lunedì 17 gennaio 2022

#Spettacolo: Gli ignorati Golden Globes del 2022

Tra le premiazioni cinematografiche più attese durante l’arco dell’anno, non si possono non annoverare i Golden Globes: premi che riguardano un po’ tutto il mondo dell’intrattenimento audiovisivo e che, quindi, non si concentrano solo sull’aspetto prettamente cinematografico, ma anche quello seriale. L’edizione del 2022 si è svolta un po’ più in sordina perché si è preferito ponderare a un ridimensionamento dell'evento, piuttosto che cercare un modo per potersi reinventare dopo gli scandali nella quale la manifestazione è stata coinvolta lo scorso anno. Tra le accuse di mancanza di “diversity” all’interno della loro stessa giuria e le accuse di favoreggiamento dovute alla candidatura di “Emily in Paris”, la scelta adoperata è stata quella di privarsi di un red carpet e allo stesso tempo le emittenti televisive americane hanno preferito non trasmettere lo svolgimento della premiazione.

Per fare un paragone? Sarebbe come se noi italiani insorgessimo contro la demoscopica di Sanremo e dall’anno successivo la Rai rifiutasse la messa in onda.

La polemica sull’inclusione, comunque, resta il tasto dolente della faccenda. Una polemica che, molto spesso, per l’ottica europea non viene vista di buon occhio, ma che è comunque figlia dei tempi che stiamo vivendo e che in un certo senso sarebbe corretto considerare per poter cercare svecchiare un’intera categoria giudicante. Il pubblico, gli attori, e più in generale la new awareness di Hollywood ha deciso di boicottare la manifestazione. Lo scorso anno, infatti, molti sono stati gli attori e le attrici -e se non ricordiamo male anche parte delle componenti di regia- che hanno deciso di restituire il loro globo dorato.
Come dicevamo, ciò ha portato all’emittente televisiva NBC di prendere come decisione la non trasmissione dell’evento sui suoi canali e nessun servizio si è opposto a questa decisione prendendo la palla al balzo. La cerimonia, dunque, si è svolta off camera lasciando il mondo del cinema ai soli annunci su i canali social degli stessi Golden Globes.

A tutte le accuse di sessismo e di razzismo, dunque, come dicevamo, si sono aggiunte quelle di corruzione. Una serie di giornalisti -nomi presenti nella giuria di assegnazione del premio-, infatti, hanno avuto modo di poter trascorrere un weekend a Parigi offerto all’interno principali hotel nella quale erano stati girati gli episodi di “Emily in Paris”, serie tv trasmessa da Netflix che è stata appena rinnovata per la terza e la quarta stagione. Tant’è che lo scorso anno, la serie (co-prodotta adesso dalla stessa Lily Collins) ricevette due nomination a sorpresa di tutti -comprese le sottoscritte visto che abbiamo ampliamente criticato quella serie-. (Recensione & Approfondimento)

Un'edizione, dunque, da ignorare come ha fatto gran parte della stampa mondiale se non ricapitolando quanto accaduto negli scorsi anni. I Golden Globes hanno deciso di perdere tutto il loro alone patinato e dorato per poter restare nel loro immobilismo sociale nonostante tra i vincitori ci sono nomi di cui -anche noi- andare particolarmente fieri come: Michaela Jaé Roriguez ha vinto il premio come miglior attrice in una serie tv drammatica, aggiudicandosi anche il primato di esser stata la prima attrice trans ad aver vinto questo riconoscimento (del resto ci sono diversi motivi per cui Pose è nei nostri MustToWatch).

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