lunedì 10 gennaio 2022

#Cinema&SerieTv: Two Weeks To Live - Recensione

Maisie Williams
sta sempre più prendendo parte a ruoli diversi che riescono a scardinarla dal ruolo di Arya Stark. Tra questi c'è Kim, una ragazzina di ventuno anni, protagonista della nuova serie tv di Sky Atlantic. 
Two Weeks To Live è arrivata su Sky Atlantic lo scorso 26 dicembre e con le sue sole sei puntate è pronta a potarvi all'interno del paradossale punto di vista della protagonista. Una serie che ha un po' del sapore di “The End of the f***ing world”, anche se comunque non reggerebbe un reale confronto con essa. In comune hanno il British Black Humor, quel senso della risata tipico delle dark comedy, ma che però non riesce ad appagare a pieno. 
Two Weeks To Live segue le vicende di Kim, come stavamo dicendo, una ragazza che ha da sempre vissuto in isolamento nei boschi scozzesi, sola con la madre. Addestrata a uccidere e sopravvivere fin da quando, a soli sei anni, ha perso il padre; non ha fatto altro per tutta la sua vita se non tramare la sua vendetta nei confronti dell’uomo che le ha portato via il genitore. Una volta approdata all’interno del “mondo reale”, per uno scherzo, si convince che il mondo stia per finire, quindi crede che non le resti molto tempo per poter terminare la sua lista di cose da fare.
Stayin’ Alive”, una cover della canzone dei Bee Gees, accoglie lo spettatore fin dai primi secondi di inizio della puntata. Il testo di questa canzone inizia già a posare le basi dello svolgimento della trama. 

La storia cerca di spingere sulle corde del thriller cercando di delineare una serie dark comedy le cui puntate durano circa venti-trenta minuti
Il ritmo della narrazione è incalzante, ma sicuramente riesce nei suoi intenti grazie proprio alla durata della sit-com: le scene di violenza vengono rotte da momenti in cui le battute o i dialoghi riescono a stressare la narrazione permettendo alla comicità di sopperire alle mancanze tensive. Sostanzialmente, il riso ha il compito di coprire la rapidità con cui i fatti si svolgono.

I personaggi non hanno caratterizzazioni forti, al contrario sono per lo più di contorno alla vicenda e le loro azioni sono funzionali agli istanti comici. Tutta l’attenzione è puntata su Kim, la sua lista e sua madre (Sian Clifford). Ma qualora dovessimo prendere ogni singolo punto come riferimento, ci renderemmo immediatamente conto di quanto poco è stato scritto per lo spettatore. Persino il rapporto rapporto madre-figlia è trasposto male da essere praticamente concentrato sulle bugie che la madre ha detto alla stessa Kim per tenerla sotto una campana di vetro. 

Two Weeks To Live è una mini-serie che, tecnicamente, a oggi, non prospetta nessun rinnovo. Il tutto è abbastanza auto-conclusivo, nonostante possano esserci degli spiragli di approfondimento. Però, di certo, per poter fare una seconda stagione si dovrebbe prendere una decisione ben più netta e decisa. Bisognerebbe mettere più carne al fuoco per poter approfondire la caratterizzazione dei personaggi, così da poter conoscere più affondo anche Kim stessa. 

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