora conclusa. (In realtà perché siamo impazienti di continuare la quarta stagione quindi vogliamo finire di scrivere e correggere).
Attenzione: questo articolo potrebbe essere scritto stile fangirl su Jonah

La serie tv è stata trasmessa dalla NBC per la prima volta il 30 novembre 2015, per poi trovare la conclusione il 25 marzo 2021. Come già detto la trovate fino alla quinta stagione su Netflix e Amazon Video, completa su Infinity+. La prima stagione è composta da undici episodi, la seconda da ventuno, la terza e la quarta da ventidue, la quinta da ventuno e la sesta da quindici. Durano tutti venti minuti, quindi è abbastanza facile finirsela in poco tempo. E comunque l’ideatore e produttore è Justin Spitzer, lo stesso di The Office, una garanzia, insomma, nel genere. Se siete anche fan di The Mindy Project, sappiate che nella quarta stagione è presente un mini crossover, ma con gli spoiler la finiremo qui.

Le vicende si svolgono soprattutto in un superstore di Saint Louis, il Cloud9. Fin da subito facciamo la conoscenza del caporeparto Amy (America Ferrera) e il nuovo commesso Jonah (Ben Feldman). Quest’ultimo non fa proprio una bella impressione ad Amy, ma si sa, il potere delle ship non conosce prime impressioni, così noi ci siamo ritrovate da subito a guardarli e pensare: “Quando vi decidete a baciarvi?” Come può una serie tv comica farci sospirare l’agognato bacio, non si sa.

Comunque, altri sono i personaggi che ruotano attorno ai due, vi citiamo i più ricorrenti: l’ingenuo direttore Glenn (Mark McKinney), l’austera Dina (Lauren Ash), l’adolescente incinta Cheyenne (Nichole Bloom), il “nemico” di Jonah, Mateo (Nico Santos) e il sempre calmo Garrett (Colton Dunn).

Se pensate che una serie tv comedy in pieno politicamente corretto non faccia ridere, beh, vi sbagliate di grosso. La comicità di Superstore è moderna, fresca, così genuina che molte delle battute o degli eventi - in apparenza - surreali che si scatenano, possiamo ritrovarli nella vita di tutti i giorni. Femminismo, disabilità, razzismo, bullismo, bigottismo religioso… sono tutti temi che vengono affrontati portandoci alla risata spontanea ma mai canzonatoria.

Ovviamente i personaggi sono dei cliché, con caratteri ben definiti e che raramente si comportano diversamente da come penseremmo, ma è normale per una comedy da venti minuti. Eppure non ci stanca mai, forse perché Jonah è davvero l’uomo perfetto -ne riparleremo in un altro articolo- forse perché nulla è portato all’esasperazione.

Tra una risata e l’altra entriamo anche nella vita di un lavoratore medio americano e credetemi, da italiane ci siamo ritrovate a pensare spesso: “Wow, fortuna che stiamo in Italia…”. Ok, si ride, si shippa facilmente, ma si piange anche? Tutte noi abbiamo l’archetipo del Cancro - segno zodiacale - nei famosi “big3” (sole, ascendente e luna) quindi siamo molto emotive. Abbiamo pianto, a volte, sì. Per il resto, soprattutto se non avete il Cancro nei big3, fateci sapere se vale lo stesso per voi! E soprattutto: ma quanto è perfetto un uomo come Jonah?

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